«Siamo nel 1990/1991 all’interno di Piacere Rai 1, programma cult, coproduzione Rai e La Stampa, in onda tutte le mattine con la conduzione di Piero Badaloni, Toto Cotugno e Simona Marchini. La trasmissione era itinerante e raccontava le varie sfaccettature dell’Italia ed io curavo uno spazio di conduttore in piccolo dove raccontavo un ristorante, ma soltanto dopo averlo provato sulla mia pelle. Ricordo ancora distintamente dove ero appena stato, in Calabria. Avevo mangiato come mangio sempre, non solo a crepapelle, ma variando molti cibi, tra l’altro tanta roba cruda, verdure e frutti di mare compresi.
A Milano, una settimana dopo essere rientrato, sono andato al Policlinico per la mia donazione di sangue abituale, un appuntamento iniziato quando facevo il cronista di nera. Dono il sangue, esco e come premio mi concedo un ristorante, come al solito d’altronde. Ma mentre ero lì, mi sento male, mi gira la testa, prendo un taxi per andare a casa e proprio durante il tragitto mi chiamano dall’ospedale dicendomi che avevo 20 mila di transaminasi e che dovevo tornare da loro per un ricovero immediato. Mi ero beccato l’epatite virale alimentare! All’ospedale sono arrivato con la lingua di fuori e per distrarmi i medici hanno iniziato a parlarmi del mio lavoro, in pratica di cibo.
Mi sono sentito ancora peggio».