La mia giornata da dimenticare nel golf risale a circa 13 anni fa. Era una delle prime volte che prendevo in mano un bastone, forse la prima. Mi trovavo dalle parti di Firenze e, se ben ricordo, ero al Golf Club Poggio De’ Medici per la Conte Of Florence. Bisogna fare una premessa, io ho praticato davvero molti sport, ho fatto atletica, mezzo fondo, corsa veloce, pattino, scio, sono istruttrice di nuoto, sono stata medaglia d’oro del lancio del peso nell’87, ma il golf mi mancava.
In Toscana quel giorno c’era anche lo sciatore Piero Gros che mi conosceva come una sportiva tenace ed appassionata. Per questo mi invitò a buttarmi nella mischia, nonostante conoscessi soltanto la teoria e non avessi mai praticato. Pierino Gros esordì dicendomi “Sono sicuro che sarai bravissima, sei una sportiva e non avrai problemi”.
Ma alla fine si è dovuto rimangiare tutto. E’ stato paziente e si è dilungato oltre un’ora in spiegazioni. Mi ha fatto vedere la posizione, la presa, come tenere la schiena, le spalle, le gambe e le braccia. Ogni tanto mi chiedeva “Hai capito fino qui?” ed io mi sentivo di rassicurarlo perché in effetti mi sembrava non mi stesse spiegando niente di complicato. Pareva tutto così facile!
La cosa più brutta, quella che non dimenticherò mai è stata la sua espressione dopo i primi tre tentativi, fatti uno in fila all’altro. Nel primo colpo ho spostato la pallina di 10 centimetri in avanti, nel secondo non l’ho nemmeno presa e nel terzo, oramai visibilmente arrabbiata, ci ho messo tutta la mia forza e ci è mancato poco che gli spezzassi il ferro, ma il risultato non è cambiato. L’ho visto sudare freddo. Quel giorno non sono nemmeno andata in campo.
Da allora sono migliorata e la pallina la prendo…il 60 per cento delle volte. Comunque sono una compagna di gioco molto ambita e vengo invitata perché con me si sentono tutti dei campioni. A me va bene anche così perché in questa disciplina non ho velleità di competizioni e preferisco fare ridere che piangere. Quanti attori vorrebbero riuscire a fare ridere gli altri? A me con il golf viene facile.
Il mio più grande problema è la postura, tendo ad irrigidirmi, a non essere naturale. Insomma mi sento come quei legni che lascio dentro la sacca, perché dovete sapere che in realtà di tutto il set io ho confidenza solo con tre ferri, ne uso uno dal tee di partenza, uno per tutta la buca e il putter.
Nonostante io pratichi poco, ogni tanto mi vengono fuori dei colpi di fortuna clamorosi. Gioco soprattutto in Sardegna all’Is Molas e quando mi invitano la prima cosa che chiedo è cosa si mangia, perché adoro i piatti della tradizione sarda. Inoltre mi piace camminare e per questo non dico mai di no quando mi chiamano. Se posso scegliere preferisco il contesto collinare, anche se di recente mi sono innamorata del campo da golf di Santo Domingo a La Romana dove ci sono tutte le mega ville dei Vippissimi. E mentre si fa movimento ci si abbronza e si sta in luoghi esclusivi, dove non c’è confusione.
Ho sempre con me delle caramelle alla liquirizia perché danno concentrazione e questo l’ho scoperto quando andavo a scuola. E poi, tra le prime nove buche e le seconde nove, uso il cioccolato perché mi dà energia e mi tira su di morale se sto giocando da cani. Preferisco bere acqua e non mangiare un pasto completo, se non alla fine.
Ho un ferro che mi sta molto a cuore perché me l’ha regalato Sandro Ciotti, l’aveva ricevuto ad una manifestazione che aveva presentato lui. Diceva sempre che per lui il golf era come la donna, ‘lo aveva iniziato da piccolo’, ma era una battuta perché Sandro non ha mai giocato!