«Sono sempre a caccia di nuove interpretazioni e quella di Tiger Wood mi ha attraversato la mente più di una volta – ci racconta lo straordinario trasformista Dario Ballantini e sono talmente perfette le sue imitazioni, che se ce lo ritrovassimo al tee di partenza cammuffato in un mostro sacro del golf, saremmo in tanti a cascarci – Ogni tanto l’idea di imitare Tiger mi si riaffaccia perché per lavoro entro in questi Circoli esclusivi e Tiger è molto popolare, ma vedremo.
Comunque il mio incontro con il golf è nato grazie ai servizi di ‘Valentino’ per Striscia La Notizia. E sebbene io non possa proprio considerarmi un golfista, ci sono dei legami e degli aneddoti divertenti che mi legano a questo gioco. Penso ai miei tre figli, Ilaria di 13, Nedo di 9 e Deleo di 5 anni e alla classica vacanza estiva insieme a loro a Castiglioncello, vicino a Livorno. Sono appassionatissimi di mini-golf e se voglio farli contenti, mi tocca passare le serate a sfidarli con il putter in mano, ed è superfluo aggiungere che sono tutti e tre più bravi di me.
Al relax del golf, onestamente io preferisco quello della pittura (lo sapevate che Dario è anche un pittore affermato?, ndr) e siccome sulla mia tela ultimamente sono molto più gestuale di un tempo e brandisco il pennello come fosse un ferro facendo ampi swing di colore, tanto per ridere, potrei lanciare una nuova tecnica, quella dell’espressionismo golfistico.
Comunque ci sono tantissimi aneddoti lavorativi che mi riportano al golf, come quella volta su un campo nei dintorni di Cannes dove ho addirittura beccato Kevin Kostner che stava disputando una gara per raccogliere fondi. Nel servizio, gli ho fatto il verso raccontando di Valentino (il suo personaggio cult, ndr) che si perdeva tra le rocce impegnato a cercare palline lontanissimo dal green, ma anche dal rough. E fino a che non ho conosciuto meglio i golfisti, credevo di avere esagerato. Oggi so che agli esordi ogni golfista si ritrova a cercare palline perse nei luoghi più disparati.
Tramite il golf ho avuto anche incontri interessanti. Su tutti ricordo quello di qualche anno fa a Roma, a Castel Gandolfo, dove ero andato per la Celebrity Cup. Ero alla ricerca di qualche idea per un servizio Tv curioso e d’istinto decisi di fare uno scherzo ad Adriano Panatta. Gli lanciai una pallina ad una velocità pazzesca dicendogli ‘beccati questa e fammi una volée’. Rimasi ammutolito di fronte alla sua abilità. La prese al volo lanciandola via perfetta e capii quanto ancora avesse i riflessi pronti a direzionare qualsiasi pallina con un qualsiasi manico tra le mani. Si vedeva che era un campione.
E il golf mi ha regalato anche degli applausi impensabili. In un campo pratica allestito in un centro commerciale, vestito nel solito Valentino, feci un colpo talmente bene che i presenti esplosero in un’ovazione. Lo sketch riuscì benissimo e, come Paganini, decisi di non ripetere. Non volevo finire con una figuraccia.
Voglio chiudere inventando un nuovo acronimo italiano della parola golf, Guardo Oltre Lungo il Fairway, che bene si adatta al mio stile di vita quotidiano. E infine suggerisco a tutti una ricetta estiva, ideale per chi ha fame, ma vuole stare leggero tra le prime e le seconde nove buche. Una ciotola di riso in bianco con verdurelle crude quali carote e finocchio, un cucchiaino di olio di frantoio di prima spremitura e un pizzico di corroborante peperoncino».
Dario Ballantini