Che l’arte del pettegolezzo sia nata o meno con Adamo ed Eva, certamente si è conquistata un posto nella storia del tempo visto che i giorni nostri ne sono intrisi e che ogni aspetto della vita non rinuncia a questa sorta di “sale verbale”. Si pettegola in ogni ambiente e su tutte le vicissitudini, dal potere all’amore, dall’amicizia ai figli, dall’educazione alla carriera.
Non saprei dire chi è stato il più grande pettegolo di tutti i tempi, ma so dirvi chi ha attirato la mia attenzione, ed è una donna americana vissuta nell’America che conta tra il 1883 e il 1963.
Si chiama Elsa Maxwell ed era una donna eclettica visto che è stata giornalista dalla penna affilata come un rasoio, pianista, scrittrice, organizzatrice di eventi mondani hollywoodiani ai quali partecipavano tutti i grandi nomi dell’epoca comprese le star del cinema, ma era, soprattutto, una maga del pettegolezzo.
Certamente, se non l’inventrice del gossip, è stata una donna che sapeva usare il pettegolezzo come chiunque di noi bene educato sa usare coltello e forchetta. Così Elsa Maxwell, tagliava e cuciva parole ad hoc, creando castelli dove c’erano casupole, facendo degli assist a degli scoop di cui poi lei magistralmente discettava, distruggendo o amplificando, a seconda se da lei amati o odiati, carriere e nomee di quei mortali che le capitavano sotto tiro.
Si sa che a quelle sue straordinarie e indimenticate serate tanti Cupido scoccarono le migliori frecce come accadde nel 1948 quando l’attrice Rita Hayworth incontrò Ali Khan, il principe ereditario del sultano Aga Khan III, quell’incontro sfociò poi in un matrimonio (infelice). Ma pare che anche Maria Callas venne presentata ad Aristotele Onassis durante uno degli eventi organizzati dalla Maxwell oltre Oceano, e più precisamente in Italia a Venezia.
A questo possiamo aggiungere che ci sono popoli che pare siano stati più predisposti al pettegolezzo e al gossip a causa di eventi storici, come racconta nel libro “Guida pettegola al Settecento francese” la scrittrice Sgorbati Bosi Francesca parlando della Francia con riferimento al Settecento illuminista. In quell’epoca nel paese vigeva, infatti, la censura e l’informazione era nelle mani del potere centrale, con i cittadini all’oscuro persino di come andavano le campagne di guerra. Per questo la gente mise in atto una sorta di informazione alternativa, seguendo percorsi originali per riuscire a procurarsi notizie di prima mano.
E poi arriviamo velocemente ai giorni nostri e alla nostra Italia, con i pettegolezzi da bar che si sprecano, le trasmissioni di radio e Tv che urlano le maldicenze e le indiscrezioni prendendo di mira non solo persone, ma aziende ed anche intere collettività. Un uso divertente, poche volte innocente, più spesso border line con qualche perversione, che però incuriosisce e calamita l’attenzione perché carpire i segreti e chiacchierarne fa sentire chi ci riesce, facente parte di un gruppo alla moda. Natura docet. Soprattutto quando una ricerca della Oxford University sdogana il pettegolezzo, non solo come un momento di felicità collettiva, ma tra gli elisir di lunga vita
Quindi non ci sbilanciamo ad indicare i nomi di coloro che nel 2015 meglio ricoprono l’incarico di moderni pettegoli, non solo perché ci riconosciamo un poco in ognuno di essi, ma perché chi non ha peccato scagli la prima pietra.