«Ogni volta che stono è una figuraccia perché prendere una stecca è terribile anche durante le prove, ma ricordo una situazione e un luogo dove avrei voluto letteralmente sparire. Ero a militare, ma con il mio gruppo ero stato chiamato a suonare per fare da accompagnamento ad uno che faceva uno spettacolo.
Eravamo al Cirene di Napoli, un teatro molto importante. Durante il monologo del protagonista, la parte più seria dello spettacolo, quella che prevedeva suspense e attenzione, ho iniziato a lanciare “a palombella” dei chiodi che avevo trovato nel pomeriggio sugli strumenti.
Cascavano a pioggia sulla batteria e nel silenzio più totale si sentiva “tin, tin” sui piatti e “bum, bum” sui tamburi. Mi sono divertito perché facevo in modo che i rumori sottolineassero le battute. L’attore alla fine, però, si è incazzato e non ha neanche creduto fossi stato io. Ovviamente, poi, non mi sono mai più fatto vedere».
Alex Britti