Eva Henger è nata a Gyor in Ungheria, ma sin da giovanissima la sua vita professionale l’ha portata a frequentare Budapest.
Tra un lavoro e l’altro, tra gli ultimi la Tv in Saturday Night Live su Italia 1 e il cinema come protagonista del film “Torno a vivere da solo”, ci ha portato con lei per farci conoscere la città dove ha mosso i primi passa da modella.
Hai un posto del cuore a Budapest?
«Sono profondamente legata a tutta la città, ma quando avevo 15 anni e lavoravo come modella ho scoperto l’Isola Margherita, un parco immenso nel mezzo del Danubio dove mi piaceva affittare una bici a 4 ruote e fare un giro. Ancora adesso ci vendono il migliore zucchero filato che io abbia avuto modo di assaggiare».
C’è un hotel che ti è particolarmente caro?
«Ce ne sono due. Il primo è l’Hyatt, nel cuore della vecchia Budapest dove andavo prima di comprare casa. Mi piaceva perché è vicinissimo al famoso Ponte delle Catene, dal quale si gode una vista spettacolare sul Danubio e sul più bel Parlamento del mondo. Ma quando mi sono sposata con Riccardo, anche se la festa l’abbiamo fatta nella mia città natale di Gyor, abbiamo preferito disperdere le nostre tracce e passare la prima notte di nozze al Marriot di Budapest. Non lo abbiamo detto a nessuno e volutamente siamo andati dove non eravamo mai stati. Preferivamo restasse una cosa intima e privata. Purtroppo per esperienza so che l’attenzione dei media toglie atmosfera anche ai momenti più importanti. Abbiamo cenato a lume di candela nel ristorante interno senza confidare nemmeno al personale che era una cena così significativa».
Trovo curioso che tu abbia accennato al Parlamento, lo citano in pochi tra le bellezze di un Paese.
«Per me rappresenta un posto speciale. Ci sono andata in gita con la scuola quando avevo 13 anni e ho potuto visitarlo tutto, ammirarne la sontuosità degli arredi nei saloni e la maestosità dell’edificio in sé. Credevo che mi avesse colpito perché ero piccola, ma poi ne ho visti altri…».
Cosa ti manca dell’Ungheria adesso che vivi in Italia?
«La cucina, infatti quando ho tempo metto in tavola i nostri piatti ungheresi. In particolare preparo un ottimo fozelek che è un piatto della vecchia tradizione culinaria. Consiste in un minestrone di verdure, ma molto denso. Mi ricorda l’infanzia perché la mia mamma lo faceva spesso. In Ungheria si mangia più salutare che in Italia, durante tutta la settimana lavorativa si preferisce mangiare verdure e frutta. La carne è riservata al week end».
Dove si può gustare un buon fozelek a Budapest?
«Certamente al Fozelek Bar dentro al centro commerciale Western City. Ci sono andata appena due settimane fa con mia figlia Mercedesz che ha compiuto 17 anni il 18 agosto. Là dentro ci sono tutte le cucine del mondo, ma mi fa sempre piacere ritrovare i piatti della mia terra, anche se io scelgo sempre le varianti proposte dal locale e dentro il fozelek metto un wurstel tagliato a fettine o della carne così lo trasformo in un piatto unico».
Cosa altro compri a Budapest e dove?
«Non sono una che ama lo shopping, anzi non lo trovo affatto antidepressivo come sostengono molte mie amiche. Mi mette ansia perché odio la confusione. In tutti i casi in Ungheria non comprerei certo gli abiti, oramai in questo sono italiana e ho i vostri gusti. Ogni volta che curioso nelle vetrine ungheresi non trovo più una moda nella quale mi riconosco».
Ma se un’italiana volesse farsi tentare dalla vostra moda?
«Allora dovrebbe andare in Vaci Ut, la via principale piena di lussuosi negozi».
Mentre tu, cosa acquisti in Patria?
«A Budapest compro soprattutto libri, mi piace leggere nella mia lingua madre e purtroppo in Italia non arrivano. L’ultimo autore che ho letto è Lajos Zilahy e il suo Kèt Fogoly (cioè, due prigionieri). E’ uno scrittore che è stato molto discusso, al punto da essere espulso. Un altro che mi piace tantissimo è Lajos Szilvasi, sono simili i nomi, ma hanno stili molto diversi Quando torno in Ungheria inoltre compro anche autori inglesi famosi in America, quali Jackie Collins e Martina Cole, difficili da trovare in Italia».
Budapest è famosa per le sue antichissime terme. Non ne hai una da segnalare?
«Io amo andare alle terme dell’albergo Gellert, non solo perché l’acqua è curativa e mi ci portava da piccola mia mamma Eva, che aveva problemi di schiena, ma anche perché sono affezionata alla figura di Gellert, studiata sui libri. Era un vescovo di origini italiane che nel 1046 fu gettato dalla rupe dai pagani in rivolta contro il cristianesimo. Gli hanno intitolato la montagnola in cima alla quale è ubicata la Cittadella ».
Infine, un consiglio da donna a donna e uno da donna a uomo.
«Alle donne dico, provate un peeling ungherese, è la pulizia del viso migliore al mondo. Da noi c’è proprio una tradizione in tal senso ed è per questo che le ungheresi hanno fama di avere una pelle bella. In Italia usano prodotti molto soft che non vanno in profondità, ma se non si hanno problemi di salute particolari, vale la pena di provare l’esperienza. E’ un ricambio di pelle autentico, una sorta di dermoabrasione fatta con macchinari specializzati che eliminano tossine e cellule morte per mesi e mesi. Mentre agli uomini lancio un avviso, occhio a non bere niente se dovete guidate a Budapest! Da noi, a chi viene sorpreso anche con quantità minime di alcool nel sangue, viene ritirata la patente subito. Con i lavoratori poi, ci sono norme ancora più severe. Se ti beccano ad aver bevuto anche un goccio, c’è il licenziamento in tronco. Non a caso gli ungheresi bevono vino o alcool soltanto nel fine settimana!».