Viaggiare attraverso il Guatemala significa immergersi in un mondo antico ed inusuale per noi europei, la natura, le abitudini ed i costumi degli abitanti sono lontani dal nostro quotidiano.
Ogni giorno che si consuma in questo paese consente nuovi sguardi su gente che i secoli di dominazione spagnola non hanno distolto dagli antichi rituali, anche semplici, ereditati dai loro nobili progenitori Maya. Un popolo che non ha disperso un sapere, tramandatosi spesso verbalmente, che trova le sue origini agli albori di una civiltà ricca di fascino e di mistero.
Siamo nel cuore di una regione completamente dominata dalle forze della natura, vulcani che si innalzano fino alle nuvole, una flora inestricabile che si aggrappa con tenacia al terreno e una fauna multiforme che condivide il proprio habitat con gli abitanti dei villaggi più remoti.
Chi ama il golf trova in Guatemala quanto di più suggestivo possa offrire un paesaggio incontaminato.
L’aereo proveniente da Madrid ci sbarca a Città del Guatemala, capitale dello stato, per una visita ad alcuni dei principali monumenti della città come nella Plaza Mayor, l’imponente Palazzo Nazionale della Cultura, uno dei musei più importanti già sede della Presidenza della Repubblica e la neoclassica Cattedrale Metropolitana costruita agli inizi del 17° secolo, uno dei pochi edifici sopravvissuti al devastante terremoto del 1917.
Da qui seguendo la strada nazionale 18 per 28 chilometri raggiungiamo San Josè de Pinula dove pianteremo i nostri tee sulle partenze dell’Altavista Golf & Tennis Club. Aperto nel 1991 l’Altavista ha un percorso di 18 buche par 71 di 6764 iarde (6185 mt.) ed è sede della prima Accademia di Golf in Guatemala. La club house monumentale contiene, oltre agli usuali servizi, ben tre ristoranti, uno dei quali tra i più premiati del paese, sauna, bagno turco, una palestra, un campo da squash ed una piscina coperta. Il campo da golf si sviluppa su diversi livelli inerpicandosi, siamo ben oltre i 1500 mt. di altitudine, lungo le pendici delle montagne circostanti.
Con solo due ostacoli d’acqua, la difesa dei green è affidata ai 74 bunker disseminati sulle buche ed ai 1800 alberi che fiancheggiano i fairway. Il rough è comunque piuttosto punitivo e come in tutti i campi d’altura le palle giocate malamente rotolano dovunque, a volte anche fuori limite e non sono sempre facili da recuperare. Il gioco è sempre avvincente ed il campo, non a caso considerato il più impegnativo del Guatemala, è decisamente non facile, soprattutto per chi è abituato a mantenere i piedi in piano e per chi ama “spingere” i colpi. I green, dall’aspetto pianeggiante, nascondono invece pendenze ingannevoli, difficili da interpretare al primo giro.
La manutenzione all’Altavista è ottima e lo staordinario panorama che si gode giocando, fortunatamente non incide sul prezzo del green fee, molto conveniente di 45 $ (33.5 Euro circa) che salgono a 55 $ (41 Euro circa)nel week end.
Lasciato l’Altavista ritorniamo verso ovest e superata Città del Guatemala raggiungiamo Antigua che è stata capitale dello stato dal 1543 al 1773, anno in cui venne rasa al suolo da uno spaventoso terremoto. Fu per questo abbandonata dagli abitanti che si trasferirono 45 km a est, dove attualmente sorge Città del Guatemala. Dichiarata nel 1979 patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, Antigua è considerata una delle più belle ed antiche città d’America. Circondata da tre ciclopici vulcani, Agua, Fuego e Acatenango, conserva ancora splendidi palazzi coloniali che hanno resistito a più di una dozzina di terremoti, l’ultimo nel febbraio 1976 e a numerosi incendi e inondazioni.
Da Antigua proseguiamo per circa 17 chilometri sulla carrettera 14 fino a raggiungere, nel mezzo di una riserva ecologica, Fuego Maya uno stupendo 18 buche inaugurato di recente ed ultimo nato tra i campi da golf guatemaltechi.
Adagiato alle falde del vulcano Fuego e circondato da altri tre vulcani, Agua, Acatenango e Pacaya, ancora oggi in piena attività, il golf è nato su disegno di Pete Dye famoso progettista dell’Ohio autore di numerosi campi famosi tra cui Teeth of the Dog di Casa de Campo in Repubblica Dominicana e Parco di Roma in Italia.
Dye coadiuvato nel progetto dal figlio Perry, ha realizzato un percorso di rara bellezza approfittando degli eccezionali scenari offerti dai vulcani. Pensato con un concetto tipicamente americano Fuego Maya è caratterizzato da ampi spazi, larghi fairway ondulati con numerosi bunker inseriti senza parsimonia, ostacoli d’acqua emozionanti, grandi green e numerosi tee di partenza.
A qualunque livello lo si affronti è un campo ricco di sorprese, vi sono buche che costeggiano profondi barranchi neri di lava solidificata ed altre con emozionanti dislivelli, che creano un continuo avvicendarsi di nuove situazioni di gioco. Circondati dai quattro giganti addormentati il tempo vola e ci si ritrova sul green della diciotto con la voglia di ritornare al tee della uno.
Ha un legame speciale con il calendario solare Maya questo par 72 di 7.295 iarde (6670 mt.), un calendario che comprende 18 mesi di venti giorni ed uno corto di cinque.
Zotz, Tzec, Yax Kin sono alcuni dei nomi di questi mesi assegnati a ciascuna delle buche.
Misurarsi con Fuego Maya costa 150 $ (113 Euro), inclusi golf car per due persone e 50 palle al campo pratica, per chi volesse l’assistenza di un caddie il costo è di 20 $ (15 Euro).
Terminato il golf la nostra visita continua in direzione nord ovest con destinazione Chichicastenango a quota 2030 mt. s.l.m.. La città è da sempre un importante luogo di scambi commerciali tra i nativi e le sue strade sono una costante esplosione di colori, di merci e tessuti.
La domenica, sono spettacolari le processioni delle confraternite religiose che attraversano l’affollatissimo mercato negli sgargianti costumi della tradizione. Gli abitanti di Chichicastenango seguono una fede religiosa composta di elementi cattolici e riti tradizionali Maya, le funzioni religiose nella chiesa principale sono sovente celebrate in contemporanea da sacerdoti e sciamani.
Prima di lasciare questo affascinante paese partiamo per Flores nel nord del Guatemala, da lì raggiungeremo la città di Tikal, uno dei siti archeologici più importanti della civiltà Maya le cui rovine svettano sopra una pianura ricoperta dalla foresta pluviale, tra queste, la più alta il Tempio del Giaguaro, riporta alla mente gli antichi riti di questo popolo che conosceva il moto degli astri e sognava di controllare le forze della natura innalzandole a divinità. Ai loro discendenti hanno lasciato misteri, tradizioni ed un ricco patrimonio culturale da proteggere e consegnare all’umanità.