Siccome gli stranieri non possono comprare casa a Rishikesh, il fascino di questa cittadina alle pendici dell’Himalaya nel nord dell’India, capitale mondiale dello yoga, é cresciuto a dismisura indipendentemente dal fatto che a tenerla a battesimo, facendola conoscere al mondo intero nel lontano 1968, sono stati addirittura i Beatles.
“Mangiavamo vegetariano, facevamo meditazione e scrivevamo canzoni”, così disse di quel periodo George Harrison. Infatti a Rishikesh nacquero White Album e alcune mitiche canzoni quali While My Guitar Gently Weeps o Blackbird.
Se in quell’occasione, all’Ashram del guru Maharishi Mahesh Yogi oltre ai ragazzi di Liverpool, arrivarono anche alcuni componenti dei Beach Boys, il cantautore inglese Donovan e l’attrice americana Mia Farrow, in tempi più recenti, la strada che sale verso le colline himalayane é stata calcata da impronte altrettanto famose.
Siamo in quella parte del paese che si insinua tra Nepal, Cina, Afganistan e Pakistan, e risalendo il corso del Gange oltrepassiamo una curiosa segnaletica stradale, stile ‘Speed thrills, but kills’ che inneggia alla guida sicura, e arriviamo direttamente al cancello dell’Ananda in the Himalayas, ex palazzo del Marajà oggi confortevole eremo per chi vuole unire Spa e spiritualità.
Così hanno scelto di fare negli ultimi anni Bill Gates, Uma Thurman, Madonna e Brad Pitt, ma é Hilary Swank, l’attrice protagonista di Million Dollar Baby, che tra queste colline ha trovato la quiete dopo il turbinìo del film che le regalò il secondo Oscar.
Spostandoci su Delhi, abbandoniamo la spiritualità per altre storie singolari. La prima riguarda Bill Clinton che nel 2002 é sceso all’Hotel Sheraton per andare a lezione da un produttore di tappeti. Voleva imparare a distinguere quelli fatti a mano da quelli industriali. Si é seduto come uno scolaro modello tra i tappeti dello shop Little Kashmir ed ha ascoltato con attenzione Mr Majeed che gli ha svelato i segreti che permettono di distinguere una fattura artigianale e, soprattutto, di riconoscere la seta da un materiale sintetico molto simile.
L’altra storia riguarda il campo da golf più antico della città. Tutto ebbe inizio nel 1928, quando in seguito allo spostamento della capitale da Calcutta a Delhi, il capo dipartimento governativo, navigato golfista con una segreta passione per l’archeologia, per scegliere il sito dove costruire il nuovo campo golfistico, nella speranza di riportare alla luce reperti archeologici importanti, scelse un’area selvaggia dove erano state scoperte alcune tombe.
Nacque così l’odierno Delhi Golf Club con 18 buche permeate da una strana ed incredibile atmosfera proprio grazie alla presenza delle tombe reali dell’antica dinastia Moghul che si incontrano durante il percorso. In effetti, non capita tutti i giorni di giocare a golf in un cimitero. Forse unico caso al mondo.