«Non ha idea di quante valigie non mi sono arrivate, un disastro, specialmente per una che deve fare spettacolo. Adesso ho imparato e con me ho sempre la borsa del trucco e gli abiti da scena, tanto più quando sono preziosi, altrimenti si sciupano le paillettes. Giro per gli aeroporti così, con il mio prezioso fardello a mano. E quando provo a rischiare e decido di mettere tutto in valigia il più delle volte non arrivano. Mi è anche successo di correre a comprare qualcosa per una ripresa televisiva e non trovando niente di adatto mi sono messa una mantella che copriva tutto.
Ma la volta che mi sono arrabbiata di più è stata nel 2005, nel volo Bologna-Los Angeles via Parigi. L’aereo Air France arrivò nella capitale francese con un’ora e quaranta di ritardo e quindi persi l’unica coincidenza che avevo per i prossimi due giorni. Per rimediare mi sono imbarcata verso NY, imbarcando però le valigie sul volo per Los Angeles. Quando ci sono arrivata, alle 22,40 di sera, le valigie non c’erano. Ho fatto denuncia e mi avevano promesso che i miei bagagli sarebbero arrivati con il volo successivo.
Essendo ospite in una villa di cari amici avevo dato il loro indirizzo. Il primo giorno non ho avuto nessuna novità dall’aeroporto. Il mio amico continuava a sollecitare e a pretendere che ci fosse almeno detto dove si erano persi i bagagli ed è per questo che abbiamo scoperto l’inghippo. In quei giorni l’Air France si era divisa dalla Delta e questo aveva creato numerosi disservizi. I miei bagagli erano fermi a NY perché il personale mancava. Alla sera del terzo giorno ho saputo finalmente che erano in consegna. Ma la beffa non era ancora finita.
Erano le 4 del mattino e fuori era ancora notte fonda, quando ha suonato il telefono. Mi sono spaventata a morte perché ho pensato ad una disgrazia. Invece era un inserviente aeroportuale che mi preavvisava telefonicamente la consegna notturna della mia roba. Poco dopo, infatti, ha suonato il campanello di casa e, completamente assonnata, ne sono finalmente rientrata in possesso. Avevo tantissimi abiti nuovi appena dati dagli sponsor e un guardaroba per cambiarmi almeno due volte al giorno. Tra l’altro, siccome non ci speravo più di ritrovarle, ero già andata in un grande centro commerciale, il Century City, il vecchio Century Fox dove prima facevano i film, e mi ero comprata biancheria, abiti e scarpe. Sono rientrata da quel viaggio con il doppio dei bagagli.»
Orietta Berti