In Quebec, nella regione di Charlevoix, dal prossimo anno oltre ai treni merci fermeranno anche quelli per i passeggeri.
Sarebbe contento anche Alexis Le Trotteur che li amava. Si tratta dell’uomo più leggendario di questa parte del Canada, colui al quale sono dedicate molte teche del Museo cittadino di La Malbaie. Si dice che corresse più veloce dei cavalli e che, saltandoci sopra e muovendo all’impazzata i piedi, riuscisse a fare girare anche una betoniera. Il destino lo volle morto nel 1924 a causa di uno scontro con uno dei treni con i quali era solito vincere la corsa di arrivo in stazione. Per studiarne lo scheletro, nel 1960, se ne riesumò addirittura il corpo, ma non si scoprì nulla e il mistero di Alexis Le Trotteur vivrà al suo posto nel piccolo cimitero di Clermont dove è stato sepolto.
Per scoprire tutti gli aneddoti del Quebec bisogna mettersi in cammino da Montreal, la città dalla quale partono i 415 km dello Chemin Des Cantons. Alcune soste sono obbligate.
Nel Outaouais a Montebello, ad esempio, c’è l’albergo in legno più grande del mondo, le Fairmont Chateau Montebello. E’ una costruzione che scricchiola ad ogni passo, con un enorme camino centrale, dove l’odore del legno si mischia a quello del vetusto. E sarà impossibile battere questo record perché ora la legge proibisce di costruire in legno per paura degli incendi, quindi, anche le stupende casette che incontrerete per strada diventeranno una rarità.
Attorno, a pochi km dal Castello, il Parco Omega con la presenza di 500 animali, tra cui moose, lupi, cinghiali e orsi, solitamente difficili da vedere in libertà. Ci si entra in auto ed è proibito aprire i finestrini perché gli animali non sono recintati. La visita vi resterà impressa perché il Parco ha una sua frequenza radio dove tutto il giorno vengono trasmesse interviste a biologi e rangers o programmi che aggiornano in diretta sulla vita stessa degli animali.
Il Canton De L’Est, invece, che grazie alle tante conifere sempre verdi non ha zanzare, presenta cataste di legna a perdita d’occhio, caratteristici negozi per pesca e caccia, laghetti e angoli suggestivi ovunque. Ma se siete alla ricerca di un ristorante a gestione familiare dove gustare una cucina di altissimo livello, spingetevi fino all’albergo Le Joli Vent. In cucina c’è il tedesco Hans Christener, oramai definitivamente trasferitosi qui con la moglie Patricia che fa gli onori di casa in modo amabile e non affettato. Chiedete l’assaggio di sciroppo di erable, o maple, cioè l’acero con il quale preparano anche la tradizionale tarte au sucre.
Puntando dritto a Nord, arriverete nel Canton du Quebec con la città di Quebec City di cui proprio quest’anno ricorre l’anniversario dei 400 anni dalla fondazione.
La città è fortificata e la vista dal fiume San Lorenzo impatta con l’imponente castello di Frontenac e la statua dedicata al fondatore Samuel Champlain. Tutto è com’era, sia i muri tagliafuoco divisori tra una casa e l’altra, sia il posizionamento di scalette sui tetti che servono a togliere il ghiaccio quando la neve è troppa e l’Hotel St Antoine è in realtà una sorta di museo pieno di teche con cimeli storici tra i quali una palla e il cannone della Battery Royal.
Il Saint Laurent, il fiume che attraversa la città e che una volta arrivava fino a dopo la porta d’ingresso di questo Hotel, nonostante l’Oceano sia lontano 600 km, spinge fino a fare salire anche qui l’acqua del fiume e allagare al limite delle mura cittadine.
Se proseguiamo ulteriormente a nordest, prima di superare la Baia Saint Paul, noterete ai lati dell’autostrada 138E una segnaletica stradale curiosa, oltre ad avvisare che chi getta lattine sarà passibile di multa per 100 dollari, spiega di fare attenzione perché la percentuale degli scontri tra auto e moose è elevata.
Arriviamo così di nuovo nella regione di Charlevoix, quella di Alexis Le Tratteur, dove da tre anni si è trasferito l’italiano Gianluca Guzzon con al seguito genitori e nonna per aprire l’Albergo La Chatelaine. Bella l’atmosfera di fine secolo restata intatta.
Ci troviamo nel cuore de La Malbaie, riserva mondiale di biosfera. In pochi km sono racchiuse tante tipologie di paesaggio, la taiga, la tundra, un fiordo e anche un parco marino protetto per le balene, uno dei pochi luoghi al mondo dove questo incontro accade sistematicamente.
Prima di rientrare in Italia, infine, non perdetevi un locale molto alternativo, la Maison du Bootlegger. Nel tempo andato la mascotte era Sarah, una maialina rosa che pare avesse l’abitudine di andarsi a rotolare tra le ceneri del camino suscitando la rabbia della cuoca che perdeva tempo a ripulirla, ma il motivo per cui riceve tante visite è un altro. E’ uno speak easy, uno di quei luoghi nati dopo che il Presidente Tuff proibì l’alcool e dove, proprio durante il proibizionismo, si potevano invece bere alcolici di contrabbando e giocare d’azzardo tutta la notte.
Camminerete sfiniti dai sali scendi tra mura a scomparsa, porte girevoli, telai bassi che intendevano rallentare il passo ai poliziotti d’allora, specchi finti e labirinti murati dando la caccia ad un piccolo tesoro. Al termine di uno strettissimo corridoio, dove riuscirete a camminare solo mettendovi di traverso, adeguatamente protetta dall’usura del tempo, troverete la firma originale di Elvis Presley, compagno di bisboccia del proprietario dell’epoca. Prosit!