Essere amate di un amore che travalica l’eternità è il sogno di tutte le donne. Ma non è stato soltanto il mondo femminile a commuoversi davanti all’immutato segno di affetto che Michail Sergeevič Gorbačëv, o più semplicemente nella traslitterazione italiana “Gorbaciov”, ha voluto tributare a sua moglie Raissa Maximovna. Per ricordare la compagna di una vita, morta di leucemia nel 1999, l’ex-presidente dell’Urss ha appena inciso un disco con tutte le canzoni preferite dalla consorte. «A settembre passato saranno passati dieci anni dalla sua morte e in questa occasione volevo rammentarla in un modo speciale – racconta l’ex leader del Cremlino con voce pacata e timbro caldo dai toni profondi -. E visto che mi piace cantare e canto sovente con i miei amici, loro mi hanno proposto di fare uscire un disco in sua memoria. Raissa amava molto queste romanze e così ho voluto dedicarle l’intero album».
Forse il suo gesto non passerà alla storia come quello del moghul Shah Jahan che nel 1632 in memoria dell’amata moglie Arjumand Banu Begum ha fatto costruire in India il Taj Mahal, una delle sette meraviglie del mondo, ma l’ultimo segretario del Partito comunista sovietico ha già centrato il suo obiettivo, la “prima londinese” ha raccolto quasi un milione e settecento mila sterline.
«Ero intenzionato a dare un ulteriore contributo all’opera di beneficenza cui lei si dedicava e visti i risultati sono soddisfatto. Tra l’altro, considerato che le persone che hanno conosciuto Raissa vogliono condividere con il mondo intero i ricordi serbati su di lei, nei mesi a venire la Fondazione Gorbaciov ha in programma alcuni incontri il cui ricavato verrà ulteriormente devoluto a favore dei bambini malati di leucemia».
Ma “Canzoni Per Raissa”, realizzato insieme ad Andrei Makarevic celebre compositore e musicista russo, anche leader del gruppo rock Mashina Vremieni (La macchina del tempo), vista la datata passione di Gorbaciov per la musica lirica, potrebbe addirittura avere un seguito. «Sono grato ad Andrei per il sostegno e l’aiuto che mi ha dato nel fare l’album perché mi ha permesso di entrare dalla porta principale in un mondo che amo. Con lui siamo amici da molto tempo, forse anche per questo ne è nata una collaborazione molto stimolante. E chissà che non possa continuare…».
Il disco, salvo ripensamenti dovuti all’ottima raccolta fondi, comunque non verrà messo in vendita nei negozi e l’esclusiva di un pezzo live è stata fatta da Gorbaciov soltanto a favore della serata di presentazione. Cedendo alla richiesta di un pubblico stellato ha cantato dal vivo æVecchie Lettere”, una delle più commoventi tra le sette romanze incise. «In quegli istanti il mio pensiero non è andato soltanto a mia moglie, ma a tutte le persone importanti della mia vita. A mio nonno Pantelei, comunista di vecchio stampo, grande esempio di onestà, al mio saggio padre che ha contribuito a plasmare la mia personalità pur essendo un semplice contadino, al legame molto forte con mia madre Maria, una bella donna ucraina. Questo sebbene la felicità pura sia stata Raissa perché a noi due è accaduto quello che capita a pochi, innamorarsi a prima vista per tutta la vita. Formare con lei una famiglia vera, una casa, è stata una gioia immensa e quando Raissa è venuta a mancare a consolarmi per il vuoto lasciato è stata nostra figlia Irina».
Ma cosa interessa ancora a quest’uomo di 78 anni con quella voglia sulla testa che lo rende non solo unico, come siamo tutti, ma anche inconfondibile?
«Io sono cresciuto nel sud della Russia, sono figlio di quelle terre e so bene quali sventure portano con sé la siccità, le inondazioni e le altre calamità naturali. Quando ero alla guida dell’Unione Sovietica, responsabile anche dell’agricoltura, avevo afferrato in tutta la sua profondità il legame fra l’uomo e l’ambiente e in uno dei miei interventi dichiarai che per combattere questa minaccia serviva qualcosa di simile alla Croce Rossa, però sul fronte ecologico. Così nel 1992 nacque Green Cross International che oggi ha 30 sezioni nel mondo, una delle quali in Italia».
Nonostante questa organizzazione non governativa sia cresciuta a dismisura e continui a consolidare le proprie posizioni in molti Paesi in via di sviluppo, Gorbaciov non si accontenta. «Oggi sogno che Green Cross possa realizzare la sua missione a livello mondiale, per questo nonostante da due anni abbia lasciato la carica di Presidente, indirettamente continuo a seguirla da vicino perché è una mia creatura e vorrei invitare tutti coloro che hanno a cuore il pianeta a conoscere i suoi programmi».
C’è soltanto una sfida che il Premio Nobel per la Pace Gorbaciov non raccoglierà mai pur essendo stato con l’avvio della Perestroika (il processo di cambiamento dell’Unione Sovietica) e la fine della Guerra Fredda, uno dei più grandi protagonisti della storia del Novecento.
Ed è l’ultima riflessione sulla sua grande storia d’amore a svelarci quale. «Tutte le romanze incise mi riportano alla mente la mia vita con Raissa suscitandomi una girandola di sentimenti dolcissimi. Ma mia moglie amava molto anche le canzoni napoletane e in particolare “Dicitencello Vuje” che non mi azzarderei mai ad eseguire perché so perfettamente che purtroppo non ci arriverei. Però, gliela dedico mentalmente tutte le volte che l’ascolto».