Non è certo passato inosservato il volto a tutto schermo Tv di Gerard Depardieu che chiude lo spot Cirio dicendo ‘Tengo cuore italiano’, una dichiarazione d’amore in piena regola se non fosse dettata dal ruolo di testimonial. Ma mai slogan pubblicitario è stato più veritiero. «Non sono parole spese a caso – ci racconta l’attore, ancora custode del buon vivere pur 4 bypass addosso – Io sto organizzandomi per venire a vivere per sempre in Italia».
Si sa, da molti anni Depardieu nutre simpatia per la nostra nazione, ma che volesse trasferirsi nel Bel Paese definitivamente ci ha comunque sorpresi. Se poi lo farà e quando, non è dato di sapere, di certo c’è che le sue parole sono balsamiche come quelle di un innamorato.
«Io mi sento prima di tutto italiano, non mi riconosco più in un francese. Il mio cuore e la mia testa lo sono a tutti gli effetti perché oramai mi riconosco in tutti gli italiani del mondo, da quello dell’America del Sud a quello che si è trapiantato a Mosca».
E pare che ad attrarlo sia proprio il lato che a volte ci disorienta, quell’essere ‘maccheronì’, come alla fine dell’800 i francesi apostrofavano gli italiani che si trasferivano in Francia per lavoro. «Vi sembrerà strano, ma io apprezzo l’arte che avete di arrangiarvi. La vostra gente è stata in grado di emigrare ovunque, indipendentemente dalle caratteristiche morfologiche o climatiche dei luoghi dove arrivava. Per forzare la cosa potrei dire che nemmeno gli animali si sono adattati a cambiamenti così forti. Ma per restare a buon diritto tra gli esseri umani, ai vostri avi emigranti bisogna fare ‘chapeaux’. Pur spargendosi a macchia d’olio sul pianeta hanno saputo mantenere intatto il proprio DNA e restare se stessi. E anche questo fa parte della vostra bellezza».
E, sebbene di quanto sottolinea subito dopo, non siamo più tanto convinti noi per primi, è indiscutibile che se da fuori ci vedono così qualcosa di vero ci dovrà pure essere. ‘Faites lui confiance’ (letteralmente, dategli fiducia), direbbe un francese.
«Non sono stato educato come voi, non ho alle spalle la vostra storia, ma girando tutto il mondo posso dire che in Italia il rispetto di certi valori, come quello per la famiglia, per la terra, per le radici e per la vita in genere, è ancora forte. Più che altrove state lottando per queste finalità. In più, con il vostro modo quasi scanzonato, come fosse un virus positivo, avete contagiato chiunque abbiate incontrato. Comunque e ovunque. Nel cibo, nel vestire e anche nel ridere».
Ci voleva un francese, per antonomasia amato/odiato cugino d’Oltralpe, per farci valutare l’altra faccia della medaglia della nostra italianità, essere tutto e l’incontrario di tutto? «Io trovo che gli italiani siano più vivi delle loro stesse idee. E apprezzo l’Italia con tutte le sue contraddizioni proprio perchè ci si può trovare rappresentato ogni aspetto. Avete il Nord, il Centro e il Sud così diversi tra loro, ma ogni parte se la sbroglia senza barattare identità o cultura con quella di un’altra zona. Siete riusciti a farmi piacere addirittura la nebbia!».
Depardieu arriva anche a sfatare il mito che ci perseguita da generazioni, quello che nessuna è più femme fatale di una francese, affrancandoci così, una volta per sempre, da quel secolare senso di inferiorità. «La donna italiana è molto materna e sa essere più dolce e servizievole di tutte”, seppure con il neo “Però sa anche essere cattiva, ma almeno, forse così non ci si annoia».
Ad uscirne bistrattata, ma solo per lui, è la moda e ridacchiando Gegè, come lo chiamano nella sua Patria, ci spiega il perchè nel suo italiano verace «Non mi frega niente, posso andare anche a culo nudo, non sono fascinato dagli abiti, ma da quanto ci sta dentro, dal vostro esprit».
E come ci avrebbe consigliato una vecchia nonna saggia, ‘se vuoi conquistare un uomo prendilo per la gola’, scopriamo che con Depardieu è stato questo il copione vincente. Ca va sans dire.
«Amo tutta l’Italia, sebbene ultimamente forse io stia frequentando maggiormente il Sud. In ogni caso, non solo nelle Arti avete meravigliose eccellenze. Sto pensando alla tavola, ai formaggi del Veneto, al prosciutto di Langhirano, alla mozzarella di Napoli, a tutti i vostri tipi di pasta, non unicamente alle orecchiette di cui sono ghiotto. Per non parlare delle verdure, che secondo me restano tra le migliori al mondo insieme a quelle giapponesi.
Di politica non voglio parlare, come accade in Francia d’altronde le ideologie sono andate, sono ‘en merde’. Io adesso mi interesso solo agli aspetti che vedo vitali. E l’italiano lo è. Così come lo è la vostra nazione che riconosco molto, molto vicina alla mia natura più profonda. Per questo lascerò la Francia e verrò a viverci prima possibile. Non vi dico ancora dove, ma vi anticipo che non sarà lontano da Napoli, andrò nel cuore e nella solarità di quella parte di Italia che mi ha sedotto di più».