Nulla può rendere Frida Kahlo come vedere di persona i luoghi dove lei ha vissuto. Però certamente la cosiddetta mostra “di rottura” milanese ora al MUDEC fino al prossimo 3 giugno, è quanto di meglio un visitatore possa sperare e non perché di questa artista venga tessuta una trama inedita riconsiderando la sua figura “oltre il mito” (come annuncia il titolo della mostra stessa), ma anche perché in un solo spazio espositivo vengono raccolte molte opere importanti, difficili da vedere tutte in una volta.
E così, grazie a questa Mostra, Frida e la sua duplice identità, europea ed indigena, affascina per ogni singolo minuto perché, origliando e sbirciando dentro la sua breve vita, si impara a conoscere Magdalena Carmen Frida Kahlo Calderon, come si chiama per intero, la donna lontano dalle cronache note, dagli abiti tradizionali, dai tanti autoritratti e dal suo tormentato amore verso il marito Diego Rivera, ma quella di lei bambina, quella dei suoi diari intimi e l’immaginario fantastico, quella di una ragazza con la sigaretta sempre tra le dita, quella delle sue tante operazioni in ospedale (con le immagini inedite del bagno privato dell’artista a CasaAzul, le protesi, le grucce, gli strumenti medici), quella delle mostre internazionali, anche francesi, soprattutto quella di una donna appassionata di politica che si attiva in prima persona per quanto lei ritiene essere la migliore giusta causa: la rivoluzione per la libertà del Messico.
Come sottofondo vi accompagnerà nella visita la musica della canzone “Diego e Io” di Brunori Sas, contenuta nell’ultimo album pluripremiato “A casa tutto bene” e l’imperdibile bellissimo video documentario proveniente dal George Eastman Museum, il curioso cartone girato quasi in chiave fumettistica che ne racconta le vicende tenendo però quale voce narrante proprio la morte che a Frida ha sempre fatto la corte, fino a rapirla presto alla vita alla giovane età di 47 anni.
Tanti sono gli aneddoti che inciampano dentro il nostro cuore intenerendolo al punto che alla fine del percorso, dopo decine di quadri, pagine scritte e foto, si arriverà quasi ad amare Frida Kahlo sentendola come una buona conoscente, se non addirittura come una buona amica. Una Mostra da non perdere se si vuole capire meglio questa artista icona, ma anche la sua terra, il Messico di quegli anni e la proiezione recente.