In Svezia non abita più Pippi Calzelunghe, la simpatica monella nata dalla penna della scrittrice svedese Astrid Lindgren, della quale il 14 novembre ricorrerà l’anniversario ultracentenario. In realtà si chiama Inger Nilsson e oggi è adulta, vive e lavora in Germania, ma a lei abbiniamo automaticamente il ricordo di quel viso lentigginoso e di quelle treccine rosse sempre orizzontali che ci ha fatto tanto divertire nella serie più cult della fine degli anni ’60, riproposta recentemente in Tv.
Inger da bambina non assomigliava per niente alla bimba alla quale ha prestato il volto, era tranquilla e affatto spericolata nei giochi, ma con Pippi ha in comune una filosofia, che pare nata per un viaggiatore. «Importante – esordisce Inger – è vivere aprendo la propria mente e portando sempre con sè la curiosità del conoscere e dello scoprire, anche quando ci si sposta».
Qual è il viaggio che ricollega a Pippi?
«Pippi mi ha regalato un viaggio straordinario nelle Indie dell’Ovest, alle Barbados. Là sono state girate alcune scene ed era la prima volta che viaggiavo senza genitori, accompagnata soltanto da quelli della compagnia cinematografica. Non ho avuto alcune disavventura e quindi ricordo quel viaggio come irripetibile».
Come la protagonista di quella fortunata serie Tv, sa adattarsi e vivere senza confort?
«In viaggio sì. Non ho problemi ad adattarmi e mi riesce benissimo. Dormo in tenda, mi lavo appena posso, in pratica i viaggi spartani non mi creano alcuna difficoltà».
Lei è nata a Vimmerby: ci torna ogni tanto?
«Là ho ancora mia madre e quindi ci torno spesso. Tra l’altro a Vimmerby ora c’è un Parco stupendo intitolato a Pippi Calzelunghe e alla sua autrice Astrid Lindgren. Consiglio questa visita a tutti, non solo a chi ha dei bambini».
E da adulta, il viaggio più bello?
«Purtroppo viaggio soprattutto per lavoro e arrivo in particolare nelle grandi città, che però fortunatamente adoro perché le trovo tutte interessanti. Ma l’anno scorso sono stata in Indonesia, a Bali e forse è stato questo il viaggio più bello, o forse mi è rimasto impresso perché non ero mai stata in Asia prima ed è stata una sensazione nuova. Tratti somatici e tradizioni così diverse dalle nostre, mi sembrava di essere stata proiettata in un altro mondo».
Cosa non dimentica mai a casa se si sposta?
«Con me ho sempre lo spazzolino da denti e il bikini. Se c’è l’occasione mi piace molto fare il bagno, ma voglio farlo con il mio costume, quello scelto con cura e adatto al mio fisico. È per questo che lo tengo sempre nella borsa a mano cosicché se mi perdono le valigie, almeno non perdo il mio bikini».
Viaggiando ha iniziato a fare qualche collezione?
«Non ho mai fatto una collezione vera e propria, anche perché ho una casa piccolissima. Però c’è una cosa che compro sempre ovunque io vada. Qualche scarpa particolare. Ho una reale passione e ne ho tantissime, sono una mania. Nell’ultimo viaggio a Bali ne ho comprate addirittura dieci e ho fatto fatica a portarle indietro».
Viaggia con tanti bagagli?
«Non più di due, ma comunque ho la brutta abitudine di riempirli fino all’inverosimile. Viaggio sempre con troppa roba e così mi devo tirare dietro un peso esagerato».
Potendo scegliere, c’è un luogo dove le piacerebbe morire?
«Più che un posto, un modo. Mi piacerebbe farlo sorridendo, insomma felice. Mi auguro questo, ma me lo posso soltanto augurare, immaginare e sperarlo, niente di più purtroppo».