Che l’India sia giustamente considerata una delle nazioni più spirituali del mondo non è un mistero, ricca di misteri e suggestioni è invece la sua storia antica dove mito e sacralità si mescolano in un amalgama dal fascino esotico.
Abitata da un’umanità che celebra da sempre l’importanza della parte mistica dell’individuo è fonte di una filosofia che, dalla metà del secolo scorso, ha influenzato notevolmente lo stile di vita occidentale focalizzando l’attenzione sull’indispensabile equilibrio che deve intercorrere tra corpo e mente per raggiungere una condizione di completo benessere.
Abbiamo visitato uno dei luoghi dove maggiormente questa filosofia della serenità viene messa in pratica.
Siamo a Narendra Nagar, una cittadina posta a 1300 mt di altitudine sulle pendici Himalayane nella regione dell’Uttaranchal ad ovest dell’estremo nord dell’India, in quella parte del paese che si insinua tra Nepal, Cina, Afganistan e Pakistan. E’ qui che nei primi anni del 1900 il Marajà di Tehri Garhwal, Narendra Shah decise di trasferire la capitale del suo regno e di edificarvi la propria reggia. La scelta non dipese solo da motivi prettamente politici ma anche dalla fama del posto conosciuto da secoli come luogo di meditazione e spiritualità.
Queste, secondo la leggenda, sono le terre dove domina Shiva il distruttore, e dove i numerosi pellegrini Indù possono avvertire la ‘Shakti’, la potenza e l’energia della dea Parvati, consorte di Shiva e figlia di Himavat, il signore delle montagne. Dalle finestre del palazzo lo sguardo raggiunge la vasta vallata sottostante attraversata dal Gange che, lasciate le montagne, incontra le prime città indiane. L’antichissima Hardwar, una delle sette città sacre agli Hindù, chiamata ‘la porta degli Dei’ perché qui gli Dei hanno impresso le loro impronte quando sono entrati sulla terra attraverso il fiume.
E la pragmatica Rishikesh, considerata la capitale mondiale dello Yoga che qui ha le sue radici e da qui iniziò a diffondersi. Anche i Beatles in cerca di esperienze spirituali vi soggiornarono dal 1968 in diverse occasioni.
Oggi quella che fu la residenza del Marajà di Theri Garhwal, è parte dell’Ananda in the Himalayas, un raffinato resort divenuto una sorta di confortevole eremo per chi ricerca in una Spa non solo il benessere o il miglioramento estetico, ma anche un rapporto intimo con il proprio corpo. In India, l’individuo è considerato parte integrante della natura, e la sua salute sia mentale che fisica non può prescindere da un rapporto equilibrato con l’ambiente circostante, questo è il principio ispiratore dell’Ananda.
All’interno dell’Ananda la vita scorre tranquilla e tra un trattamento e l’altro è possibile partecipare a sedute di Yoga, per principianti o avanzate, utilizzare la palestra, rilassarsi in piscina, oppure giocare a golf sulle 9 buche executive che si snodano nell’ampio parco, un professionista locale è a disposizione degli ospiti che desiderano praticare o migliorare il loro swing.
All’esterno vi è un mondo incantevole da scoprire, nelle vicine Hardwar e Rishikesh la presenza della religione con i suoi riti è forte e costante, le rive del Gange in queste città sono sempre affollate di pellegrini che si bagnano nelle acque del fiume per liberarsi del Karma negativo e purificarsi.
Abbarbicati sulle montagne circostanti vi sono alcuni importanti templi antichissimi che vanno assolutamente visitati per la loro bellezza e per tentare di comprendere il profondo misticismo di queste genti. Vale la pena avvalersi di una guida, perché nella mitologia induista ogni divinità ha una storia interessante che spesso viene raccontata anche nelle rappresentazioni teatrali.
Da non perdere la suggestiva cerimonia che si svolge ogni sera al tramonto, dove centinaia di pellegrini si uniscono a decine di coloratissimi monaci per rendere omaggio al fiume sacro. All’arrivo dell’oscurità, tra canti e litanie ogni partecipante accende un lumicino che viene poi affidato alla corrente e si allontana galleggiando in una scia di luce riverberata dalle acque.