Nel mondo, sono 1200 le specie di insetti che l’uomo mangia ed includono cavallette, grilli, termiti, formiche, larve di coleotteri, falene, bruchi, pupe, ragni, tarantole e scorpioni (quindi anche aracnidi). D’altronde, prima che l’uomo scoprisse la caccia e l’agricoltura, in epoche dunque preistoriche, l’utilizzo di insetti nella dieta umana è stato particolarmente importante.
E anche se nel mondo Occidentale un simile sostentamento non è utilizzato, ci sono previsioni che indicano l’entomofagia, cioè una dieta a base di insetti, come una necessità futura (e, forse, nemmeno tanto lontana). Per questo, una ricerca pubblicata dall’Università del Nebraska ha provato ad assimilare i sapori di alcuni insetti ai sapori di prodotti che noi Occidentali siamo avvezzi a mangiare.
Apprezzate le sardine? Allora, potreste sperimentare le cavallette fritte, molto comuni in alcune aree del Messico, ma anche in Cina, e che ricordano proprio questo piatto. I coleotteri acquatici, tipici di Paesi asiatici quali la Thailandia, ricordano invece le nostre vongole. Se amate l’ananas rischiate ed assaggiate le termiti, che si mangiano abitualmente in Africa ed in alcune parti dell’Australia. Da crude ricordano questo dolce frutto, mentre da cotte rammentano maggiormente una verdura verde bollita.
Le larve di vermi di agape fritte sgranocchiate ricordano i semi di girasole, mentre le larve della tarma della cera, se fritte, rammentano molto il sapore delle patatine fritte. Invece, le tarantole fritte, un tipico piatto cambogiano, hanno un sapore paragonato a quello delle nocciole e diventano un ottimo spuntino per chiudere lo stomaco durante la giornata. Le classiche formiche fritte, infine, hanno un gusto simile alla carne essiccata e si mangiano moltissimo in tutta la Cina, ma anche in Colombia e vengono gustate da sole o mischiate in insalata.
E se proprio restate scettici, vale rammentare che ogni anno, senza saperlo, ognuno di noi introduce nella propria dieta almeno 500 grammi di insetti. Infatti, sebbene in quantitativi modestissimi l’industria alimentare, ne ammette la presenza. Dove? Ad esempio in alcune farine (fino a 150 frammenti di insetti ammessi per 100 grammi di farina), o nelle salse di pomodoro (consentite fino a 30 uova di mosca per 100 grammi), ma anche, udite udite, nel cioccolato, dove sono consentiti fino a 100 frammenti di insetti per etto di prodotto. Non ha senso dunque essere schizzinosi, in fondo in questo caso stiamo parlando del Cibo degli Dei!