Se stai scivolando lentamente sull’acqua e attorno ti scorre il film della bassa Sassonia, saprai di avere iniziato a navigare la Germania da sud a nord, mentre risali il fiume Elba da Dresda ad Amburgo.
Siamo nella ‘crucconia’ meno conosciuta, in quella parte che non ci si aspetta fino a che non la si incontra. E che poi, nonostante la sua timidezza, sa sorprenderti.
Prima di salire, guardando alla stazza del mezzo di trasporto che dell’enormità delle nuove navi da crociera non ha proprio nulla, forse vi chiederete se nel prenotare non abbiate peccato di romanticismo. Dubbi legittimati dalla sensazione che state per rinchiudervi tra due sponde, dentro un enorme barcone con un solo ponte (non lo spazio che riserverebbero le decine di piani delle navi che fluttuano per mare), semplici sdraio orfani di piscina sebbene con la disponibilità di una calda coperta per le giornate più fredde, appena tre attrezzi da palestra al posto dei tecnologici centinaia di mtq, un solo ristorante che di mattino si presta alle colazioni e, nei restanti pasti, si trasforma per dare il lunch e il dinner, un unico corridoio (più mezzo) nel quale certamente non perderete la strada per ritrovare la vostra cabina.
E poi non ci sono casinò, non c’è la mega Spa dove farvi massaggiare se vi annoiate, mentre la storica passeggiata colma di negozi è sostituita da un piccolo corner con pochi capi, per lo più t-shirt, recanti il logo della Compagnia di navigazione, Peter Deilmann.
Se vi aspettavate questo, imparerete subito che la slow-cruise non faceva per voi.
Andamento lento, canta una canzone di Tullio De Piscopo.
Mai due parole renderebbero meglio l’idea. E che fatica all’inizio, se siete tra gli stacanovisti del lavoro, o tra quei mortali sempre di corsa anche se non sarebbe il caso.
Piano piano, però, vi abituerete. Il respiro si sintonizzerà sulla calma non apparente. E riapprezzerete quei ritmi che il corpo, la mente e certamente anche l’anima, riconoscono come propri.
Risalirete l’Elba cogliendone ogni piccolo dettaglio e, se ve la siete scordata, avrete anche il tempo di scendere in cabina a prendere la macchina fotografica per immortalare un paesaggio. Intanto non scappa.
La prima città, quella dell’imbarco, è Dresda, gemellata con la nostra Firenze non a caso. Un concentrato d’arte dove spicca la commistione architettonica, influenza della vicina Repubblica Ceca e della Polonia. Mentre l’ammirerete non potrete non rendervi conto che, fino alla riunificazione avvenuta nel 1991, Dresda si trovava nella Germania dell’Est. Un segnale? Sono pochi gli sportelli bancari, per cui se avrete bisogno di prelevare, dovrete fare ‘la caccia al tesoro’. Altrettanto sottodimensionati gli uffici che danno informazioni ai turisti. Superlativa, invece, la proposta cibareccia.
Noi consigliamo BearGarten, sul fiume, esattamente a 200 mt da dove attraccherete in direzione del centro. Assaggiate un panino della tradizione locale, il thuringer bratwurst con la senape o la salsa rossa, a soli 2,5 euro l’uno. Ve li cuociono davanti agli occhi e di solito c’è la fila. Appetitoso.
Mentre andrete via da Dresda con direzione Meissen (già di rientro quindi dal primo giorno di visita che farete in Repubblica Ceca e dove avrete la possibilità di andare in bus fino a Praga), ricordatevi di voltarvi indietro ad osservare la maestosa Accademia d’Arte che con la sua enorme terrazza/giardino si affaccia quasi sull’acqua.
Passerete sotto al ponte dal quale fanno capolino tante statue, forse anche quella di San Giovanni. E ricorderete di avere scoperto a Praga che proprio a lui si deve questa abitudine. San Giovanni era infatti il confessore della Regina e non volle tradirla svelando i suoi segreti al Re dell’epoca. Per questa ragione venne buttato giù da un ponte e morì, diventando martire. Ecco il motivo per cui tanti ponti d’Europa presentano statue di Santi.
Dopo qualche minuto dall’annuncio della partenza, fate caso alle sirene della nave: suoneranno fra Martino campanaro, una tipica consuetudine da parte del Comandante che vuole salutare i bambini di un asilo sulla destra della sponda. Per farsi ricambiare si sbracciano.
In navigazione, la simpatica Gudrum, l’excursion manager, diventerà una sorta di voceamica. Grazie a lei e alla sua efficienza, saprete sempre quando varrà la pena salire sul ponte per scattare una foto, ma saprete anche cosa state attraversando e se c’è qualche particolarità in quel luogo.
Meissen, dove arriverete il terzo giorno di crociera, è conosciuta soprattutto per essere stata la prima città europea dove ha avuto inizio la produzione della porcellana, anche detta ‘oro bianco’. Tutta medioevale, si trova a soli 25 km da Dresda. Se ci arrivate d’estate quando si raccoglie l’uva l’odore del mosto vi avvolgerà.
Da qui si prosegue verso Wittemberg, la città di Lutero. E’ una visita da non perdere. Entrare nella sua casa, vedere il tavolo dove pranzava discutendo di combattere la corruzione della Chiesa nel 1500, la stufa dove si riscaldava, ma in particolare la statua che ha voluto dedicare a sua moglie Caterina, vi emozionerà. Scoprirete così che lui è diventato il riformista di cui tutti conoscono la storia, unicamente per un fulmine. Avrebbe dovuto diventare avvocato, ma rischiò la vita a causa di una saetta e mentre era decisamente malconcio, fece un giuramento, “Se mi salvo diventerò monaco”. Così fu. E le sue famose 95 regole sono tutte scritte sul portone in bronzo della Chiesa che ne conserva le spoglie.
Dopo Wittemburg si riprende il fiume diretti a Magdeburgo con lo splendido monastero Nostra Signora. Oggi chi vorrà potrà scegliere, invece, di dedicare tutta la giornata in escursione alla capitale tedesca, Berlino. Una città enorme, formata da altre 23 per un totale di 900 mtq, il cui simbolo resta tutt’oggi quei 20 metri di muro ancora in piedi.
Prima della tappa finale, ci si ferma infine ancora in tre deliziose cittadine, Tangermunde, Bleckede e Lauenburg, un villaggio dalle insegne caratteristiche e si attraversa la chiusa di Geesthacht, un momento curioso dove vedere la destrezza dell’equipaggio all’opera.
E qua e là, tra sponde oltremodo ordinate, aree erbose tenute e sfruttate come piccole spiagge, perché non va dimenticato che il mare non è a portata di mano.
In navigazione ci tagliano l’acqua barche di pronto soccorso allestite come ambulanze, alberi sulle cui fronde spiccano palle irregolari di vischio, grossi nidi abitati da cicogne, cartelli di vietato attraccare, piccoli cantieri navali con le rotaie che arrivano fino in acqua.
Andamento lento.