Anche se per ora il lettore può solo desiderare venga protetta, in modo che in futuro anche i posteri possano vedere con i propri occhi queste meraviglie della natura, Sombrero, una delle isole più settentrionali dell’arcipelago delle Piccole Antille è da salvare! A lanciare un SOS è stato l’Anguilla National Trust insieme al Dipartimento per la Salvaguardia della Pesca e delle Risorse Marine.
Conosciuta anche come Hat Island (isola cappello), Sombrero causa l’intervento massiccio dell’uomo, ha purtroppo cambiato quel suo classico profilo a cui deve il simpatico nome. Ma se le riserve di guano sono praticamente andate esaurite attorno agli inizi del ‘900, dopo decenni di sfruttamento intensivo di circa 3000 tonnellate di fosfato all’anno, l’isoletta rimane di primaria importanza per la sua incredibile fauna.
Oltre ad un cospicuo numero di tartarughe marine, due rare specie di lucertola e una di geco nano è uno dei pochi posti rimasti per la nidificazione di cinque rare specie di uccelli marini. In più sull’isola dal 1868 si trova ancora un Faro, punto di riferimento sull’Anegade Passage da cui transita la più importante rotta marittima tra Europa e Caraibi scongiurando pericoli per le navi e barche di passaggio nella zona, siamo a 55 km a nord-ovest da Anguilla, territorio britannico d’Oltremare a cui appartiene questo piccolo gioiello lungo circa 1,5 km con un’ampiezza media di 0,4 km e una superficie di 0,38 km².
Potrebbe riuscirci solo la Convenzione di Ramsar, un accordo Internazionale che svolge l’importante compito di proteggere il microclima, la diversità della fauna e le diverse specie di uccelli acquatici di tutte le zone umide del pianeta. A loro si è rivolta Anguilla nella speranza che Sombrero entri a fare parte di questi Patrimoni Naturali. Se la candidatura sarà approvata, questo piccolissimo diamante caraibico potrà essere ammirato anche dalle generazioni future e l’uomo non potrà più irreversibilmente danneggiarlo. Noi tifiamo per Sombrero!