Quando nella metà del XIX° secolo gli olandesi decisero di lasciare a causa della siccità e della carestia l’Isola di Anguilla dove coltivavano tabacco, mais e canna da zucchero, non immaginavano certo che questo paradiso naturale che allora sembrava così inospitale, sarebbe diventato una delle mete turistiche più raffinate ed esclusive dei Caraibi.
Anguilla rappresenta infatti un raro esempio di proposta turistica di alta qualità non solo nei servizi, ma anche nello stile di vita offerto agli ospiti. Relax ed ottimo cibo uniti a quiete ed assoluto rispetto della privacy, sono i valori aggiunti offerti dalla popolazione locale, al mare cristallino, alle lunghe e candide spiagge ed ai tramonti dai colori cangianti ci pensa madre natura.
Scegliere Anguilla significa pensare ad una vacanza interamente dedicata a se stessi, si potrebbe definirla una vacanza “ricostituente”. In controtendenza rispetto alle altre località caraibiche, il ritmo qui non è scandito da frenetici ed ancheggianti balli, ma dalla risacca del mare e dal ritmo lento ed avvolgente della musica reggae. Nessuna boutique grandi firme o vetrina luccicante di diamanti, niente limousine, Ferrari o Rolls Royce, nessuna discoteca alla moda. Queste le caratteristiche che fanno di Anguilla il rifugio di star dello spettacolo, grandi imprenditori e campioni dello sport che la frequentano abitualmente.
Sapere dove e quando non è facile perché alle domande, dove Robert De Niro ha costruito casa, o in quale resort alloggiano Nicholas Cage, Brad Pitt, Bill Clinton o Uma Thurman, tutti sorridono cordialmente dicendo che si sono visti in giro per ristoranti, al golf o sulle lunghe spiagge bianche, ma di più non possono rivelare. Questi personaggi è giusto sottolineare, rinunciano volentieri alla mondanità, ma non certo a quanto di meglio possono avere dalla vita e dal loro status sociale.
Ad Anguilla ristoranti ed alberghi perseguono la qualità con scrupolo quasi religioso, la cucina raffinata e curatissima affidata a chef provenienti da tutto il mondo propone ottimi piatti di pesce, aragoste king size ma anche tagli pregiati di carne come il tenerissimo Kobe, o ricette di pollo dai profumi indiani.
Due tra i più prestigiosi resort il Cap Juluca ed il CuisinArt con una carta dei vini di altissimo livello, si sono dotati di ampi ambienti refrigerati dove possono essere degustati e mantenuti a temperatura perfetta, prima di essere serviti, i vini delle migliori cantine italiane e francesi e la vasta scelta di Champagne e bottiglie riserva delle annate più pregiate.
Al CuisinArt Resort vi è una serra idroponica nella quale vengono coltivate frutta e verdura raccolte quotidianamente per garantirne la freschezza. Le Spa presenti nelle strutture hanno personale altamente qualificato ed i trattamenti eseguiti sono all’avanguardia nei campi della bellezza e del benessere.
Ma veniamo al golf, recentemente sono state ultimate le 18 buche del Temenos Golf Club, championship course par 72 disegnato da Greg Norman. Il Temenos Golf Club affidato a Troon Golf la compagnia di Scotsdale Arizona che gestisce nel mondo più di 185 campi tra i più belli e lussuosi segue la filosofia diffusa in tutta l’isola, offrire qualcosa di speciale a chi è abituato ad avere il meglio.
Ecco allora che, oltre al golf cart munito di navigatore satellitare che segnala ogni distanza, ad ogni coppia di giocatori è assegnato un forecaddie, il cui compito ad ogni buca sarà di consigliare la strategia di gioco migliore, ricercare eventuali palle uscite dal fairway e, per chi lo gradisce, indicare la linea del putt. Progettando il Temenos, sebbene aiutato dalla bellezza naturale del paesaggio, Greg Norman ha saputo trarne il meglio per questo percorso, realizzando diciotto buche divertenti ed impegnative.
Lungo 7393 yards (6760 mt.) per chi vuole cimentarsi dai tee più lontani, è ricco di ostacoli d’acqua e grandi bunker che lo squalo bianco ha saputo piazzare nei punti più delicati del percorso. Grazie ad una manutenzione scrupolosa in ogni parte ed alle cinque partenze differenziate ad ogni buca, è un campo che riserva sorprese e divertimento ai giocatori di ogni livello. I green sono vasti e come piace agli americani, una volta arrivati in green, spesso c’è ancora tanto da fare per salvare lo score.
Memorabile la buca quattro, un dog leg par quattro di 432 yards (395 mt.), dopo un buon drive che dai back tee dovrà sorvolare il lago sulla destra del fairway, si dovrà con il secondo colpo evitare un lungo bunker che costeggia la buca per 180 metri sulla destra allargandosi fino al centro del fairway, nonchè un fitto cespuglio posizionato a sinistra del green sviluppato su due piani con pendenze accentuate.
Dalla buca otto l’acqua diventa inseparabile compagna di gioco, la si trova in ogni buca o sui lati, o di fronte, o intorno ai green. Norman ha voluto impedire al golfista di essere distratto dalle meraviglie naturali e dai panorami dell’isola, mantenendolo concentrato su ogni colpo. Il risultato è che questo percorso resterà sicuramente nella memoria di chi lo ha giocato.
Il green fee richiesto per misurarsi con il Temenos è di 400 $ più 15 $ di servizio a persona, sono inclusi il golf cart, il forecaddie e due bottiglie d’acqua.
Dopo il golf, allo Zurra, il ristorante della club house, gustosa la Lobster salad con asparagi avocado bacon e uova sode.
Pur privilegiando l’assoluta tranquillità, Anguilla non è comunque un luogo dove ci si annoia, agli amanti dello snorkeling, la spiaggia di Little Bay nella parte centrale della costa Nord, darà l’opportunità di nuotare in una piscina naturale dalle acque turchesi, incastonata tra un’alta scogliera e la barriera corallina, osservando da vicino le attività quotidiane di una grande comunità di pesci variopinti. Ogni giorno piccole e grandi barche salpano con a bordo gli appassionati della pesca sportiva alla ricerca di tonni o dei velocissimi wahoo, che naturamente andranno rilasciati subito dopo la foto di rito.
Chi ama la vela troverà qui il luogo ideale per praticarla, la vela è infatti lo sport nazionale di Anguilla. Per conoscere storia, tradizioni e curiosità dell’isola, interessante da visitare l’ Heritage Colllection Museum ed incontrarne il curatore Coleville L. Petty, storico scienziato e scrittore. L’arte anguillana è molto attiva e nelle numerose gallerie si possono acquistare luminosi e coloratissimi dipinti, oltre ad armoniose sculture di artisti locali o haitiani.
Chi cerca intimità e romanticismo potrà cavalcare sulla riva del mare lungo una spiaggia deserta. Le notti anguillane, come dicevamo, non sono fracassone, non ci sono street bar o disco, ma la musica è comunque presente nelle sua forma più eccelsa, ovvero eseguita dal vivo. Da provare almeno per una notte, la Pumphouse, un magazzino del porto, con relativa vecchia pompa diesel, trasformato dopo una ristrutturazione minimale, in un ristorantino informale. Terminata la cena, un’ottima band esegue magistralmente brani reggae propri e classici di Bob Marley e Peter Tosh. Tra rum punch e mojitos si balla in un’atmosfera di puro divertimento tra turisti e anguillani.
Se poi vi capitasse di vedere Angelina Jolie, Michael Jordan o Celine Dion ballare al vostro fianco, ricordatevi la “regola locale”: voi non li avete riconosciuti.