Soprattutto su un treno può accadere di amare la bruma apprezzando quanto scorre davanti ai nostri occhi. Stiamo attraversando la Scozia sul The Royal Scotsman, un leggendario convoglio del gruppo Orient Express, e ci spostiamo pigramente da un vagone all’atro.
I materiali sono stati completamente recuperati negli anni ’90 trasformando questo vecchio treno d’epoca in un albergo viaggiante a cinque stelle elegantemente arredato in stile Vittoriano. Si parte da Edimburgo per visitare le scenografiche Highlands a Nord, poco meno di 1000 km in un viaggio che durerà cinque giorni tra gli straordinari paesaggi scozzesi che sfileranno davanti ai nostri occhi trasformando ogni finestrino in un quadro di rara bellezza, soltanto un vedutista come Canaletto avrebbe potuto ritrarne l’intensità.
Verdi campagne dai gialli brillanti, il nero della roccia in contrasto, laghi perfetti per pescare e fare vela, cieli di nuvole che caracollano veloci, inattese spiaggette di sabbia che accolgono e placano la risacca dell’Oceano.
Anche la partenza è degna della fama del The Royal Scotsman, mentre i facchini in divisa inamidata caricano le valigie, antistante la centralissima stazione di Edimburgo, nell’augusto imponente The Balmoral Hotel, accolti da un tè accompagnato da dolcetti, frutta e salatini, si viene registrati per salire a bordo.
Le lussuose carrozze del The Royal Scotsman ospitano al massimo 36 passeggeri alloggiati in cabine sontuose, nessuna di esse propone tv o altre tecnologiche modernità, ma ogni esperienza ti ripagherà di quelle che, una volta tanto, paiono essere davvero piccole rinunce.
L’atmosfera aiuta a precipitare in un’epoca retrò complice un servizio impeccabile in guanti bianchi che permette di godere appieno dell’eccellenza, anche di rari distillati invecchiati per decenni in botti per edizioni limitate.
Dopo appena una mezz’ora dal fischio del treno vale la pena spostarsi sul balcone per ammirare il ponte ferrato più vecchio di Scozia che ci viene incontro veloce, il Forth Railway Bridge disegnato da Benjamin Baker nel 1880, ma sono le escursioni a fare calare davvero l’ospite nell’atmosfera degli usi e consuetudini della Scozia, residenze reali e manieri impegnano piacevolmente i viaggiatori quando il treno si ferma.
L’icona del Castello di Eilean Donan su una penisola, inconfondibile nel film Il Mondo Non Basta con James Bond nei soliti panni di 007, o le splendide tenute delle potenti famiglie delle Contee che si attraversano, saranno un perfetto corollario alla magnifica linea costiera scozzese costantemente spazzata dal vento.
Entrare nel Castello di Ballindalloch, muovendosi tra sale da pranzo apparecchiate sontuosamente e camere con letti a baldacchino dai pregiati tendaggi broccato, significa anche potere ammirare, senza andare lontano, rari servizi di porcellana cinese del 1770, o una libreria di 2500 volumi, una delle collezioni più complete del Paese.
La proprietà è circondata da ettari di allevamenti di floridi angus tenuti distanti dalla zona abitativa, seppure lo sguardo ne incontri uno in ogni dove all’orizzonte. Il tempo, tra una escursione e l’altra, stazione dopo stazione, trascorre nel massimo comfort conversando con passeggeri provenienti da tutto il mondo.
Forse per questa intimità nata da chiacchiere amene, durante il dopo cena, sera dopo sera, ci si trova a cantare tutti insieme delle divertenti canzoncine locali con accompagnamento dal vivo di suoni melodiosi delle smallpipe medievali e di violini, mentre l’ultima sera, addirittura, scenderemo sulla piattaforma della stazione di Dundee sfrenandoci in una danza scozzese di gruppo.
L’icona del Castello di Eilean Donan su una penisola, inconfondibile nel film Il Mondo Non Basta con James Bond nei soliti panni di 007, o le splendide tenute delle potenti famiglie delle Contee che si attraversano, saranno un perfetto corollario alla magnifica linea costiera scozzese costantemente spazzata dal vento
Mentre si percorrono i chilometri per arrivare alla tappa successiva, o quando al calare del sole si é parcheggiati su un binario laterale delle stazioncine, restano indimenticabili i momenti dedicati al cibo, i due giovani Chef interpretano la cucina locale con estro, facendo dimenticare il luogo comune che vedrebbe la Scozia solo patria di whisky e salmone.
Ogni ricetta viene proposta su un elegante servizio di piatti in fine porcellana. Manicaretti con il gustosissimo angus, trionfi dei migliori frutti di mare, tenerissime carni di cervo delle Highlands, i torbati e speziati formaggi dell’Ayrshire, o l’imperdibile haggis, tradizionale pasto degli highlander e piatto nazionale della Scozia, continuano a stupire i viaggiatori deliziando anche i palati più esigenti.
Al Castello di Glamis essere accolti, invece, dal suonatore di cornamusa in kilt, le maschili quadrettate gonne in tartan, resta ideale non solo se si é partiti pensando al cliché di cavalieri senza macchia e senza paura e di laghi abitati da mostri leggendari e mitologici.
In questa maestosa tenuta, intrisa di crismi scozzesi nei quali non manca né il fantasma birichino, né il soggiorno della Regina Madre che ha dormito, appunto, nella camera reale, si respira ancora, e favorevolmente, tutta la potenza dei gaelici clan che hanno reso leggendaria la Scozia.
Dopo la visita alla Glen Ord, una delle più antiche distillerie di whisky fondata nel lontano 1838 dove le nuove generazioni si spingono a sposarsi facendo della cantina una protagonista, l’escursione che ha avuto più adesioni é stata quella che, insieme all’attività di pesca, ha regalato ai viaggiatori la possibilità di cimentarsi con il tiro al piattello all’interno della Rothiemurchus Forest e della tenuta omonima.
Pronti a centrare il piattello, all’ombra delle distese di pini autoctoni, betulle, pioppi, ginepri, querce e roveri che nascondono molta Scozia a chi prova a sorvolarla, ci si può sentire un poco templare e un poco maghetto Harry Potter. Non a caso molti dei film di queste due saghe sono stati ambientati in questa terra evocatrice di misteri e miti celtici.
Ad attendere gli ospiti prima di risalire a bordo, il gentilissimo staff in cui sovente gli uomini vestono la ‘gonna’, propone ogni volta un nuovo dissetante che verrà consumato direttamente sul binario. Una serie continua di gesti che fanno sentire accolti e desiderosi di proseguire il viaggio sul treno con il suo delizioso sferragliare antico quasi come il mondo.