Situato nell’America centrale tra il Messico ed il Guatemala, il Belize è un piccolo paese con una superficie di 22.966 Km2, poco meno della Toscana, ed un numero di abitanti, 294.420, di poco inferiore a quelli della città di Catania. Affacciato sul mare dei Caraibi, è stato teatro delle gesta di alcuni tra i più famosi filibustieri della storia e, secondo la leggenda, deve il suo nome al pirata scozzese Peter Wallace che nel 1603, ottenuta la patente di corsa da Re Giacomo I° d’Inghilterra, si stabilì sulle sue coste con una flotta di sei navi. Protetto dalla lunga barriera corallina, e dai numerosi ‘cayes’ a ridosso del litorale, il corsaro Wallace soprannominato ‘Belize’ per diversi anni si arricchì abbordando i galeoni che trasportavano in Europa i proventi della colonizzazione spagnola ed i tesori sottratti ai Maya.
Il Belize ricoperto da una fitta vegetazione è oggi una grande riserva naturale e nonostante le sue piccole dimensioni, ha importanti siti archeologici Maya ed è uno degli stati con la maggiore biodiversità per le specie terrestri e quelle acquatiche, i 322 Km di barriera corallina, la seconda più lunga al mondo, sono un pullulare di vita multicolore ed attirano subacquei da ogni parte del pianeta.
Tranquillità, natura ed un piacevole clima tropicale, con temperature che variano dai 24° ai 27° durante tutto l’anno, contribuiscono a rendere il Belize un tranquillo ed accogliente rifugio dall’incalzare della modernità, al punto che attraversandolo si possono incontrare facilmente i calessi e le carrozze delle numerose famiglie di Mennoniti, che abitano il paese. Queste comunità di religiosi cristiani anabattisti, si stabilirono qui alla fine degli anni ‘50 provenienti dal Nord America dopo aver stipulato, con le autorità locali, un accordo che garantisse loro l’esenzione dal servizio militare. Dediti soprattutto all’agricoltura ed all’allevamento, interpretano rigorosamente la Bibbia nel rifiuto totale del progresso scientifico, vestiti dei costumi tradizionali mantengono inalterato lo stile di vita dei propri avi, offrendo al viaggiatore uno spaccato reale della società pre-tecnologica del ‘west’ americano.
Eppure più che altrove, in questo paese dove pare il tempo si sia fermato, ci si sposta volando.
In Belize non vi sono treni e la rete viaria nonostante 4 strade principali conta meno di 650 Km complessivi di asfalto, si viaggia quindi sui fiumi e sulle strade sterrate, ma soprattutto in aereo. Sono quasi 50 gli aeroporti pubblici distribuiti tra isole e parte continentale ai quali si aggiungono le molte piste private, ed il servizio di collegamento, effettuato con piccoli aerei monomotore ad elica è molto efficace, addirittura paragonabile al nostro trasporto urbano, spesso ci è capitato di atterrare all’interno di tenute agricole su richiesta di un passeggero.
Da qualche anno, grazie a queste sue caratteristiche il Belize è diventato una sorta di ‘nascondiglio’ per vip americani in cerca di privacy assoluta, il regista Francis Ford Coppola ha costruito, a ridosso di una candida spiaggia sabbiosa a Placencia, un elegante resort ecocompatibile.
Immerso nel verde della giungla e dotato dei comfort più esclusivi, il Turtle Inn ha un ristorante affidato alla fantasia di un grande chef, con una carta dei vini internazionale nella quale spiccano, tra le migliori etichette italiane e francesi, anche i vini che lo stesso Coppola produce nella sua ‘winery’ a Geyserville in California.
E’ qui che vengono in gran segreto a ritemprarsi dopo i ‘ciack’ le movie star hollywoodiane, non abbiamo occasione di incontrarne ma il Turtle Inn è decisamente degno di ospitarle. Eppure, ci dicono, per chi ama il golf c’è chi ha fatto di meglio, e per scoprirlo ci imbarchiamo sull’ennesimo bimotore per un volo interno con destinazione Caye Chapel, un atollo corallino sul quale una società texana ha realizzato oltre ad alcune lussuose ville un insolito campo da golf. Già dall’alto lo spettacolo è notevole, l’isola si presenta divisa in due parti contrastanti, una selvaggia dove è proibito l’ingresso per preservare l’integrità dell’ecosistema, l’altra perfettamente ordinata, appare come un giardino dove il verde curato del campo da golf, incorniciato dal bianco cangiante delle spiagge risalta sulle acque trasparenti che rispecchiano l’azzurro intenso del cielo.
Ad accoglierci appena sbarcati il personale del resort, e a bordo dei golf car elettrici, unici veicoli consentiti sull’isola risaliamo tutta la pista del piccolo aeroporto dirigendoci verso la moderna e spaziosa club house.
Prima di dare inizio alla nostra avventura golfistica e ritirare sacca e palline dobbiamo firmare una liberatoria, i coccodrilli marini americani che da queste parti possono raggiungere i sei metri di lunghezza, non disdegnano di soggiornare nei laghetti lungo le buche e visto che sono considerati i più aggressivi della loro specie, è meglio essere cauti nel cercare le palline vicino all’acqua ed evitare assolutamente di provare a ripescarle.
Ma veniamo al campo, data la sua collocazione è completamente seminato a Bermuda grass, con tagli diversi su fairway e green. Sostanzialmente piatto, con diverse ondulazioni realizzate ad arte per diversificare lo ‘stance’, è un par 72 di 7005 iarde, (6405 metri) con un disegno piuttosto intrigante.
L’acqua è una costante in questo percorso, dolce, salata o salmastra è presente in 17 buche condizionando notevolmente il gioco già messo a dura prova dalla brezza marina che interviene spesso sul volo della palla. Anche i bunker sono piuttosto numerosi, ed oltre a rendere spettacolare l’effetto scenico del campo contribuiscono a farlo rispettare. Tra un colpo e l’altro si possono ammirare gli spettacolari tuffi dei cormorani impegnati a pescare nelle acque circostanti o i diversi tipi di natanti che transitano vicinissimi al green.
Ai lati delle buche oltre ai laghetti, il mare, le palme e le spiagge di sabbia finissima. Da un lato del percorso si scorge la marina con un porticciolo capace di ospitare anche barche di una certa dimensione, questo inusuale campo da golf per la sua straordinaria posizione è piuttosto famoso tra i propietari di yacht che incrociano in queste zone. Bill Gates ha giocato più volte su queste buche arrivando proprio dal mare, e pare che tra i nomi noti che hanno soggionato nelle grandi ville a ridosso delle spiagge vi siano quelli della cantante Beyoncé, degli attori Morgan Freeman e Charlie Sheen e delle attrici Charlize Theron e Debra Winger.
Un vero ‘buen retiro’ per celebrità in fuga dai paparazzi questo Belize, ma anche un’opportunità di scoperta per chi, come noi, è sempre alla ricerca di un viaggio emozionante con la sacca al seguito.