Correva l’anno 1989 quando un gruppo di appassionati golfisti americani di Anaconda, una cittadina del Montana posta sulle Rocky Mountain a 1600 metri sul livello del mare, decise di proporre al grande Jack Nicklaus il mitico ‘Orso d’oro’ una vera sfida progettuale, costruire un campo da golf di livello mondiale su un’area che per un secolo aveva ospitato una vasta ed inquinante zona industriale. Il campo avrebbe dovuto essere armonico ed affascinante senza cancellare le tracce di quanto su quel terreno si era realizzato nell’epopea mineraria americana, gli anni della grande immigrazione, del duro lavoro, dei programmi ambiziosi, una parte di storia che giustamente gli statunitensi intendono conservare gelosamente.
Ad Anaconda fin dagli ultimi anni del diciannovesimo secolo esisteva un grande impianto di estrazione del rame dal materiale grezzo, proveniente da una delle miniere più grandi del mondo della vicina città di Butte, il rame veniva fuso e separato dalle scorie.
Butte, fino alla seconda metà dell’800 era un piccolo villaggio con poche decine di abitanti, che divennero 130.000 in dieci mesi dopo che i ritrovamenti di oro, argento e rame, crearono straordinaria ricchezza e abbondanza di posti di lavoro. La città conobbe un rapido sviluppo divenendo in poco tempo una delle più ricche ed importanti del West, è qui che venne costruito il primo grattacielo d’America ad ovest del fiume Mississippi. Oggi Butte è un museo a cielo aperto dove è possibile scendere nei sotterranei della città ed entrare in uno “Speakeasy”, bar clandestino dove si servivano alcolici durante il proibizionismo, oppure visitare l’hotel Steven aperto nel 1890 che ebbe tra i suoi ospiti anche Bing Crosby e Rodolfo Valentino.
Dalla loro chiusura, nel 1929, quando il crollo di Wall Street e la grande depressione spopolarono la città, sono rimasti esattamente come allora, stessi arredi, stessa atmosfera ‘old America’. Nella mean street sono molti gli edifici vuoti ed anche la vecchia prigione nella quale durante gli anni ruggenti i minatori smaltivano le sbornie e le casette rosse delle prostitute, accorse in massa al loro seguito, sono diventate un’attrazione turistica.
1994 delle diciotto buche dell’Old Works Golf Club, considerato, a ragione, il percorso migliore dello stato del Montana ed uno dei cento migliori negli Stati Uniti d’America.
L’ Old Works si sviluppa in un paesaggio caratterizzato da vasti panorami dove i residui delle lavorazioni, simili ad aride pietre lunari, spuntano dal verde della natura circostante.
Il campo è realizzato a regola d’arte, ed il disegno è moderno ed intrigante, con larghi fairway ed ampi ondulati green, sa farsi rispettare anche dai giocatori più capaci. Non vanno trascurati inoltre i 1.600 metri di altitudine che incidono notevolmente sulle distanze che si coprono abitualmente con i bastoni ed il vento, compagno di gioco piuttosto presente da queste parti, elementi che accentuano, se possibile, il piacere di confrontarsi con l’Old Works.
Il campo è giocabile da aprile ad ottobre e la manutenzione è curata in ogni parte del percorso. Cinque diverse partenze ad ogni buca permettono divertimento ai giocatori di qualsiasi livello, gli ostacoli d’acqua limpidissima si alternano agli spettacolari bunker di una speciale sabbia nera ricavata dai resti delle lavorazioni minerarie che ha il pregio di rendere ancora più straordinario l’aspetto dell’Old Works, un percorso unico che deve il suo grande fascino oltre che alla sua bellezza, alla storia che lo circonda ed al mito del suo grande progettista, Jack Nicklaus considerato da molti ancora oggi il più grande giocatore di tutti i tempi.