Forlimpopoli, dopo avere celebrato per undici anni il suo più illustre cittadino, ne ha eretto il tempio.
Stiamo parlando di Pellegrino Artusi, scrittore e grande cultore del buon vivere e del mangiar bene, nato nel 1820 nel centro della cittadina romagnola, qui ha vissuto fino a quando il suo destino incontrò quello di un altro romagnolo leggendario, Stefano Pelloni di professione brigante, detto “Il Passatore”, perché prima di dedicarsi alla malavita faceva, con il padre, il traghettatore (passatore) da una sponda all’altra del fiume Lamone.
Questo affascinante personaggio, citato anche da Giovanni Pascoli nella celebre poesia Romagna: “sempre mi torna al cuore il mio paese cui regnaron Guidi e Malatesta, cui tenne pure il Passator cortese, re della strada re della foresta”, era una figura piuttosto controversa, ancora oggi viene descritto da alcuni romagnoli come una sorta di Robin Hood locale, mentre altri ritengono fosse un delinquente violento e senza scrupoli. Sta di fatto che il Passatore contribuì a dare una importantissima svolta alla vita di Pellegrino Artusi.
Una sera del gennaio 1851, dopo l’ardita e storica incursione al teatro di Forlimpopoli, il brigante e la sua banda riuscirono ad introdursi nella casa della benestante famiglia Artusi rubando denaro e gioielli.
La sorella dello scrittore Gertrude, fu terrorizzata dalle urla e dalle minacce al punto di impazzire, e dovette successivamente essere internata in manicomio.
A seguito di questi eventi gli Artusi si trasferirono l’anno successivo a Firenze, ma Pellegrino, non perse mai il legame con la propria città e soprattutto, l’amore per la buona cucina, caratteristico della sua terra. Da questo amore nacque nel 1891 la sua opera più famosa “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, nella quale Artusi raccolse la sua filosofia e ben 790 ricette della tradizione casalinga italiana.
Il libro, stampato a spese dell’autore non ebbe, come spesso accade, successo immediato, ma nel 1931 le edizioni date alla stampa erano 32 ed il libro conosciuto come il “Manuale dell’Artusi” era con Pinocchio e I Promessi Sposi tra i più letti dagli italiani. Oggi Pellegrino Artusi è considerato il padre indiscusso della gastronomia italiana ed il suo libro è un successo mondiale, pubblicato in diverse lingue, ha superato il milione di copie vendute.
Ma torniamo a Casa Artusi, un progetto culturale che mira soprattutto a salvaguardare la tradizione della cucina domestica italiana e dei prodotti genuini ed autoctoni. Al suo interno una biblioteca con una forte vocazione eno-gastronomica che contiene anche i 400 volumi della biblioteca privata di Artusi donati dallo scrittore alla sua città natale, oltre a suoi scritti e carteggi. Un ristorante “Artusiano” dove si potranno gustare i piatti realizzati secondo le ricette originali del libro.
Naturalmente una scuola di cucina e tanti spazi dedicati ad incontri, degustazioni ed eventi culturali legati alla gastronomia. Le attività saranno affiancate e promosse dal portale sul web “Le chiavi di casa Artusi” realizzato in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, una vera banca dati on line sulla cucina domestica. Passando da Forlimpopoli non mancate di visitare l’interessante Casa Artusi, la sede è all’interno dell’Antico Convento dei Servi.