Ricco come la sua terra, la Svizzera. E generoso proprio come il nome. Me l’avevano consigliato come itinerario di natura, comodo da percorrere anche in una sola giornata, ma allo stesso tempo adatto a un soggiorno più lungo, con pernottamento in vetta; per di più, ideale sia per famiglie, sia per appassionati di sport outdoor – anche, per certi versi, estremi come il parapendio e l’aliante. Vi pare? Un luogo per bambini e per atleti, tutto in uno… da non crederci.
Dunque, questo sabato, ho deciso che era arrivato il momento di andare a vederlo di persona: il Monte Generoso, 1.704 metri a picco sul lago di Lugano, tanto ricco di attrattive naturalistiche da risultare eccezionale, in un’area così ristretta. Gole profonde e boschi selvaggi, pascoli verdi e un panorama straordinario sul lago e la sua valle. Bisogna essere fortunati, e non trovare foschia: ma se la vostra salita sarà accompagnata da una buona stella, il panorama che si può godere dalla Vetta è il migliore del Canton Ticino. Immaginate un gigante roccioso che si erge, dai 274 metri del lago, ai 1.704 della cima: da qui l’incantevole veduta spazia non soltanto sulla regione dei laghi (di Lugano, di Como, di Varese e Maggiore), ma anche sulla città di Lugano, sulla Pianura Padana con Milano, e dagli Appennini alla catena alpina, dal massiccio del Gran Paradiso al Monte Rosa, dal Cervino alla Jungfrau e dal Gottardo fino al gruppo del Bernina.
Intanto è bene dire che, se siete diretti in cima, il modo più comodo e divertente è affidarsi alla ferrovia a cremagliera che dal centro del comune di Capolago si aggrappa, metro dopo metro, su queste scoscese pareti verticali: un’infrastruttura assai utilizzata per scopi turistici, ma anche quale necessario ed ecologico collegamento tra la civiltà di fondovalle e i locali aperti per il pubblico a ridosso della vetta, un albergo-bar-ristorante e una latteria.
E, se proprio non volete farvi mancare niente, la ferrovia del Monte Generoso offre anche un trattamento regale: è infatti possibile salire in Vetta a bordo di due locomotive d’epoca, ovvero il treno a vapore più vecchio in circolazione in Svizzera, risalente addirittura al 1890 e ancora perfettamente funzionante, e un altro del 1950, entrambi restaurati per l’utilizzo in sicurezza. Il primo impiega poco meno di un’ora e mezza per coprire il percorso, mentre il più recente tre quarti d’ora. La carrozza panoramica, anch’essa del 1890, permette di rivivere i tempi della “Belle Epoque” comodamente seduti ad ammirare le meraviglie naturali e paesaggistiche che scorrono davanti agli occhi.
L’organizzazione offre un calendario specifico per queste iniziative.
Giunti non lontano dalla stazione del borgo ticinese, dunque, ad appena una manciata di chilometri dal confine italiano, un comodo parcheggio gratuito e segnalato vi invita a lasciare l’auto… ed è quanto facciamo anche noi, seppure le località in quota siano raggiungibili anche attraverso una stretta via carrabile. Pochi metri e si trova la biglietteria ferroviaria, che offre numerose informazioni turistiche per la visita del monte e di questo territorio: appena fuori, la partenza e l’arrivo della locomotiva, con diverse corse giornaliere.
Il percorso, nonostante la pendenza, è facile e adatto a tutti: in una quarantina di minuti si attraversano profonde scarpate e foreste, con un primo tratto di autentica veduta aerea, e poi inoltrandosi immersi nella natura della montagna. Una fermata intermedia invita a una tappa, e le possibilità di visita si moltiplicano a ogni angolo: qui è possibile percorrere un totale di cinquantuno chilometri di sentieri a piedi o in mountain-bike, fermarsi per una sosta al buffet della stazione di Bellavista, oppure proseguire in treno fino alla Vetta, dove non mancheranno le occasioni di approfondimenti di interesse turistico. In cima, il panorama è semplicemente stupendo: la regione dei laghi del Mendrisiotto si apre varia e anch’essa generosa sotto di noi, e comincio a capire tutti quei ragazzi saliti sul nostro stesso treno, con il parapendio al seguito, per lanciarsi nel vuoto e godere di una spettacolare, lenta ed emozionante discesa.
Riesco appena ad immaginare la bellezza di questo luogo all’alba e al tramonto: numerosi visitatori organizzano infatti il pernottamento in quota, e talvolta la società che gestisce la ferrovia e l’albergo Vetta promuove le Serate Ticinesi, con buffet tipico; oppure, conferenze-concerto o appuntamenti di astronomia, per i quali già ci si può preparare seguendo il facile Sentiero dei Pianeti che fornisce numerose informazioni per conoscere il cielo, che qui è più vicino.
Verso la fine del percorso tematico, si arriva alla spianata erbosa da cui è frequente osservare da vicino i patiti del parapendio svolgere gli ultimi preparativi prima del lancio, che può anche essere doppio, ovvero al seguito di un istruttore. Oltre che dalla vetta, i decolli avvengono anche dalla pineta e dalla località Caviano. Il sibilo del vento, naturalmente, è protagonista di questo silenzio e di questa solitudine: almeno fino a quando un improvviso quanto indistinto taglio del suono ci costringe a volgere lo sguardo ancora più in alto, dove un paio di alianti muti stanno consumando le loro acrobazie.
Prima di ridiscendere, non si può tralasciare una visita guidata alla famosa Caverna Generosa, meglio nota come Grotta dell’Orso: da queste parti, infatti, sono numerosi e interessanti anche gli scorci sotterranei, ma questa cavità – in particolare – è degna di nota perché vi sono stati rinvenuti, dal 1988, abbondanti resti di oltre trecento esemplari del plantigrado che qui viveva da 35.000 a 45.000 anni fa, il cosiddetto orso delle caverne (Ursus spelaeus), e probabili reperti dell’uomo di Neandertal. Un gruppo di studiosi, ancora oggi sovrintende a ricerche e approfondimenti per conoscere meglio la storia di questo monte e dei suoi antichi abitanti.
È tempo di ripartire: alle 17.25 il trenino comincerà l’ultima discesa della giornata. Lasciamo – a malincuore ma soddisfatti – la terrazza panoramica del bar, questa vista mozzafiato nel sole vivido a ogni stagione, la cappella in pietra dietro al parco giochi per i bambini e la solitaria vetta che si intravede, eterna e imperturbabile, sulla cresta che guarda verso il lago. Con l’intima promessa di ritornarci, e magari organizzare un ritrovo con gli amici.
Nonostante una concreta attenzione all’impatto ecologico, che la società di gestione della ferrovia e dell’albergo-ristorante promuove fissando un limite massimo alle persone da trasportare in cima al monte ogni anno, la ricettività turistica e gastronomica della vetta è infatti invidiabile: la “Locanda ticinese”, con cucina tipica e internazionale e menu personalizzati a richiesta, dispone di 150 coperti; il self-service fino a 240; la terrazza panoramica accoglie fino a 350 persone. Dopo il tramonto, la capacità di alloggio è di 67 posti letto, distribuiti fra camerate e stanze. L’intera struttura è disponibile per banchetti e convegni (sala riunioni fino a 40 posti, oltre alla possibilità di trasformare i locali coperti della ristorazione).