Chi ha amato i canti eterni dei poeti classici, immaginato la terra di Ulisse e condiviso i tormenti di Saffo, guarda con dolorosa fatica alla Grecia contemporanea della grave crisi economica e delle politiche austere. Per questo un viaggio che scelga oggi come meta la patria mondiale della democrazia è ben più che un contributo all’industria turistico-ricettiva: è piuttosto il ritorno ad una geografia interiore.
Con questo spirito, arricchito dalla sensibilità naturalistica che caratterizza questa nostra rubrica, siamo andati alla scoperta di quegli angoli ancora puri e lontani dai clamori del mondo che le innumerevoli isole del Paese conservano. Luoghi non necessariamente legati in un itinerario, ma luoghi dell’anima e dell’ambiente selvaggio a cui attingere – anche singolarmente – per partire verso il cuore del Mediterraneo e di se stessi. Ne abbiamo trovati tre: Alonneso, Nafpaktìa e Paro.
La solitudine di un monastero fra gli ulivi, dove il bianco accecante delle pareti si stempera con semplicità sotto antichi pergolati di vite, e dove la campagna intatta vede solo stagionalmente il passaggio di gruppi di pastori, mentre intorno baie riservate si affacciano sul mare protetto delle Sporadi Settentrionali, è appena un’immagine di quel che riserva l’area di Alonneso, Alonissos nel nome greco.
È il territorio del primo parco naturale istituito nel Paese ellenico, dal 1992: comprende sette isole e ventidue isolotti disabitati, ripartite in due fasce di vincolo, habitat della rara foca monaca, dove si contano trecento specie diverse di pesci, ottanta di uccelli e frequenti gruppi di capre selvatiche. Avvistare i delfini è scontato a Patitiri, porto e capoluogo dell’isola, dove alberi fitti arrivano fino al mare e dettano subito le regole in fatto di conservazione dell’ambiente naturale: basti pensare che, non lontano, vivono i porcospini.
Quello che si definisce il turismo alternativo è invece di casa a Nafpatkìa, nella Grecia continentale occidentale: è questo uno dei nuovi Comuni nati nel 2011, in seguito ai massicci accorpamenti amministrativi messi in atto dal programma Callicrate.
Un’area che al mare abbina sontuosi panorami di montagna, dominati da gole e corsi di acqua dolce, dove sono d’obbligo le escursioni sulle piste battute da generazioni di pastori e bestiami che caratterizzano questo ambiente già ricchissimo dal punto di vista geologico, animale e vegetale. Gioiello dell’ecosistema è il bosco di faggi più meridionale d’Europa, sul lato sud del monte Sarentena (2.000 m.), noto per la forma tropicale degli alberi.
Agli appassionati degli sport in natura Nafpatkìa promette arrampicate su roccia sulle pendici del Varasova, il sacro monte dell’Etolia, il rafting e il kayak attrezzato sul fiume Evinos, ma il meglio sono i sentieri adatti al trekking che conducono in poche ore a godere di paesaggi immensi sulle diverse cime dell’area, dal Koklova (1.037 m.) al Rigani (1.469 m.), dai picchi Tsakalakki (1.710 m. e 1.697 m.) all’altopiano Omalia (1.655 m.), dalla difficile Tsekoura (1.732 m.) alla gemella Ardinis (1.698 m.).
Camminare su antichi sentieri lastricati da secoli, immersi in una natura selvaggia, è un’attività adatta anche a Paro, una delle più grandi isole delle Cicladi, nel Mar Egeo: patria del poeta Archiloco e del marmo bianco, set cinematografico del film di Paolo Genovese “Immaturi – Il viaggio”, è la tipica terra greca dove le case tradizionali biancoblù riflettono l’atmosfera marinara di un villaggio d’altri tempi.
Anche la fauna è qui particolarmente ricca: oltre duecento specie di uccelli trovano un habitat ideale nelle saline, nei pascoli e nelle zone umide dell’isola, mentre addirittura cinquemila specie registrate di pesci affollano il mare intorno. Imperdibile è uno speciale biotopo a sette chilometri a sudest di Paroikia, il centro urbano più esteso, che presenta alti cipressi, ulivi selvatici e carrubi circondati da rampicanti di cissus: qui arrivano a trascorrere l’estate numerosissimi sciami di farfalle.