Quale sarà la prossima opera dell’artista bulgaro Christo? Ancora nulla è trapelato, ma questo artista visionario non si fermerà certo al Lago d’Iseo perché Christo è anche il nome di un progetto, la Land Art, una forma di arte basata sull’intervento diretto sul territorio naturale, un lungo lavoro partito negli anni ’60 a New York. Un operato che si è trasformato in uno stile di vita, condiviso da lui e da sua moglie Jeanne Claude (scomparsa nel 2009), nati lo stesso giorno, il 13 giugno del 1935, due persone che hanno dato vita a tante appariscenti installazioni, tutte con un unico comune denominatore, non essere permanenti, tutte costruite quindi per poi essere smontate.
Opere effimere, delle quali ai posteri, però, non resteranno soltanto foto e video, resteranno soprattutto le emozioni di chi le ha vissute dal vivo, perché costoro potranno dire: “Io c’ero”. Ed è forse stato questo il grande punto di forza di The Floating Piers, il ‘molo galleggiante’, installato sul Lago d’Iseo. Dopo oltre 40 anni dall’ultimo progetto, Christo è stato entusiasta di poter lavorare di nuovo in Italia, infatti con Jeanne-Claude nella loro carriera creativa hanno realizzato nel 1968 Wrapped Fountain e Wrapped Medieval Tower a Spoleto, 1968; nel 1970 Wrapped Monuments a Milano; e nel 1974 The Wall, Wrapped Roman Wall a Roma. Un artista che ha sempre pensato fosse meglio incidere direttamente la realtà, un artista ambientale a vocazione spettacolare. Perché anche di spettacolo si è trattato!
Noi c’eravamo, per noi, ma anche per raccontarvelo, in quanto sono stati soltanto 16 giorni in totale i giorni di ingresso gratuito all’opera, dal 17 giugno al 3 luglio 2016, pochi al punto da non permettere a chiunque ci tenesse, di organizzarvi una gita. Una visita che meritava al di là della possibilità curiosa ed inedita di camminare sulle acque, un’area incantevole anche poco conosciuta ai più degli italiani, in tanti infatti hanno colto l’occasione per visitarla per la prima volta. Ad opera rimossa le componenti saranno dismesse attraverso un processo industriale di riciclaggio e il Lago d’Iseo tornerà ad essere quello di sempre, ma, c’è da crederci, per scompiglio e straordinaria atmosfera, nessuno scorderà questi 16 giorni.
Sull’inedita passerella si sono ascoltate parlare tutte le lingue, Christo ha una visibilità mondiale e ha attirato l’attenzione non solo di chi stava vivendo la nostra nazione in vacanza, ma anche di chi lo segue abitualmente per sostenerne le iniziative futuribili, dai canadesi ai tedeschi, dai russi ai tanti americani che ‘avendolo adottato’ non perdono l’occasione di ‘presenziare alle sue prime internazionali’.
Lasciare parlare le immagini con Christo è facile, perché bene raccontano alcune delle tante opere create da questa coppia nel mondo, dall’impacchettamento del Parlamento tedesco a Berlino che nel 1995 li consacrò a livello planetario, ai 93 mila metri quadri di costa australiana impacchettata con un tessuto bianco, alle 7053 porte alte quasi 5 metri contrassegnate da sipari arancioni installate a New York, ai 1340 ombrelli blu installati a nord di Tokyo in Giappone, tanto per citarne soltanto alcune tra le più imponenti.
Ma adesso ricordiamo i tanti numeri di The Floating Piers: 70.000 metri quadri di tessuto giallo cangiante, 200.000 cubi di polietilene ad alta densità per formare il sistema modulare di pontili galleggianti, 4,5 km di percorso pedonale (3 dei quali in mezzo al lago ed 1,5 sulla costa), 16 metri di larghezza per la passeggiata, 50 centimetri di altezza della passerella dai bordi degradanti a sfioro sull’acqua, 15 milioni di euro il costo dell’opera. Forse 1 milione di visitatori.
Un progetto senza uguali i cui fondi, come per tutti i lavori di Christo e Jean Claude, sono stati interamente finanziati dalla vendita delle loro opere. Ecco perché così tanto consenso e tanta simpatia, ma ecco anche perché Christo non si fermerà al Lago d’Iseo.