Che sorpresa! Chi arriva a Fabriano in questo periodo, oltre alla mostra “Da Giotto a Gentile”, non può perdersi il Museo dei Mestieri in Bicicletta.
Non soltanto perché i volontari che lo gestiscono sono appassionati e preparati, non solo perché nel raccontare ogni bicicletta che vedrete vi verranno regalati aneddoti curiosi, ma soprattutto perché dietro c’è un’altra bella storia. Una di quelle di cui è ricca l’Italia.
Tutta l’esposizione nasce infatti grazie alla pazienza di un collezionista privato che ha fatto anni di ricerche per riuscire a trovare ogni pezzo. L’antefatto racconta che il creatore di tutto è il fabrianese Luciano Pellegrini che all’età di 12 anni, andando di casolare in casolare nei paesini delle nostre campagne, raccoglieva stracci, pelli e ferri vecchi con una bicicletta munita di grandi ceste (la bici è esposta). Più avanti, incappò in altre biciclette che facevano dei mestieri e ha deciso valesse la pena conservarne memoria recuperandone via via altre. Detto e fatto.
E nel giugno del 2006, dopo diverso peregrinare, il Museo ha finalmente trovato la sua sede permanente in via Gioberti, non lontano dalla piazza principale di Fabriano.La collezione Pellegrini è una delle più complete al mondo se si considera che ci sono all’incirca 80 esemplari differenti, originali e tutti in ottimo stato di manutenzione provenienti da ogni parte d’Italia, dal nord al sud a testimoniare l’ideale identità del nostro Paese. Attraversare questi locali aiuta a vivere uno spaccato di storia nazionale che parte dagli anni ’20 e arriva fino agli anni ’60.
Grazie ai racconti del gruppo di volontari che si turba per tenere aperto il Museo, farci un giro significa ripercorrere tutta la drammaticità, lo sforzo e la fatica della vita quotidiana degli italiani di quell’epoca, che, immediatamente prima e dopo le due Guerre, cercavano di tornare a vivere ritrovando una dignità lavorativa, ingegnandosi e impegnandosi con sudore e sacrificio.