“Ecco sono qui Pippi Calzelunghe, così mi chiamo. Credo proprio che una come me non c’è stata mai”. Vi ricordate? E’ l’inizio della canzoncina della serie Tv più cult della fine degli anni ’60, Pippi Calzelunghe appunto. Per festeggiare i 70 anni dalla pubblicazione del primo libro sulle avventure di Pippi Calzelunghe, proprio in questi giorni viene ritrasmessa per televisione tutta la serie e quindi anche i giovanissimi hanno modo di conoscere questa simpatica monella nata dalla penna della scrittrice svedese Astrid Lindgren.
Si sa, se un personaggio sopravvive alla morte di chi lo ha inventato gli regala l’immortalità e così è stato per Astrid che, proprio grazie a Pippi, viene ricordata non solo nel suo paese d’origine (è nata in Svezia a Vimmerby dove si farà una grande festa). Nell’immaginario collettivo però, la vera Pippi Calzelunghe è Inger Nilsson, cioè l’attrice, classe 1959, allora poco più che bambina, che l’ha impersonata in quei 21 episodi datati 1969. E riproposti oggi con successo dalla Tv italiana.
D’altronde quale adolescente non vorrebbe vivere come Pippi? Abita da sola a Villa Colle, una casa piena zeppa di oggetti fantastici, non va a scuola, dorme con i piedi sul cuscino, veste calze spaiate, ha una forza bruta pari a quella di 50 uomini e ha come compagnia un cavallo a pois e il signor Nilsson, una scimmietta rumorosa (che per una coincidenza, mai chiarita, porta il nome dell’attrice protagonista).
Ma dov’è finita ‘la nostra Pippi’? Cosa ha fatto quella ragazzina, oramai adulta, alla quale abbiniamo automaticamente il ricordo di quel viso lentigginoso e di quelle treccine rosse sempre orizzontali? Siamo andati a cercarla e abbiamo trovato una donna nel pieno della sua maturità, anche artistica. Ha lavorato in molti telefilm ed ha anche avuto molta soddisfazione nel seriale tedesco, Der Kommissar und das Meer (L’Ispettore e il mare), dove ha interpretato il ruolo di un medico legale. All’epoca, schiacciata da un successo stratosferico, aveva dovuto lasciare trascorrere molti anni per scrollarsi di dosso quel marchio cartooniano. E così, mentre aspettava che si calmassero le acque, che il suo viso non venisse più abbinato soltanto a quello di Pippi, ha condotto una vita comune, lavorando come segretaria, recitando ogni tanto in teatro e stando lontana dalla ribalta televisiva. Forse per questo quando le riproponiamo di ricordare quel periodo e di raccontarci la sua Pippi, Inger Nilsson fa trapelare un buon ricordo, ma soprattutto la felicità di essersene affrancata.
Ci può spiegare cosa rappresenta Pippi per lei? “Onestamente sono soddisfatta della mia vita odierna e se ripenso a Pippi Calzelunghe credo unicamente sia stato un bellissimo periodo della mia vita, anche se mi sembra sfocato perché è accaduto tanto, tanto tempo fa. Oramai mi sono distaccata da quel personaggio. Certo le sono ancora affezionata perché mi ha fatto vivere cose che non avrei mai pensato, ma niente di più”.
Allora ci racconti quanto le ha regalato di così straordinario. “L’esperienza più incredibile è stata quella di andare a girare alcune scene alle Barbados, nelle Indie dell’Ovest. Era la prima volta che andavo lontano e viaggiavo senza genitori, accompagnata soltanto dai responsabili della casa cinematografica e dalla troupe. Non avendo avuto nessuna disavventura ricordo quel viaggio come irripetibile, soprattutto a livello di emozioni. Teniamo presente che allora ero una bambina che ne recitava un’altra completamente diversa. Crescevo insieme a lei, ma fortunatamente non ho mai fatto confusione”.
Non era a suo agio nei panni di quella monella? “Onestamente da bambina non assomigliavo per niente a Pippi. Non ero così selvaggia, anzi. Tanto meno giocavo in modo spericolato come dovevo fare nel film. Le mie giornate, quelle vere, trascorrevano piuttosto normalmente. Se non fosse stato per i periodi in cui ho girato Pippi, potrei dire di avere avuto una vita uguale a quella di tutti gli altri bambini della mia età. Andavo a scuola nella mia piccola cittadina di Vimmerby dove adesso c’è un Parco dedicato a Pippi. Poi, per le superiori, mi sono trasferita a studiare a Goteborg. Soltanto quando sono stata più grande ho vissuto a Stoccolma per studiare da attrice”.
Ma ci sarà una sorta di fil rouge con Pippi? “Beh, se devo trovare un trait d’union, forse direi le scarpe. Pippi ne calzava un paio decisamente strano. E onestamente, le scarpe particolari sono sempre state la mia mania. Sono capace di comprarne a decine in un’unica volta, come è accaduto recentemente in un viaggio a Bali. Tra l’altro è stata un’impresa portarle via perché erano troppe. Inoltre vivo in un appartamento piccolissimo e non so più dove riporle”.
Lei ha conosciuto l’autrice di Pippi, Astrid Lindgren? “Sì, prima nei suoi libri perchè mia mamma quando ero piccolissima mi leggeva Pippi, e poi di persona. Era una donna buona che si faceva amare all’istante”.
Se dovesse lasciare un’eredità a tutti, così come ha avuto modo di fare Astrid Lindgren grazie a questo divertente personaggio, cosa direbbe? “Darei un consiglio. Qualsiasi cosa facciate e ovunque viviate, aprite la vostra mente e portate sempre con voi la curiosità del conoscere e dello scoprire”. In fondo, a pensarci bene, è esattamente quello che faceva Pippi Calzelunghe.