Rita Levi Montalcini il 22 aprile ha compiuto 103 anni e ci piace onorarla perché non smette di viaggiare e di muoversi pur di inseguire i suoi progetti.
«Sin da bambina avrei voluto aiutare i più bisognosi in Africa e diventare infermiera. Ora, a distanza di 80 anni, ho finalmente fatto partire un progetto per sostenere le donne africane ed è su questo che lavorerò da qui in avanti».
È una donna che ha vissuto molto tempo in America, sebbene adesso non riesca a riconoscere più questa nazione:
«È troppo cambiata – si lamenta – ci ho vissuto per trent’anni. I primi 15 stabilmente e poi facendo avanti e indietro dall’Italia. Trovo ci sia un’esagerata tendenza a rincorrere il successo. Ai miei tempi non era così, era molto meglio, più vivibile».
Sin da bambina avrei voluto aiutare i più bisognosi in Africa e diventare infermiera
Nel cuore, però, ha Stoccolma che lega indissolubilmente al viaggio più emozionante:
«È stato in questa città che ho ricevuto il Nobel nel 1986 ed, insieme all’onoreficenza per il Senato nel 2001, è l’insigne che mi ha dato la più forte emozione, quasi un brivido di gioia».
La decisione che l’ha portata ad ottenere grandi riconoscimenti proprio nel campo della ricerca è stata casuale ed è legata ad un dolore:
«Ho scelto di fare medicina in memoria della mia cameriera Giovanna. Lei, dopo mia madre, è la prima figura di riferimento che mi torna in mente se ripenso alla mia infanzia. Era con me sin da quando io ero piccola piccola. Le ero molto affezionata e quando è morta di cancro nel 1930 ho deciso di rivoluzionare la mia vita per capire cosa le era accaduto. Avevo circa 20 anni».
- Roma – Il Colosseo
- Rita Levi di Montalcini
Da giovanissima, però, non avrebbe mai creduto di ottenere soddisfazioni dalla vita:
«Ero una ragazzina molto triste perché non vedevo alcuna possibilità di fare niente. Mi pareva di essere fisicamente ed intellettualmente molto inferiore al resto della mia famiglia. Ero più a mio agio con la mamma, ma con mio padre ero in soggezione perché era un uomo molto autoritario e di altissimo livello».
Oggi vive a Roma e non cambierebbe:
«Sono molto affezionata alla capitale, pur essendo torinese vorrei restare lì perché Roma è una città meravigliosa».