Sotto un cielo irrequieto e vivo come questa terra, Belfast è una città che punge. I suoi chiaroscuri raccontano di una città che ne contiene tante, il suo fascino misterioso abbraccia a forza il visitatore e lo conduce alla scoperta di una storia dolorosa e appassionata, di un’identità verace e nonostante tutto gioiosa. Vai per turismo e ti interessi di politica, e viceversa.
Belfast oggi è una moderna capitale europea, ma quella sensazione di già visto che ti fa sentire a casa – tipica del centro e della sua vitale quotidianità – si arricchisce straordinariamente di un orgoglio nuovo che pervade ancora i quartieri di collina: qui ti senti a casa di qualcun altro, e hai tanta voglia di entrarci, ma in punta di piedi. Ecco: Belfast è oggi una città di grande personalità, proprio perché non dimentica la sua incredibile storia. E questo la rende del tutto speciale.
Raggiungerla dall’Italia è quanto mai comodo e conveniente: la compagnia aerea di bandiera irlandese, Aer Lingus, propone per la capitale dell’Irlanda del Nord tariffe di vero interesse. Recente (25 febbraio 2008) è l’istituzione per quattro giorni a settimana del volo di linea diretto da Roma Fiumicino all’aeroporto internazionale di Belfast, disponibile lunedì, mercoledì, venerdì e domenica con prezzi promozionali su prenotazioni online (www.aerlingus.com). Un’occasione per scoprire anche la parte nordorientale dell’isola d’Irlanda, la regione nota appunto come l’Irlanda del Nord, meno conosciuta ma parimenti bella, selvaggia e verde, che sa riservare in pochi chilometri quadrati suggestioni di interesse per gli amanti dell’ambiente, della storia e delle tradizioni locali.
Una città che ne contiene tante, dicevamo. E la sorpresa sta proprio nello scoprire anime così distinte in un unico tessuto urbano. Al punto che risulta facile consigliare visite tematiche, per calarsi appieno dentro ciascuna realtà e ciononostante ritrovare a ogni passo un volto nuovo.
Se – come in ogni capitale che si rispetti – partite dal centro, l’appuntamento è in Donegall Square. Sarà bene ritornare a ogni ora del giorno in quest’ampia piazza dove non manca il posto per un parco cittadino: la mattinata è frenetica per la presenza del Municipio, con il viavai di funzionari e cittadini mescolati ai turisti numerosi anche in bassa stagione; nel pomeriggio è il ritrovo ideale per un giro di shopping, che lungo la Royal Avenue fremente di negozi porta dritti al più grande centro commerciale della città, quel Castle Court Centre che occupa ben più di un isolato; la sera è ancora Donegall Square il cuore della belfastiana movida, dove ristoranti di tendenza e locali di impronta internazionale si affacciano sulla ruota panoramica illuminata a festa (inaugurata come attrazione per il periodo natalizio, a fine 2007, è piaciuta così tanto che ancora oggi – in orario diurno – consente una vista aerea sul centro cittadino).
Giovani, donne con bambini, anziane fuori casa per la spesa: in Donegall Square, Belfast è una città come tante in Europa, rinata a una vocazione commerciale e turistica, vibrante e cosmopolita, che – si percepisce distintamente – ha saputo ritrovare l’energia positiva della sua gente e oggi vuole guardare avanti. Numerosi e interessanti gli scorci: si affiancano con armoniosa casualità le architetture georgiane e vittoriane, non mancano elementi di innovazione come il Waterfront Hall o le acrobazie urbanistiche di Victoria Square, i monumenti-simbolo della città moderna e il lungofiume ampio e fiorito nelle vicinanze del Lagan Weir, la passerella pedonale che consente di godere con calma di questa parte di città.
Per allontanarsi dal centro Belfast offre un buon servizio di trasporto pubblico, anche per la visita guidata: oltre ai taxi tipicamente britannici, la linea di autobus dispone di una rete capillare per tutta l’area urbana e suburbana, anche se forse per raggiungere i quartieri collinari a ovest in tutta libertà può essere conveniente noleggiare un’auto privata.
La strada verso Shankill Road è in salita, e il cimitero cittadino dove riposano i recenti martiri nazionali ricopre un intero versante con una distesa di tombe. Anche questo è parte integrante della città. Una città che – si intuisce – è alla ricerca di una nuova identità, perché la sua storia è troppo affollata di eventi: ancora oggi convivono chiaramente i segni di una lacerazione, con rifiuti abbandonati per strada da una parte e le case curate in ogni dettaglio dall’altra. La ricerca, lenta, di una normalità: quella normalità che arriva con la pace.
La meta di questa strana visita turistica è quanto resta delle Peace Lines, i muri di separazione costruiti per dividere le zone di residenza dei cattolici da quelle dei protestanti: sono state il teatro dei cosiddetti Troubles, definiti “disordini” con evidente ottimismo – considerato che causarono oltre tremila morti. Shankill Road (protestante) e Falls Road (cattolica) oggi sono arterie trafficate come tante altre, non fosse che per quei marciapiedi costeggiati da alte barriere, filo spinato e lunghe file di murales a tema politico e religioso: inneggianti alla corona britannica o di sostegno ai gruppi paramilitari protestanti gli uni, invocanti all’unione dell’Irlanda e all’opera dell’esercito repubblicano irlandese gli altri. Molti, in realtà – e questi potrebbero benissimo sovrapporsi – richiamano il desiderio di pace e libertà, di una nuova vita, del rispetto e dell’amore. A testimonianza che la guerra e l’odio non riescono a distruggere lo spirito umano più nobile, l’arte e la creatività.
Nel quartiere – un quartiere che invita a uno sguardo attento ma discreto – le cicatrici di quelle ferite forse non ancora del tutto rimarginate sono altri murales: tanti, sulle case dei residenti, ogni parete libera da porte o finestre ne accoglie uno; sono l’eco di scontri violenti, il monumento vivo ai caduti del luogo. Resistono al tempo anche i vecchi posti di controllo di polizia: strette porte che chiudevano le vie, graffiti e filo spinato tutt’intorno.
Proseguendo la conoscenza di questa città dai mille volti non si può perdere una visita ai docks, i cantieri navali sul fiume Lagan che raccontano di un passato glorioso che vide proprio qui la costruzione del grandioso e sfortunato Titanic. Nel 1912, questo sobborgo industriale in vecchi mattoni di terracotta era alla sua prova più significativa: quella che lo rese tristemente famoso nel mondo, e che oggi ne ha visto la riconversione in meta turistica. Il transatlantico più grande e più lussuoso dell’epoca prese forma qui, nell’enorme vano lungo 300 metri e largo 30 a forma di scafo che custodì la nave prima del varo. Per chi ama il genere, mostre e visite guidate portano alla scoperta di questa tecnologia ingegneristica senza precedenti e della storia della cantieristica locale.
Per il vostro ritorno in città, e ai giorni contemporanei, a Belfast troverete – in ordine sparso – la Queen’s University (gli irlandesi del nord sono giustamente orgogliosi della loro cultura: oltre il 20% degli studenti frequenta la Grammar School), i Giardini Botanici che meritano di certo una visita, lo zoo cittadino nella campagna collinare, il St. George’s Market (mercato gastronomico coperto) e il War Memorial Museum. Il Northern Ireland Tourist Board al 59 North Street, l’ufficio turistico per informazioni e consigli, saprà proporre itinerari tematici per soddisfare ogni interesse.
Inutile aspettare oltre. È ormai pomeriggio e la sete… di conoscenza delle tradizioni locali più autentiche comincia a farsi sentire: prendiamo pertanto alla lettera l’invito di Judy Crawford, che in due ore di passeggiata e molte più tappe di quelle che riusciremo a reggere ci condurrà alla scoperta dei pub storici della città (www.belfastpubtours.com: è necessaria la prenotazione).
Decidiamo subito di riservare il primo e ultimo locale per placare la sete, ordinando la nostra brava pinta seduti a un tavolo di quel gioiello vittoriano che è il Crown Liquor Saloon: il vociare allegro e gioviale dei belfastiani a fine giornata ben presto ci avvolge, e questa tipica ale già scivola morbida. Da qui partirà il tour di 14 antichi locali, alla maggioranza dei quali riserveremo forzatamente non più di una visita per amor di conoscenza: il Bittles Bar al pianterreno della caratteristica costruzione di Victoria Square, The Deers Head, The Duke of York, The Front Page di Donegall Street che ha visto non poche riunioni di redazione di giornalisti e grafici del Belfast Telegraph e dell’Irish News, The Garrick, The Harbour Bar, Hercules Bar, le antiche Kelly’s Cellars sulla cui vera età ancora si discute, The Kitchen Bar, Maddens, McHugh’s, The Morning Star e l’imperdibile Whites Tavern aperto addirittura nel 1630. Vi gira la testa, eh? E nemmeno abbiamo ancora parlato di eventi… trovate tutti gli aggiornamenti di una ricca stagione qui: www.gotobelfast.com, www.irlanda-travel.com.
Pensierino della sera.
Molti pensano che Belfast sia una city break che si gira e si consuma in poche ore. Nell’idea contemporanea del turismo mordi-e-fuggi potrebbe essere vero. In realtà Belfast ha molto di più da dire a chi ha voglia di ascoltarla: tante anime, non scontata.