«Figuracce ne ho fatte tante, ma la più terribile è stata quella al famoso Sporting di Montecarlo dopo che avevo tenuto un concerto.
Ero talmente stanco della fatica, faceva caldo e avevo così sete da sentirmi quasi male. Ad un certo punto è entrato un signore, mi sembrava in livrea. Era un uomo alto sulla sessantina, brizzolato, elegantissimo, giacca di lino bianca doppio petto, pantalone nero e papillon. Era entrato certamente a cercarmi, ma io ero così sfinito da non avere colto lo stato delle cose.
L’ho scambiato per il cameriere e l’ho apostrofato dicendogli “Meno male che è arrivato. Muoio di sete. Gentilmente mi può portare una bottiglia d’acqua ben ghiacciata?”. Lui, leggermente in imbarazzo, ma in modo molto carino, senza assolutamente farmi pesare il fraintendimento mi ha risposto: “Se vuole vado a prendergliela, ma in realtà io sono un suo estimatore e volevo soltanto ossequiarla perchè lei durante il concerto è stato grandioso”. Sono diventato tutto rosso e la voglia di bere è sparita con la vergogna. Ovviamente il minimo è stato firmargli l’autografo».
Massimo Ranieri