Folklore, archeologia, natura e lunghe candide spiagge bagnate da un mare turchese, sono gli ingredienti di questo esclusivo cocktail emotivo messicano che si chiama Riviera Maya.
Siamo nella parte caraibica del Messico, affacciata sulla barriera corallina più larga dell’emisfero occidentale, che fu lo sbocco al commercio marittimo dell’impero Maya. Da una trentina di anni questa zona, da secoli scarsamente popolata e caratterizzata da una natura prorompente, si è votata al turismo diventando la degna concorrente di Acapulco, la rinomata località sull’oceano Pacifico che fu, negli anni ’60, la meta messicana preferita dalle star di Hollywood e dal jet set internazionale. Riviera Maya con i suoi 120 km di lunghezza offre oltre ai grandi complessi alberghieri un notevole numero di interessanti piccoli hotel boutique che offrono una confidenziale accoglienza a coloro che rifuggono le formule ‘all inclusive’.
Parlando di golf, la proposta è più che soddisfacente, sono 6 infatti i campi raggiungibili al massimo in un’ora d’auto. Abbiamo giocato su quello che viene considerato anche dai golfisti locali il più divertente ed interessante, il percorso del Playacar Spa & Golf Club a Playa del Carmen. Situato nel mezzo di una vera e propria giungla questo par 72 di 7.144 yarde (6532 mt.), aperto nel dicembre 1994, è nato dalla fantasia di Robert von Hagge esperto architetto statunitense che nel suo studio, a Spring nel Texas, ha progettato centinaia di campi in tutto il mondo, tra i quali nel nostro paese Bogogno ed Is Arenas.
Sotto il cielo del Messico von Hagge ha saputo ‘stendere’ curatissimi fairway, di bermuda grass, dalle ondulazioni accentuate che contrastano con l’intricata flora tropicale che circonda le buche. Lungo il percorso numerosi bunker, di bianca sabbia finissima, circondano i green ed intimidiscono i drive, a questi si alleano, a difesa del campo, i limpidi laghetti presenti in cinque buche del percorso. Gli ostacoli d’acqua, che nelle vicinanze della club house formano una piccola laguna, sono sapientemente posizionati per accogliere i colpi malamente indirizzati al green e due buche strategiche come la nove e la diciotto sono, lungo tutta la loro lunghezza, costeggiate dai paletti rossi. Oltre agli ostacoli tradizionali, contribuiscono a rendere appassionante il Palayacar anche i profondi avvallamenti tipici in questa regione, da cui sporgono spigolose rocce calcaree.
Il progettista ha voluto lasciarli come parte integrante del campo rispettando la peculiarità del terreno ed aggiungendo ulteriori difficoltà ai giocatori poco precisi. Una palla troppo vicina alla sponda o dentro una di queste depressioni ed ecco che iniziano i guai. I green in tiff dwarf bermuda dal tipico verde brillante, veloci ed inclinati sono tutt’altro che piazze d’armi. Disegnati nelle forme più diverse richiedono colpi precisi per essere raggiunti dalla distanza e putt decisi per sfidarne le pendenze. La Riviera Maya è tutta da scoprire, una natura prodiga ha creato oltre a spiagge e lagune incantevoli un’altra singolare meraviglia nascosta nel sottosuolo, i Cenotes, enormi bacini di acqua dolce purissima. L’acqua piovana, filtrata dalle rocce superficiali calcaree, si deposita in queste vasche collegate tra loro da una fitta rete di canali, si parla di circa 700 Km.già esplorati, che rappresentano il sistema fluviale sotterraneo più lungo del mondo. Oggi in queste colorate piscine ci si può bagnare e, nei canali in grotta, sono molti i percorsi che tra stalagmiti e stalattiti si possono affrontare con maschera e pinne o nelle profondità addirittura con muta e bombole. Bagnarsi in un Cenote è un’esperienza irripetibile, la trasparenza delle acque è tale da renderle in alcuni punti addirittura invisibili. Già conosciuti dai Maya i Cenotes erano considerati luoghi sacri e venivano utilizzati come un vero e proprio acquedotto.
La presenza di questo popolo nella zona è testimoniata da numerosi insediamenti, la città più affascinante, famosa per la sua posizione unica, è sicuramente Tulum. Adagiata sopra una scogliera a sovrastare il mare circostante, fu la prima città Maya ad essere avvistata dagli spagnoli nel marzo del 1517. Tulum era un porto vitale nel quale attraverso canali scavati nella barriera corallina transitavano le merci provenienti o dirette ai territori interni dell’impero. A poca distanza la vasta riserva naturale di Sian Ka’an, patrimonio dell’umanità, dove un delicato ecosistema viene meticolosamente conservato dai discendenti degli antichi abitanti.
Qui, tra una fitta giungla ed una limpida laguna dove si mescolano acque dolci e salate, si possono visitare 23 siti archeologici, ammirare i contrasti cromatici tra le verdi distese di mangrovie e l’azzurro del mare, ripercorrere in barca o nuotando, alla ricerca di tartarughe marine e delfini, gli antichi canali scavati dai Maya. Queste sono le peculiarità imperdibili della Riviera Maya, ricordare la vivace vita notturna, la convenienza dello shopping nelle numerose ‘tiendas’ sulle vie principali e l’ottima cucina messicana è pleonastico.