Sul taxi giallo che ci riporta all’aeroporto, ci voltiamo indietro nostalgici. Sono occhi diversi quelli con cui guarderemo il mondo l’indomani mattina. Lei li ha cambiati. Lei e tutte le sue coinvolgenti contraddizioni.

Il classico fischio e un taxi giallo si fermerà davanti a voi

Il classico fischio e un taxi giallo si fermerà davanti a voi

Inspiriamo a fondo per annusarla ancora una volta, una sola, sentire il brivido della passione di quelle notti avvolgenti, la dolcezza mozzafiato delle camminate instancabili in quelle strade che le appartengono così profondamente. Ogni sbattere di ciglia è una sequenza alla moviola – buio, luce, buio, luce – e lei è sempre là, ma sempre più piccola, più distante. Ora dobbiamo salutarla. Chissà quando la rivedremo. Una cosa è certa: tornare da lei sarà sempre come la prima volta. Perché lei è New York e non delude mai.

Rewind – Sette giorni prima.

Nel momento stesso in cui si atterra all’aeroporto internazionale John F. Kennedy, affiora la prima di una lunga serie di sensazioni contraddittorie: si vorrebbe accelerare il tempo e conoscere già tutto di lei, ma allo stesso tempo assaporare l’imprevedibilità di ogni istante. Benvenuti a New York, la patria delle contraddizioni; l’unica città al mondo dove puoi sentirti a casa, chiunque tu sia; l’unico vestito che ti calza a pennello, qualunque sia la tua taglia; l’unica donna di cui ti innamorerai alla prima e poi di nuovo alla seconda, alla terza…alla milionesima vista.

Perché non puoi che amarla, questa ammaliante signora dall’eclettica personalità e dai mille nomi: Big Apple, Melting Pot, Gotham, Empire City, City That Never Sleeps o come molti dei suoi spasimanti amano chiamarla City That’s Seen It All. E New York le ha davvero viste tutte ed è ancora lì per regalarle ai suoi innamorati.

Rewind – Due mesi prima, programmando New York.

Il primo appuntamento con la città più popolata del mondo (8.1 milioni di residenti) deve avere due regole fondamentali: la prima è scegliere il meglio, perché New York è un posto dove l’eccellenza – nell’arte, nel lavoro, nella pubblicità, nella finanza, nella moda…in tutto – non è una possibilità, è un’aspettativa. La seconda regola è ottimizzare il tempo a disposizione, ma non siate troppo severi con voi stessi: dopo un mese a New York, potreste ancora sentirvi come se non ne aveste nemmeno grattato la superficie.

Quando? Richard Gere e Winona Rayder in Autumn in New York insegnano che l’autunno, nella Grande Mela, è magico. E novembre è il top: ogni anno, il quarto giovedì del mese, negli Stati Uniti si celebra il Thanksgiving Day, che a Manhattan significa Thaksgiving Parade.

Shreck direttamente dalla Thanksgiving Parade

Shreck direttamente dalla Thanksgiving Parade

Sarete circondati dai grattacieli più alti del mondo e davanti a voi sfileranno i personaggi della tradizione americana (da Hello Kitty a Ronald McDonald) sotto forma di giganteschi palloni gonfiabili. E tutto questo non ha prezzo, se non una levataccia mattutina per accaparrarvi i posti migliori. Consiglio pratico: tra la 38th e la 34th Street è impossibile guadagnare un posto. Dirigetevi direttamente, e almeno un’ora prima dell’inizio della sfilata, all’angolo tra la 42th Street e la 7th Avenue, ma anche lì…preparatevi a sgomitare!

Quanto? Tanto quanto vi permette il vostro portafoglio (a New York è lui che comanda!), ma non meno di sette giorni e sei notti. E assicuratevi che il vostro volo di ritorno parta di sera. Il settimo giorno è importantissimo, è l’ultima occasione per correre, letteralmente, nei negozi della vostra lista che apparirà più o meno così:

Lista dei regali:-
Mamma: Victoria’s Secret, 901 Avenue of the Americas (tra 32nd e 33rd Street), pigiama $49.
Papà: Gant, 645 5th Ave (tra 51st e 52nd Street), guanti $56.
Cri: Disney Store, 188 Madison Ave (dov’era???), Lilo $35.

Nella corsa sfrenata all’ultimo regalo, mettete in preventivo di rimanere ancora una volta senza fiato di fronte a quella cattedrale gotica di Saint Patrick che svetta tra i grattacieli della 5th Avenue. E fate una capatina alla piazza del Rockfeller Center: se sarete fortunati, potrete vedere già addobbato l’albero di Natale più famoso del mondo. Magari, sarà l’ultimo regalo di New York prima della vostra partenza.

La cattedrale gotica di Saint Patrick tra i grattacieli della 5th Avenue

La cattedrale gotica di Saint Patrick tra i grattacieli della 5th Avenue 

Dove? Se volete essere nel mezzo di tutto, il Bryant Park Hotel è una scelta vincente. Per tre ragioni: è a un passo dalla 5th Avenue e non include la colazione nel prezzo. Questo vi permetterà di uscire, girare a sinistra verso la 6th Avenue, fare 100 metri ed entrare da Le pain Quotidien, dove assaggerete il migliore brownie al cioccolato di New York. E di brownie al cioccolato, a New York, ne mangerete tanti! In alternativa, sicuramente uno dei 171 Starbucks che affollano le strade di Manhattan, potrà offrirvi un Muffin alle more e un caldo Mochaccino.

Come? Negli spostamenti dall’aeroporto John F. Kennedy a Manhattan avrete bisogno di un mezzo di trasporto. Con un taxi, (che fermerete nel modo holliwoodiano, alzando la mano nel mezzo della strada!) impiegherete dai 45 ai 60 minuti e il costo fisso della corsa è $51 ($45 di tragitto e $6 di casello, somma che pagherà il taxista e comparirà sul totale), ma ricordatevi di aggiungere il 15% di mancia sulla tariffa finale.

Se volete, invece, coccolarvi e lasciare l’esperienza del taxi giallo agli spostamenti cittadini, sia dall’aeroporto al centro che viceversa, potrete affittare una limousine a NYC Limousine e cavarvela con $100 (a corsa e mancia compresa, per non dover pensare agli spiccioli!): l’autista vi aspetterà all’aeroporto e vi verrà a riprendere in hotel il giorno della partenza. Più coccolati di così!

Se è il vostro primo incontro con New York, mi auguro che questi siano gli unici mezzi di trasporto che vorrete utilizzare. Per spostarvi, durante la vostra permanenza, dovrete solo mettere un piede davanti all’altro e tenere duro. Anche quando saranno solo le 11 del mattino e vi sarete già persi nel mezzo di Central Park – che significa che prima di due ore potreste non incontrare segni di vita e di…cibo – anche allora, tenete duro! Da nord a sud, da est a ovest, la parola d’ordine è una sola: camminare.

Piano di battaglia. Sì, il piano di battaglia è necessario. È presumibile che il primo giorno, dopo 8 ore seduti sul sedile di un aereo con il vostro vicino che pensa di avere l’esclusiva sul bracciolo, avrete solo voglia di prendere possesso della vostra camera e concedervi un lungo bagno rigenerante. Fatelo. Ricaricare la batteria è il primo step per la riuscita della vostra gita newyorkese. Vi rimangono 5 giorni pieni: saranno sufficienti per vedere quelli che io chiamo “Gli Imperdibili” di New York, dalla Lady Liberty al MOMA, dall’Empire State Building a Central Park, dal Ground Zero a Time Square.

Tornate un po’ studenti sui banchi di scuola, prendete una matita e divertitevi a programmare su un quaderno la vostra visita. Sarà il primo approccio di un lungo corteggiamento. Ma non dimenticate: New York è molto più dei grattacieli di Midtown e degli enormi schermi televisivi di Time Square.

I tipici carretti degli hot-dog

I tipici carretti degli hot-dog

New York è il carretto degli hot-dog, le macchinette automatiche dei giornali sui marciapiedi, i cheese maccaroni di Little Giant in Orchard Street 85, la casa rosa con le scalette anti-incendio in Soho, la maestosità senza tempo degli edifici del Financial District, il ponte di Brooklin, la Cina a misura d’uomo importata a Chinatown, il calzolaio Eddie a Grand Central Terminal. Siate curiosi, non accontentatevi. Cercate la vostra New York, perché, prima o poi, ognuno trova la propria.

The Cream of The Crop. Per i più goduriosi. Per chi, malgrado il poco tempo a disposizione, non si accontenta dello standard. Questi, i tre appuntamenti irrinunciabili:

Sport: guardate in azione i mostri sacri del basket in una partita della NBA al Madison Square Garden e godetevi le pause in compagnia delle energiche e provocanti chearleader. E chissà che uno dei vostri cantanti preferiti, anche lui alla partita, non compaia sugli schermi in alto davanti a voi. I biglietti, da $8 a oltre $90, li acquistate direttamente on-line sul sito www.ticketmaster.com.

Cultura: come rinunciare a Broadway? Non fatelo! Il musical Mamma mia! vi emozionerà fino alle lacrime. I biglietti non scendono sotto i $100, ma la magia di una serata al Teatro con la T maiuscola, giustificherà la spesa. Info e biglietti al sito: www.ticketmaster.com (alcuni biglietti, tra cui quelli per lo spettacolo Mamma Mia! sono distribuiti da www.telecharge.com).

Stomaco: rinunciate alla coda chilometrica per salire sull’Empire State Building, ma non alle ore di attesa per una cena allo Spotted Pig. Michelin gli ha dato una stella, noi gliene avremmo date altre 3: una per l’ambiente spartano e familiare, una per la dolcissima cameriera bionda che ci ha serviti (guai a chi le lascia meno del 20% di mancia sul totale!) e una per le migliori patatine fritte mai mangiate. Provare per credere! Non accettano prenotazioni telefoniche, per cui arrivate lì molto presto, prenotatevi e ingannate l’attesa davanti ad un bicchiere di vino al Turks and Frogs, minuscola vineria al di là della strada.

E quando quel taxi giallo vi starà riportando all’aeroporto e dovrete salutarla, auguratevi una cosa soltanto: di aver abbassato la guardia per permetterle di assestare un buon colpo. Perché New York, se ti colpisce, può cambiarti la vita.