Si chiama Massimo Maranini e si firma MaMa (dalle sillabe iniziali di nome e cognome). È un artigiano del ferrarese che vive a Portomaggiore e lavora il legno come pochi sanno fare, con quella manualità capace di trasformare un’idea in oggetto di pregio.
Un uomo che se ne va in giro, lui e il suo tornio, lasciando a bocca aperta la gente. Ci si avvicina al banchetto incuriositi dalla simpatica scritta Tornio Subito e non sempre si afferra immediatamente che quelle penne sono artigianali, fatte a mano una per una, pare impossibile visto la precisione di linee e di fattura, a maggior ragione se si sbirciano i prezzi sulle piccole etichette.
Solo gli artisti puri, solo quelli che, parafrasando un concetto conosciuto, “Non sanno quello che fanno”, sono in grado di restare umili se possiedono un’Arte con la a maiuscola. Massimo è come tutti gli artisti veri, gli interessa soltanto creare e vedere la soddisfazione impressa nello sguardo di chi lo incrocia. Cosa gli importa sapere che la sua maestrìa non appartiene a tutti?
A lui preme soltanto che quel dono che ha nelle mani gli permetta di dare nuova vita al legno. Vive per questo da tre anni, da quando è andato in pensione dopo avere dedicato l’esistenza all’Enel, solo oggi finalmente può dare libero sfogo al suo ingegno, a questa passione ereditata dal padre Mario (di cui si può ammirare la ‘vita contadina’ riprodotta in miniatura ed esposta in modo permanente al Castello di Gambulaga).
Eppure personaggi famosi e altolocati, dalla conduttrice showgirl Maria Teresa Ruta al Console giapponese dell’Ambasciata di Milano (che ne ha acquistate addirittura 10 per farne dono), hanno apprezzato la sua Arte, ne sono stati conquistati ed ora posseggono una sua opera e con questa firmano autografi e conti con un certo stile – volete mettere la differenza che fa tirare fuori una biro così? – E pensate alla classica domanda, “Scusi ha una penna?”. Che siano fatte su richiesta (come quella della Ruta), o straordinarie stilografiche (come quelle del Console), sono soprattutto oggetti utili che sempre sorprendono perché, già da soli, sono capaci di donare eleganza a chi li utilizza.
Fermarsi davanti al banchetto di Massimo e sua moglie Alberta, nel mese di Dicembre il 13/14/20 e 21 li troverete sul listone (oppure ogni ultimo week end del mese in Piazza Trento Trieste o in Piazza Savonarola) equivale ad una lezione visiva sull’Arte. Basterà porgli una domanda per scoprire la differenza tra un legno e l’altro, per capire la differenza di lavorazione. Ed ogni penna ed ogni singola stilografica risulta differente dall’altra in virtù delle visibili venature dei vari legni, da quelli più poveri a quelli più pregiati, dal robusto platano al delicato limone, fino al prezioso olivo. Oggetti di fine ebanisteria, non semplici e comuni penne. Quando vale la penna…….