Oggi nessun luogo é lontano. Nemmeno la Malesia che nell’immaginario collettivo, grazie ai fantastici racconti di Emilio Salgari, ricordiamo come la terra di Sandokan e che, ai tempi del romanzo, restava un luogo irraggiungibile ai più, condizione che l’ha fatta entrare di diritto a fare parte dei nostri sogni di viaggiatori.
Ci sgranchiamo le gambe facendo sosta al coloratissimo mercato di Serian, sui caotici banchetti alcuni frutti e verdure ci sono sconosciuti, d’altronde la natura offre una grande varietà commestibile qual é il midin, una squisita felce della giungla che i malesi usano abitualmente per cucinare. O il cangkuk manis, anch’esso proposto tra i migliori piatti della tradizione, una sorta di spinacio selvatico che viene servito solitamente con le uova.
La longhouse tipo é una bassa casa di robusto legno lunga fino a 170/200 metri e ha un’architettura semplice, ma inconfondibile. All’esterno i semplici tetti sbucano dalla vegetazione e si scorgono facilmente muovendosi in barca, all’interno, per via della predominanza del legno, del suo caldo colore e degli ampi spazi in comune regalano un’atmosfera avvolgente. Non a caso alcune sono state trasformate in splendidi Resort come il Batang Ai sulle sponde dell’omonimo lago.
Prima del rientro, risaliamo la regione del Sabah fino alle azzurre acque del mare di Celebes, ed approdiamo a 45 minuti dalla costa del Borneo, a Pom Pom Island, un incantato atollo tropicale dove gli abituali compagni di gioco sono stelle marine e grosse conchiglie. L’atmosfera di questo mondo tropicale, di uccelli che cantano e selvagge spiagge deserte dove nascono le tartarughe, del suo sommerso subacqueo da copertina, del Centro diving gestito da istruttori italiani, del ristorante dove ritrovare anche i nostri sapori, riesce a pacificare subito gli animi rincuorando in fretta dalle fatiche di un intero anno di lavoro.