«Mi piacciono le Turks & Caicos, un arcipelago corallino nell’Oceano Atlantico, isolette fantastiche dove sono stato nel 1996 per lavoro. Mi hanno sempre dato la percezione dell’infinito che è un’idea già di per sé molto emozionante. Se non sono cambiate, sono incontaminate e poco frequentate e l’acqua sembra così pura da mettere voglia di berla. Ad affascinare su tutto è la natura, ma anche il fatto di essere via dal pazzo e folle mondo. Là si entra in raccolta con i propri pensieri e non si vive lo stress stile Porto Cervo, che io detesto.
Anche se la Sardegna mi piace, in particolare l’interno, ma non Porto Cervo che rappresenta tutto quello che io non sono.
Un altro posto dove vado volentieri, anche se ultimamente sta diventando troppo di moda, un poco rovinata dal turismo di massa come Formentera, è Panarea. Peccato perché solo 20 anni fa era uno spettacolo. Panarea io l’ho scoperta grazie al mitico e compianto Avvocato Piero Di Blasi, scomparso qualche anno fa e padre di un mio caro amico. Mi ha fatto conoscere questa isola negli anni non sospetti, quando non c’era ancora proprio nulla.
Lì ci sono sapori, odori e atmosfere uniche, ma oramai bisogna andarci in controfase, quindi mai in agosto. In agosto bisogna stare a casa. Un piatto da assaggiare sono le alici alla beccafico, fatte con ripieno e un pan grattato. Oppure la pasta alle sarde, ma fatte là perché i piatti devono essere contestualizzati, lo stesso ritmo lavorativo imprime un sapore diverso quanto mangiamo.
Infine, voglio aggiungere anche la montagna, ed esattamente la Val Badia trentina, perché a me piace molto sciare. La montagna ha un’aria più rarefatta e fresca, si sta a contatto con una natura rigogliosa. L’unico problema è il fatto che ho la pressione alta e non dovrei andarci perché è veleno. Ma se ci penso, di contro, il mare e il caldo mi tolgono energie e mi tirano fuori la parte più apatica del mio carattere. Quindi, vado lo stesso e basta.
Cosa è la vacanza per me? E’ il viaggio, non il luogo in sé. Vacanza è conoscere, vedere e scoprire culture e territori nuovi. Fare tanti km per mettersi a prendere il sole non ha senso e non mi interessa. Per me arriva dal senso latino del termine vacazio, assenza di appuntamenti, impegni e scadenze. Una vacanza, per assurdo potrebbe essere anche un libro da leggere in casa propria. Volendo giocare con le parole, oggi vacanza si è trasformata in ‘vaccanza’.»
Tiberio Timperi