La cantante Cecilia Cipressi, in arte Syria, è davvero ‘Un’altra me’, il titolo di uno dei suoi dischi, mentre ci stupisce raccontandoci di una città che ha nel cuore, indipendentemente da quella dove è nata. Ci parla infatti di Amsterdam, la cosiddetta Venezia del Nord. «E’ una città che mi piace perchè è molto ordinata e ha saputo conquistarmi piacevolmente grazie alla cultura della sua gente».
Per saperti muovere dentro una città straniera, devi esserci andata non solo un fine settimana. Come mai Amsterdam e non la tua Roma?
«Di Roma se ne parla sempre e d’istinto lo avrei fatto anche io, ma Amsterdam ho imparato ad amarla piano piano e a rivalutarla dopo un primo impatto normale. Anni fa non avevo avuto la pazienza di capire cosa poteva regalarmi quel luogo. Certo, la sua bellezza si intuisce appena ci arrivi, ma si impara a coglierla soltanto ritornandoci più di una volta».
Dal punto di vista artistico e musicale, cosa offre?
«Si è molto evoluta e anche per il lavoro che faccio si può imparare tanto. Nella musica ci sono molti gruppi all’avanguardia, a differenza di quanto siamo soliti pensare noi italiani, che vediamo il richiamo soprattutto tra gli Stati Uniti e l’Inghilterra. Inoltre, c’è la possibilità di assistere a degli spettacolini completamente gratuiti, in particolare quelli all’aperto nelle vie del centro e questo permette di trascorrere ore spensierate, ma anche di fare un confronto con l’arte di strada proposta nel resto del mondo, perché ad Amsterdam arrivano tutti, prima o poi».
Ti ha conquistata grazie ai suoi canali? Sono molto romantici.
«Beh l’elemento acqua mi piace molto, la rende ancora più magica, ma i 100 km di canali hanno addirittura 500 ponti del ‘600! E poi ci sono tutte quelle houseboat dove molte persone scelgono di vivere in maniera stabile. Quando le osservi, facendo il giro in barca e avendo come punto di osservazione l’acqua, si capisce immediatamente quanto possa attrarre quello stile di vita. Viene subito in mente l’avventura».
Puoi consigliare un albergo dove andare a dormire?
«Ce ne sono tanti di meravigliosi, ma a me piace il Lloyd Hotel, ex centro culturale recuperato come albergo e situato nella zona portuale. Ogni stanza è a tema e ognuna è stata fatta da un architetto differente. Quando ci entro mi sembra di essere a casa. L’ultima volta ero in una stanza stile baita di montagna, molto minimale, ma con un letto a otto piazze. Nei suoi corridoi le pareti sono attrezzate con antiche librerie recuperate, piene zeppe di vecchi libri, vetusti manoscritti, cataloghi d’arte da consultare, tutto a disposizione dell’ospite. Sempre in tema di alberghi ho saputo che hanno anche recuperato l’antico Palazzo Navale e lo hanno trasformato nell’Hotel Amrath. Tra l’altro se si arriva in gruppo accade una cosa curiosa, si fa il check-in nella vecchia biglietteria dove non è stato modificato niente. Un tuffo nel passato».
E dove ti è piaciuto fare colazione?
«Dopo avere fatto una capatina a piazza Dam, nell’antica città medievale si trova la Torre delle Lacrime che ora è un bar. È un ambiente diverso e proprio per questo mi è piaciuto fare colazione lì, si è affacciati su un canale e dall’altra parte in lontananza si vede Nemo il Museo della Scienza a forma di nave disegnato da Renzo Piana. La Torre si chiama così perché nei primi del ‘900 le mogli vi davano l’addio ai mariti navigatori prima che si imbarcassero per lunghi viaggi. Trasuda storia».
E se invece siamo in fase di shopping-mania?
«A chi vuole fare acquisti basta infilarsi dentro il vecchio caratteristico ufficio postale con le tre torri che oggi si chiama Magna Plaza. E’ davvero fornitissimo e si trova di tutto, dagli abiti griffati ai souvenir artigianali».
Tra gli imperdibili souvenir, cosa compreresti?
«Non si può venire via da Amsterdam senza comprare i bulbi di tulipano. Secondo me questo è il vero souvenir di questa città, li puoi trovare in lattina, in sacchetti, in scatola, sciolti a chilo. C’è anche un museo e un mercato dedicato soltanto a loro. Ce ne sono talmente tante specie da trovarli del proprio colore preferito. Interessarsene è un modo per passare una giornata. E poi è un pensiero originale, vivo, che cresce nel tempo».
A proposito di Musei. Quali ti sono piaciuti?
«Tra i Musei io non perderei mai quello di Vincent Van Gogh, che adoro. Là dentro si possono ammirare addirittura 900 dei suoi meravigliosi dipinti, insieme a molti dell’amico Paul Gauguin. Quindi non solo il bellissimo e straconosciuto ‘I Girasoli’, anche ‘La Camera di Arles’ o ‘La Casa Gialla’. Ma se cercate qualcosa di originale fate un salto nel Museo dei diamanti, dove si scopre il perchè del cosiddetto taglio Amsterdam, la professione di tagliatori qui risale addirittura al 1590. Credo sia una visita adatta non solo alle donne».