Quando si sparge un seme si guarda al futuro, a raccogliere in stagioni diverse da quella in cui si semina, magari si guarda all’epoca dove soltanto i posteri godranno di quel lavoro. Avete mai conosciuto qualcuno che ha seminato se stesso in ogni Paese del mondo? E che nel farlo ha impiantato opere monumentali, lavori che potrebbero davvero restare nei secoli? Chissà se è stata questa ragione (recondita) ad animare Bettino Francini (Mauro all’anagrafe), un artista toscano che ha realizzato 62 enormi sculture installate in modo permanente in altrettanti luoghi pubblici di tutto il mondo, dal Messico alla Costa Rica (dove lo abbiamo conosciuto), dal Brasile alla Russia, dall’India alla Korea.
Non un ‘lasciare per raccogliere notorietà’ ora e subito, forse un ‘lasciare per restare’ nella memoria futura di un Universo che pare non bastargli. Infatti, oltre ad avere partecipato a 64 Simposi Internazionali di Scultura di mezzo pianeta e ad essere dal 2004 il Presidente mondiale della A.I.E.S.M (Associazione Internazionale Eventi Scultura Monumentale), Bettino Francini ha anche fondato due compagnie teatrali, “I Replicanti” e “La Zattera” portando in Europa 88 performance di teatro d’avanguardia.
Non solo sculture dunque, anche se con quelle grandi abili mani sa plasmare ogni materia lo attragga e sin dall’inizio risulta chiaro quanto gli piaccia sperimentare. Così l’acciaio, il legno, il marmo, la pietra, ma anche la neve o la sabbia, diventano un tutt’uno con la sua ultima visione, prendendo le forme sempre nuove dei suoi pensieri (irrequieti solo in fase di creazione). Ed alla fine le opere paiono camminare insieme a lui, perché questo scultore non ama certo fermarsi alle risposte già avute.
Mai fermo, ogni opera racconta non solo dell’artista Bettino, ma anche dell’uomo Mauro. Tra le tematiche che ricorrono forse più di altre c’è quanto il presente sia volatile. Risulta chiaro nella scultura in acciaio “Con/Temporary” posizionata a San Luis Potosi in Messico, ma lo si intuisce anche leggendo cosa ha inteso esprimere in altre tre opere, tutte tra i 5 e i 7 metri di altezza/lunghezza, “Incombente”, in acciaio e cemento installata a San Caetano Do Sul in Brasile, “Inside 2″ che si trova in Russia a Penza, lungo il corso del fiume, ed anche “Balance” creata sulla spiaggia costaricense e posizionata sul lungo mare della capitale San José.
E sottile, ma sempre vibrante e presente, emerge la fiducia di questo artista che, con la sua visione d’avanguardia allacciata al sapere antico, pare spronare tutti noi a raggiungere quanto lui definisce ‘la culla’, quella dimensione intima e personale dove ognuno si potrà sentire al meglio sul pianeta terra. Per questo gli piace motivare anche il profano dell’Arte, soprattutto per questo motivo si illumina sapendo che potrà continuare a seminare per il futuro. Nostro e suo.