Attraversando il Montana, lo stato a Nord Ovest degli USA, si ha la sensazione che gli abitanti, nonostante l’avanzato sviluppo tecnologico, vivano ancora alla maniera dei primi pionieri arrivati tra queste montagne seguendo la “Gold Rush”, la frenetica corsa all’oro, nella seconda metà del XIX° secolo.
Il “Big Sky Country” regala al viaggiatore gli stessi panorami che furono ammirati dai Nez Percé, la tribù indiana che percorreva questi territori sulle tracce dei bisonti e da Lewis e Clark, gli esploratori che aprirono la strada ai coloni verso il lontano Ovest nei primi anni del 1800. Tutto da queste parti ricorda il leggendario Far West. Le città fantasma come Virginia City e Nevada City, conservate esattamente come se i minatori dovessero ritornarvi ogni sera dopo una dura giornata passata a scavare cercando la ricchezza, sono musei a cielo aperto tra le sconfinate praterie punteggiate dagli scuri mantelli del bestiame al pascolo.
“Selvaggia con stile” ha definito la propria terra Danny Dutton che qui vive e gioca a golf da sempre. Selvaggi con stile sono i campi da golf che abbiamo trovato.
Il nostro itinerario parte da Bozeman, porta aerea dello stato dove siamo atterrati arrivando da Denver Colorado. Ci sposteremo in auto, le strade sono ovunque larghe e scorrevoli. Seguendo l’Highway 191 sud per 39 miglia raggiungiamo il Big Sky Mountain Village. Costruito nel 1974, il Big Sky Golf Club si trova su di un altipiano a 1980 mt. s.l.m., disegnato da Arnold Palmer ha 18 buche par 72 . Grazie all’altitudine i drive volano lunghissimi e le distanze, non spaventano anzi esaltano i golfisti.
Il percorso è vario e divertente, molto ondulato ma senza grandi dislivelli tra le buche, una sorta di link con piccoli bunker. Un torrente costeggia alcune buche, prima di terminare in un limpido laghetto. Palmer ha voluto rispettare al massimo l’ecosistema per cui niente alberi ai lati del percorso, ma grandi e colorati cespugli dove le palline mal giocate scompaiono facilmente. Tra uno swing e l’altro incontri ravvicinati con castori, cervi e moose, le grandi alci dalle corna a pala famose anche da noi grazie ai cartoons di Topolino.
Dopo questa esperienza ad alta quota proseguiamo verso est fino a Virginia e Nevada City, quindi a nord, incrociamo la Hwy 90 che seguiremo fino a Deer Lodge per una visita al Grant-Kohrs Ranch. Sito storico nazionale, è ancora oggi testimonianza vivente del lavoro dei cow-boy fin dal 1850. Lasciata Deer Lodge risaliamo verso nord sulla statale 83 e costeggiando le Mission Mountains arriviamo sulle rive del lago Flathead a Bigfork.
L’Eagle Bend Golf Club offre 27 buche di puro divertimento, un championship course par 72 realizzato nel 1984 su progetto di William Hull ed ampliato nel 1995 con le 9 buche disegnate da Jack Nicklaus Jr. Il percorso, curato da una manutenzione quasi maniacale, ha diversi ostacoli d’acqua, green veloci e ondulati, larghi fairway e grandi bunker di sabbia bianca. Siamo a 890 mt. s.l.m. ma dopo le prime buche si sale ulteriormente per entrare in un bosco fitto di abeti. Dalle partenze alte si godono panorami memorabili sul lago Flathead e sulle “Lake Nine” disegnate da Nicklaus Jr. che lo raggiungono fino a lambire il porticciolo turistico. Dopo il golf, al ristorante della Club House da non perdere l’Angus Burger.
Uscendo da Bigfork ritorniamo a sud percorrendo la riva destra del Flathead lake fino alla riserva indiana dei Salish, Kootenai e Pend d’Oreille. A St Ignatius, dove vivono i discendenti dei guerrieri di queste tribù, visitiamo l’omonima missione creata nel 1854 dai religiosi cattolici e l’Indian Museum & Trading Post dedicato alle tradizioni indiane.
Riprendiamo la Hwy 90 ed a Drummond deviamo per Philipsburg famosa per le case multicolori e le miniere di zaffiri, quindi raggiungiamo Butte, città che agli inizi del ‘900 raggiunse 130.000 abitanti in 10 mesi dopo la scoperta di oro argento e rame. Qui è possibile entrare in uno “Speakeasy”, bar clandestino dove si servivano alcolici durante il proibizionismo ed all’hotel Steven aperto nel 1890, entrambi rimasti intoccati dalla loro chiusura nel 1929 quando il crollo di Wall street e la grande depressione spopolarono la città. Oggi Butte ha 30.000 abitanti e tanti edifici vuoti anche nella Mean Street.
A poche miglia da qui, ad Anaconda, vi è uno dei campi da golf pubblici più belli e particolari negli USA, l’Old Works. Firmato da Jack Nicklaus è un esempio di riqualificazione ambientale attraverso il golf. Costruito a circa 1600 mt. s.l.m. su di un’area utilizzata per estrarre il rame dal materiale scavato nelle miniere di Butte, l’Old Works si sviluppa in un paesaggio caratterizzato da contrasti sconcertanti e da colori inusuali.
In questo lungo championship course par 72, Nicklaus ha saputo approfittare in pieno della particolarità del luogo, l’erba sembra adagiata su rocce che paiono lunari. Il campo è realizzato a regola d’arte e la manutenzione è degna di un Open. Cinque diverse partenze ad ogni buca permettono divertimento ai giocatori di ogni livello, gli ostacoli d’acqua limpidissima si alternano agli spettacolari bunker di sabbia nera ricavata dai resti delle lavorazioni minerarie. Un percorso unico e di grande fascino dove ogni buca per la sua particolarità meriterebbe di essere citata come la più bella.
Memorabile questa esperienza nel Montana, dove il golf asseconda e sfida una natura indomabile. Torniamo verso Bozeman per volare verso casa, negli occhi i mille colori di questa terra selvaggia e gentile, di vasti spazi e grandi emozioni.