«Tanti anni fa ero in California e ricordo uno spavento legato ad un mio preconcetto. Mi ero fermato all’imbrunire su un piazzale perché il campeggio dove volevamo andare era pieno. Quell’area ci era sembrata sufficientemente sicura, aveva dei negozi chiusi vista l’ora ed un grande posteggio. Era lungo la costa, non in città.
Ad un certo punto stavamo andando a letto e abbiamo sentito un rumore di motociclette. Mi sono affacciato dalla tendina e ho visto una trentina di bikers, tutti con il giubbotto di pelle, le borchie, i tatuaggi, elmetti nazisti.
Li ho visti fare qualche giro davanti al mio camper e poi si sono fermati a semi cerchio accerchiandoci. Sono scesi e venivano verso di noi. Mi sono terrorizzato perché tutta la letteratura e la cinematografia che avevo visto non mi rassicurava. Prevedevo scenari terribili di rapine e morti. Sono saltato davanti, sceso in pigiama al posto di guida pronto a ingranare la marcia e scappare.
Invece questi ci hanno superato e sono andati oltre il nostro camper. Si erano fermati a fare pipì e avevamo visto il campo dietro di noi. Subito dopo se ne sono andati tanquilli come erano arrivati. Io mi sono sentito un imbecille prevenuto.»
– Giancarlo Magalli