Ci siete mai stati a Prosecco, la frazione del comune triestino sull’altipiano carsico? Tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia corre una linea immaginaria che dalle cinque province venete Treviso, Vicenza, Padova, Venezia e Belluno, sale fino a tutte le 4 province del Friuli Venezia Giulia, ed in particolare arriva a questo paesino in provincia di Trieste, che dà il nome ad un vino di successo, il Prosecco DOC. Quando si dice nomen omen.
Sempre più persone scelgono di farsi un week end dentro l’area del Prosecco, chi in Veneto, chi in Friuli Venezia Giulia, chi on the road tra le due Regioni per calpestare le terre ammantate dai vigneti che ci regalano i profumi, i retrogusti e le corposità di tutte le etichette di questo brand. D’altronde, chi ama il buon bere oramai conosce il Prosecco, perché, in quanto a gusto, incontra indistintamente il favore di uomini e donne.
In pochi, però, sanno che il Consorzio del Prosecco sopra 20 mila ettari di terreni coltivati a vigneto raggruppa oltre 10 mila aziende produttrici (piccole, medie e grandi), quasi 1.200 aziende vinificatrici e circa 300 aziende imbottigliatrici. Una sorta di Casa Operaia – avete presente come funziona un alveare? – che produce in un anno 241 milioni di bottiglie, una cifra che fa venire la gola arsa soltanto ad immaginarne i numeri economici.
E proprio perché grazie ai naturali aromi e al vantaggioso rapporto qualità/costo, questo vino ha attirato in fretta così tanto consenso rivelandosi un bene di lusso accessibile a tutti, si può incappare in qualche errore, ha quindi senso ricordare che il Prosecco Doc esiste solo e soltanto in bottiglia, non esiste servito in caraffa o alla spina.
Oltre alle classiche immancabili piacevoli degustazioni tra una cantina e l’altra (noi ne abbiamo visitate tre di cui parliamo nelle info finali), l’itinerario del Prosecco DOC aiuta a conoscere luoghi di straordinaria bellezza, infatti nell’area si trovano addirittura 10 siti dell’Unesco, tra questi la bellissima Basilica di Aquileia (per chi fosse curioso, nelle info ci sono tutti). E di cantina in cantina, dopo avere visitato la straordinaria Scuola del Mosaico di Spilimbergo, scopriamo anche curiosi aneddoti storici. Perché pare che il Pucinum, un antichissimo vino che secondo lo storico Plinio il Vecchio dilettava l’imperatrice Livia Augusta, possa ricondursi alla Glera, il vitigno base del Prosecco DOC.
Altrettanto interessante è stato abbinare il vino ai piatti tipici delle diverse zone, quali, il formaggio embriago (servito in modo particolare al ristorante San Parisio di Treviso), la fregolotta trevigiana (la più buona è alla Casa del Caffè Galliano in centro a Treviso), l’Elisir di Erbe (degustato all’Osteria Borsò dello storico ristorante Gambrinus nell’omonimo Parco di San Polo di Piave), il tradizionale Frico, un formaggio cotto con patate e polenta (eccellente quello all’Antica Osteria Il Favri di Rauscedo), fino ad arrivare, nei pressi del paesino di Prosecco, al Brodetto di pesce alla triestina (perfetto alla Trattoria Scabar di Trieste) accompagnato dall’ottimo Surlì, un particolare Prosecco non spumantizzato.
Comunque al di là, o meno, che l’elisir di longevità dell’Imperatrice Livia Augusta (che visse dal 58 a.C. al 29 d.C) e morì ad 87 anni, sia stato il vino, l’itinerario del Prosecco Doc sarà in grado di soddisfare palato, occhi, mente e cuore di tutti gli amanti del buon vivere. E fidatevi, perché in vino veritas.