Decisamente questo non è un consiglio: è la constatazione di un dato di fatto. Basta il primo viaggio in Alto Adige per capirlo. Qui, in un paesaggio così perfetto da sembrare finto, la cultura diffusa – che oggi si chiama ecologia, ma da queste parti resiste come semplice stile di vita da decenni – è improntata alla logica dell’ordine, del rispetto per i luoghi, della cura del benessere personale e sociale.
Per avere un’idea di quel che stiamo dicendo, è sufficiente – in qualunque stagione dell’anno, ma mai come in quelle estreme, per così dire, ovvero l’estate e l’inverno – organizzare un soggiorno di tipo escursionistico all’Alpe di Siusi, nel parco naturale dello Sciliar: un altopiano di rara dolcezza, che regala chilometri di piste e sentieri, da percorrere a piedi, con ciaspole o sci, vietato alle auto eppure mai così vicino all’essere umano, dove l’accoglienza è genuina e schietta nelle baite e nei rifugi, e la fatica sana dell’attività fisica è una conquista anche per lo spirito.
A dominare l’ampia distesa – che, d’estate, è una vasta prateria disseminata di abeti verde scuro e punteggiata dalle caratteristiche casupole di legno, d’inverno, una morbida coperta bianca gonfia di silenzio eppure ricca di vita – sono gli imponenti profili dolomitici della Val Gardena.
Uno dei fiori all’occhiello dell’accoglienza altoatesina è, non a caso, l’agriturismo. Nel senso più autentico del termine. Le strutture, assai spesso, dispongono di poche camere o appartamenti, e gli ospiti godono del privilegio di vivere a strettissimo contatto con i proprietari, che di frequente sono contadini o artigiani che ben volentieri condividono l’esperienza della loro vita quotidiana con chi è così attento e sensibile da scegliere questo genere di vacanza.
Un circuito che ha fatto del soggiorno ecologico una vera e propria bandiera è il Gallo Rosso, marchio che riunisce circa millecinquecento agriturismi – distribuiti in tutto l’Alto Adige – ma anche agricoltori e coltivatori diretti sudtirolesi: nato nell’ormai lontano 1999, ha centrato fin da subito l’obiettivo dell’azione promozionale a vantaggio degli operatori disponibili ad offrire alloggio al maso, per tutto l’arco dell’anno.
L’ospitalità deve attenersi a parametri rigorosi, di cui quello fondamentale è la necessità che la produzione agricola sia predominante nel bilancio aziendale, cosa che favorisce molteplici fattori: da una parte, impedisce ai contadini di abbandonare progressivamente il territorio, a causa delle difficoltà di gestione economica dell’impresa, a favore di più appetibili avventure alberghiere; dall’altra, consente loro di integrare significativamente il reddito familiare, affittando fino ad un massimo di quattro unità ai turisti; inoltre, ottiene il non trascurabile effetto di garantire – a noi che avviciniamo questi luoghi con il desiderio della conoscenza – un contatto autentico e non ricostruito della vita naturale che qui ancora davvero si conduce.
Un altro punto di forza di queste strutture, poi, sono i prodotti della fattoria compresi nel servizio agli ospiti: dal latte fresco alla frutta secca, marmellate della casa ed erbe aromatiche dei dintorni, succhi di frutta e uova, ma anche aceti, distillati, latticini, pane. La prova che la natura arriva anche nel piatto, si coltiva, conserva, cuoce nello spazio di poche decine di metri, mostrando tutta la qualità di un rinnovato concetto di agriturismo.
Fattorie di questo genere si trovano ovunque in quest’area, e consentono – come in un ideale circuito – di sperimentare panorami sempre nuovi e proposte specifiche, dove tuttavia l’autenticità e l’attività agricola rimangono i punti fermi. Dall’area intorno a Bolzano alle Valli di Tures e Aurina, dalle Dolomiti propriamente dette a Merano e circondario, dalla Valle Isarco alla Val Venosta, le offerte spaziano dai masi specializzati per famiglie a benefiche piccole spa contadine.