Una parentesi outdoor insieme a un istruttore qualificato di nordic walking è molto più che una semplice passeggiata all’aperto. E, soprattutto se il nostro interlocutore è un atleta preparato, ma anche un uomo entusiasta e un abile divulgatore, l’intervista si trasforma ben presto in un’interessante lezione di tecnica sportiva. Senza fatica.
La meta di oggi è il Cantone Ticino, il dipartimento più meridionale della Svizzera a sud delle Alpi, solcato dall’omonimo fiume che arriva anche in Italia attraverso il lago Maggiore. Un ambiente di foreste e laghi, dall’inconfondibile quiete che soltanto la montagna sa regalare. In queste valli, la passeggiata è il modo più naturale per godere dei paesaggi, dell’aria fresca a ogni stagione, e dell’ambiente dagli scorci semplici e unici. Tutti da assaporare lentamente, al ritmo dei nostri piccoli passi.
Togliamoci subito il pensiero: se parliamo di nordic walking, non crediamo di essere di fronte all’ennesima moda proveniente da chissà dove, con improbabili consulenti che ci invitano ad adottare comportamenti innovativi per inseguire un benessere psicofisico sempre meno concreto e quotidiano. Si sa, noi italiani tendiamo all’esterofilia, e già raccontare in giro di uscire per qualche ora di una nuova pratica sportiva dal nome inglese potrebbe apparire poco attraente ai più scettici.
Invece, questa attività che arriva da lontano è una sorpresa per tutti coloro che credono che esista un solo modo di camminare. Un mezzo di spostamento vecchio come il mondo che, oltre a fare bene alla salute, da queste parti si traduce in una perfetta tecnica per la visita turistica del luogo.
Camminare, certo. E anche eseguire esercizi fisici di allenamento, adatti a tutti. Poi correre, saltare. Sì, la cosa si fa divertente. E il bello è che, una volta che avremo imparato la tecnica, potremo applicarla a ogni ambiente che incontreremo: un sentiero, il guado di un torrente, il versante di un monte, la stretta via di un borgo alpino.
Insomma, Luca: perché il nordic walking è diverso dalla classica camminata in montagna? E perché, soprattutto, un atleta versatile come te consiglia proprio questo sport rispetto a tutte le altre possibili varianti? Luca Colli Tibaldi è concentrato, e non accenna neanche un sorriso mentre flette le gambe, effettua un piegamento ed esegue gli esercizi preparatori per la dimostrazione: occhiali da sole, sullo sfondo le cime dell’arco alpino, sguardo dritto e spalle alte, le mani chiuse a impugnare gli appositi bastoncini, vero simbolo di questa pratica.
Ma nelle pause si racconta volentieri: «La differenza fra il più comune trekking e il nordic walking sta proprio nell’utilizzo dei bastoni. A molti sarà capitato di vedere persone che camminano con uno o due bastoni, puntandoli davanti ai piedi: questo metodo, specie in montagna, non porta alcun cambiamento nell’economia della camminata, ma serve esclusivamente a stabilizzare l’equilibrio. Diverso è per il nordic walking, che deriva la tecnica dallo sci nordico, e richiede l’utilizzo dei bastoni in alternanza dietro ai piedi: questo favorisce una maggiore spinta delle braccia e alleggerisce il peso sulle articolazioni delle gambe. Esistono poi alcune varianti del nordic walking che viene insegnato da noi istruttori certificati Anwi (Associazione Nordic Walking Italia, nda), legate a movimenti lievemente diversi: ma non voglio entrare in disquisizioni tecniche, mi limito a raccomandare qualsiasi forma di camminata nordica come salubre, naturale e adatta a tutti».
Ci fidiamo: oggi siamo qui apposta per vivere l’esperienza del viaggio di natura a piedi. Luca è uno che ci capisce: personal trainer e istruttore Fif (Federazione Italiana Fitness), pratica anche nordic walking estremo unendolo all’alpinismo d’alta quota e alla corsa. Il tipo che in fatto di montagna le ha provate un po’ tutte, e alla Scuola Nordic Walking Ticino realizza programmi di allenamento personalizzati e propone lezioni e uscite adatte a chiunque desideri avvicinare o perfezionare questo sport.
Anche se, per chi non intende porsi limiti, il Cantone svizzero che andiamo a visitare offre, in uno spazio ristretto e facilmente percorribile, un’ampia scelta di itinerari che rispondono alle esigenze più diverse. Noi consigliamo ad esempio la Leventina, che va da Biasca ad Airolo, al Passo del San Gottardo e, come appendice, alla Val Bedretto, fino al Passo della Novena: si estende su tutte le zone altitudinali di vegetazione, da circa trecento metri sul livello del mare, ai piedi della Biaschina, agli oltre tremila metri (zone pioniere) dei Pizzi Blas, Rotondo, Gallina. Sentieri, qui, ce n’è per tutti i gusti.
Abbiamo scelto l’evoluzione dell’approccio fisico alla montagna, dunque. Da queste parti, più di una generazione ricorderà l’immagine dei camminatori di un tempo, che accompagnavano il passo agile e sicuro degli scarponi con vecchi bastoni ricurvi dall’uso. Niente di più distante dall’attrezzatura leggera e resistente del moderno walker:
«Tecnicamente – spiega il nostro esperto interlocutore – i materiali derivano dallo sci nordico e si possono trovare diversi modelli. Per quanto mi riguarda, integrando il nordic walking con l’alpinismo, utilizzo un bastoncino estensibile in carbonio che può essere raccolto e riposto nello zaino all’occorrenza. Ma esistono anche modelli fissi di materiali più pesanti, adatti a camminate meno impegnative».
E se il buon passo vuole la sua scarpa, l’istruttore sa consigliare la scelta: «Le calzature variano a seconda dell’obiettivo finale del walker: se si tratta di una camminata, possono bastare normali modelli da nordic, di cui esistono alcune varianti in commercio, o da jogging; ma se la meta o la pratica sono più impegnative, si dovranno adeguare alla bisogna». Lasciamo Luca al suo lavoro e addentriamoci nella nostra esperienza ticinese.
Dicono che le terre di Bellinzona e dell’Alto Ticino non bisogna visitarle. Sono invece da scoprire, calpestandone ogni metro con il passo della curiosità. Valli sinuose, cieli alti punteggiati da cime famose, una pianura verde brillante modellata da un fiume che qui è il vero protagonista. Il profumo della terra, le tradizioni che a ogni angolo si possono toccare.
Oggi, il silenzio ristoratore ci accompagna nell’escursione su questi sentieri millenari, e l’estate è forse una delle stagioni più piene di cui godere in quest’area alpina. E non dimenticate che, qualunque sia la direzione che deciderete di prendere, esisterà sempre un borgo – non lontano – dove gustare i piatti della tradizione cantonale dai sapori tipici e popolari, seduti attorno a massicci tavoli di legno, sotto freschi castagni secolari.
Pronti? Se già vi viene voglia di salire verso le nuvole, raggiungere altipiani sconosciuti e godere la montagna camminando al ritmo nordic, oggi siamo venuti qui apposta: in marcia, people!