Viaggiando tra Quebec City e Montreal, ci siamo fermati a rendere omaggio a Gilles Villeneuve sepolto nel cimiterino di Berthier Ville in rue St Viateur. All’ingresso sulla cancellata due colonne con sulla sommità due angeli trombettieri, mentre in mezzo al piccolo parco, praticamente senza ombra perché i pochi alberi sono laterali, una grande croce a dividere la zona esta da quella ovest. Trovare la tomba è un’impresa perché non c’è nessun possibile riferimento che aiuta.
Le tombe ad un primo sguardo si presentano tutte simili, comunque tutte relativamente basse e semplici. L’unica cosa da sapere è che, se mentalmente dividerete l’intera area in 4, la lapide intitolata alla famiglia Villeneuve resta vicino al margine sinistro a metà circa prima del secondo lotto. Non sbaglierete se terrete alla vostra destra il muro bianco del primo caseggiato che c’è oltre il confine e se vi fermerete 15 passi prima che questo finisca, voltandogli le spalle e contando circa 10 passi verso il centro.
Il sepolcro per essere dedicato a un personaggio così conosciuto è uno dei più semplici mai visti. Una lapide di marmo grigio scuro appoggiata su un parallelepipedo di pietra grezza che a sua volta appoggia su una base di cemento. Gilles in realtà è stato cremato e pare che qui, insieme ai resti dell’amato padre Seville, morto 5 anni dopo di lui, sia stata messa appunto un’ampolla con parte delle ceneri. Comunque sia la lapide, oltre le date di mascita e morte 1950-1982, porta anche il suo nome.
Subito sotto, molto consumata forse dai tanti tifosi che l’hanno accarezzata, una filante monoposto dove si legge ancora sia Fiat, per cui si presume possa essere una Ferrari, che Agip, uno degli sponsor del suo ultimo mondiale.
E davanti a questo semplice sepolcro, c’è una tomba che vi strapperà, se non una preghiera, certamente una preghiera. Recita: “Non è che un arrivederci”. Scolpita sul marmo una strada che porta ad una casa dai cui camini esce calore. Sullo sfondo le montagne, gli alberi e il sole. Incamminate per quel sentiero due giovani abbracciati, fratello e sorella, Jean Marie Depuis e Gisele, morti rispettivamente nel 1972 e nel 1973, il primo a 26 anni, la seconda a 29 anni. Sulla sinistra troviamo, aggiunto, morot a 80 anni nel 2001, il papà Azarias. La cosa che sconvolge è che è toccato alla moglie, più vecchia del marito di 12 mesi, oggi 89enne, seppellire tutto il resto della sua famiglia.
Una curiosità. Appena usciti dalla Highway, nel locale dove si gusta il tradizionale pollo Kentuky, al posto del soffitto e sui muri, pezzi di Ferrari, caschi di Gilles, poster ricordo, una cartografia del cavallino rampante. E infine il Museo Gilles Villeneuve. Impossibile non incrociarlo se attraversate il Paese, un edificio rosso e grigio cemento con enormi bandiere a scacchi. Aperto dalle 9 alle 17 all’esterno c’è, riprodotta a grandezza naturale, la Ferrari n. 27 del campione che sventola il guanto in segno di vittoria.