L’aereo si abbassa e sembra voglia tuffarsi nell’oceano prima di incontrare e posarsi dolcemente sulla pista dell’aeroporto internazionale Logan di Boston.
Arriviamo in Massachusetts con la sacca al seguito, conoscere alcuni dei campi pubblici più belli e famosi di questo paese è il nostro obiettivo. Dopo un lungo viaggio che attraverso Monaco ci ha portati fino a qui prendiamo alloggio al Seaport un elegante albergo, recentemente ristrutturato, dagli ampi ed altissimi saloni. Le stanze grandi e luminose ci accolgono con un piacevole sottofondo di musica classica. Le finestre, sembrano quadri con immagini della baia di Boston attraversata da numerose imbarcazioni oltre le quali, lo sguardo si perde nell’orizzonte a cercare dove l’oceano finisce. Vincitore del premio “Best of citysearch” la prestigiosa guida che negli Stati Uniti segnala il meglio in ogni città, il Seaport offre una Spa di altissimo livello specializzata in trattamenti di bellezza e benessere.
Per cena abbiamo prenotato in uno dei locali più famosi di Boston. Fondato nel 1826, all’interno di una tipica casa vittoriana in mattoni rossi, lo “Union Oyster House”, si fregia del titolo di ristorante più antico d’America. Specialità locale, la “Clam chowder” squisita cremosa zuppa a base di vongole giganti e nel menù naturalmente molte ricette a base di ostriche ed astici.
Molti gli uomoni e le donne celebri che hanno frequentato la Union Oyster house, ma tra tutti spicca la figura dell’indimenticato Presidente John Fitzgerald Kenndy.Una targa in ottone ricorda il tavolo preferito dal grande statista che amava scegliere, direttamente dall’enorme acquario all’entrata, l’astice che poi gustava bollito o cotto alla griglia.
Dopo cena, una passeggiata nella Boston vittoriana, tra lampioni in metallo che illuminano eleganti case immutate nel tempo e giardini curatissimi. L’indomani visiteremo lo splendido J.F.K. library and museum. All’interno un percorso ricco di documenti e filmati sulla vita politica e privata dello sfortunato presidente USA. Terminata la visita piuttosto emozionante, si fa rotta verso il nostro primo percorso di golf. A circa 7 miglia da Boston, a Quincy sulle Quarry Hills, le 27 buche del Granite Links Golf Club sono un piacere per gli occhi.
La grande rossa club house in mattoni, ha i tetti spioventi e ricchi di lucernai ed abbaini. Due torrette ai lati della costruzione consentono di attraversare con lo sguardo il panorama circostante. Situato in una zona collinare, il campo da giocare con il golf cart è stato realizzato con buche ampie e variegate che seguonoi versanti delle colline, tra boschi ed una varietà straordinaria di piante. Grosse rocce affiorano di tanto in tanto sul percorso rendendo il gioco ulteriormente appassionante. Moltissimi e biachissimi bunkers e pochi ma vasti ostacoli d’acqua sono in attesa di creare grattacapi.
Il rough molto impegnativo è, vista l’ampiezza delle buche, molto distante dai fairways e bisogna sbagliare parecchio per averci a che fare. Da diverse buche se la giornata è limpida si gode la fantastica vista della Skyline di Boston. Disegnato da John Sanford il Granite Links lascia a chi decide di “incrociarvi i ferri” la voglia di tornare. Nelle vicinanze ancora storia l’Adams National Historical Park, con le abitazioni ed il museo dei due presidenti Adams. John che fu il secondo e John Quincy che fu il sesto presidente degli Stati Uniti.
Il mattino seguente facciamo rotta verso Cape Cod, una lunga penisola a sudest di Boston. Ricca di vegetazione e contornata da lunghe spiagge, Cape Cod è da quasi un secolo, luogo di villeggiatura preferito dalla migliore società newyorkese e bostoniana. Letteralmente Capo Merluzzo, Cape Cod deve il suo nome al navigatore inglese Bartholomew Gosnold che nel 1602 rimase impressionato dall’abbondanza di merluzzi che ne popolavano le acque.
La naturale vocazione turistica del posto, è testimoniata dalle innumerevoli imbarcazioni ormeggiate lungo le sue coste, e dalla vasta offerta di svago per gli amanti degli sport marini. Sono quindici le città che si incontrano lungo le 64 miglia della sua lunghezza, e tantissimi i villaggi, ma non vi sono grattacieli qui, solo le tipiche linde casette della periferia americana. Come nella migliore tradizione spesso con la bandiera nazionale alla finestra ed il fuoristrada davanti al garage. Ma Cape Cod ha una caratteristica invidiabile anche negli USA, oltre 50 campi da golf di ottima qualità, tanto da essere considerata una delle “Top golf destination in the northeast”.
Prendiamo alloggio all’Ocean Edge Resort & Club in attesa di conoscere alcuni dei percorsi pubblici più interessanti. L’Ocean Edge, albergo a 5 stelle aderisce alla Associated Luxury Hotels ed è una strutura composita. Il corpo centrale è ricavato in una gigantesca e lussuosa villa sull’oceano che fu di una nobildonna irlandese. All’esterno sono disponibili ville, appartamenti e stanze, tutti in piccole costruzioni di due piani circondate dal verde e dislocate su di una vasta area. Spiaggia privata, Spa, 11 campi da tennis, 6 enormi piscine e naturalmente campo da golf sono a disposizione degli ospiti. Da qui partiremo per conoscere e giocare al “The Brookside Golf Club”
In Brigadoon road a Bourne. All’arrivo, ci accoglie una luminosa club house caratterizzata da colori pastello, inserti di legno bianco alle pareti ed una grande terrazza dove il colpo d’occhio raggiunge l’oceano sorvolando boschi e spiagge bianche.
Dal retro della club house si raggiunge il tee della buca 1 che dista pochi metri. Da qui un preciso drive farà atterrare la palla sul fairway molti metri più in basso e poi via con l’indispensabile golf cart a sfidare questo bel campo costruito nella metà degli anni 80. Progettato da Michael Hurzdan è caratterizzato da buche ampie, molti dogleg e frequenti dislivelli. I green difficili ed ondulati sono spesso rialzati rispetto ai fairway. Tra boschi, laghetti e ruscelli di tanto in tanto incontriamo scoiattoli per niente intimiditi che attraversano le buche facendo attenzione al volo dei falchi sempre presenti nel cielo.
Al termine del gioco la sosta in club house è piacevole, e gustando l’onnipresente Caesar Salad scopriamo che il club pur essendo pubblico, pretende un severo rispetto delle tradizioni. Proibite le T-shirt, ed i blue jeans le signore devono vestire con le spalle coperte. Piacevole sorpresa sapere che in caso di pioggia e fulmini chi ha giocato non più di 5 buche riceverà un green fee gratuito per 18 buche chi ne ha giocate da 6 a 13 un green fee per 9 buche. Molto frequentato il Brookside.I tee time vanno prenotati con almeno una settimana di anticipo. Nelle vicinanze all’entrata del porto di Woods Hole visitiamo la Nobska lighthouse, uno storico faro costruito nel 1876.Si trova nel punto più visibile di Cape Cod, su un sito dove già dal 1828 era presente uno dei primi fari della zona.
Per la cena, ancora un ristorante di tradizione storica, siamo attesi al The Orleans Waterfront Inn che già nel 1875 ospitava i comandanti dei vascelli che transitavano nella zona trasportando merci di ogni genere. Oggi l’Orleans Inn, in Old Country road ad Orleans è un locale raffinato dal quale si gode un’ottima vista sulla baia e nelle sere di plenilunnio lo spettacolo di una luna gigantesca che si specchia sull’oceano. Nel ricco menù il pesce occupa le portate principali, aragosta ed astice vengono proposti in mille modi ed accompagnati ai più diversi tipi di salse. I vini selezionati sono prevalentemente californiani, vasta anche la scelta di bianchi australiani e sudafricani.
Rientrando visitiamo il sito dove sono state girate alcune scene del film “La Tempesta perfetta” interpretato da George Clooney e tratto dal best seller “The perfect storm”. Scritto dal giornalista del New York Times Sebastian Junger, il romanzo racconta la vera scomparsa del peschereccio “Andrea Gail”, partito da Gloucester in Massachussetts per una battuta di pesca e perduto all’interno di una spaventosa e devastante tempesta.
E a proposito di marinai l’indomani ci aspetta il “The Port Course at Captains Golf Course“ in Freemans Way a Brewster. Questo splendido campo da golf ha ricevuto diversi riconoscimenti, nei suoi 20 anni di vita. Nel 1985, Golf Digest lo ha premiato come miglior nuovo campo pubblico, nel 1990 sempre Golf Digest lo ha collocato al terzo posto nella lista dei “Top 75 Public Courses of Massachusetts” e nel 1996 e nel 2000 nella top ten dei migliori campi pubblici di tutti gli Stati Uniti.
Il campo 36 buche è simbolo di perfezione, grazie al design dello studio Cornish, Silva & Mungeam inc. che ha creato due percorsi belli ed avvincenti rispettando completamente l’ambiente e le caratteristiche del territorio. Da ogni tee di partenza si domina completamente la buca ed i numerosi ostacoli sono sempre visibili. Le buche sono divertenti, i green grandi veloci ed ondulati la manutenzione accurata. Ad ogni buca è stato assegnato il nome di un grande comandante del passato, così con lo scorrere del gioco si incontrano i nomi dei grandi navigatori che solcavano le acque attorno a Cape Cod. Due i percorsi a 18 buche il Port Course e lo Starboard Course, da giocare entrambi per non rimpiangere quello non scelto.Regola locale, sul campo sono consentite solo bevande analcoliche. Ristorante e club house chiudono inprorogabilmente alle 20.
Sulla strada per Brewster breve sosta per una visita veloce allo Hyannis Golf Club, non per giocare ma per vedere dove John Fitzgerald Kennedy, nonostante i suoi noti problemi alla schiena, giocava a golf. A Cape Cod i Kennedy erano e sono di casa. A Hyannis vi è un museo ricco di foto e testimonianze video della numerosa famiglia durante le vacanze. Ancora oggi il fratello minore del Presidente, il Senatore Edward “Ted” Kennedy trascorre qui molto tempo con la famiglia.
Ci lasciamo la costa alle spalle, usciamo da Cape Cod per trasferirci nell’estremo ovest del Massachussetts, durante il viaggio ai lati dell’autostrada solo boschi, laghi, fiumi. Qui per una scelta saggia, ma anche per l’abbondanza di spazio, le strade a percorrenza veloce sono ben distanti dai centri abitati risparmiandoli da rumore ed inquinamento.
La nostra prossima meta è il Berkshire regione che per la sua bellezza attira turisti da tutto il mondo.Una natura selvaggia e rigogliosa fa da contraltare alle cittadine ed ai villaggi ordinati e curati. Percorrendo le main street di questi paesi, riesce difficile pensare che all’interno di quelle case costruite da un secolo vi sia probabilmente quanto di più tecnologico si possa trovare nella comunicazione. Qui internet è diffuso quanto da noi lo sono i telefoni cellulari. E’ qui l’America che riesce a rinnovarsi restando ben ancorata alle proprie tradizioni. Patria Chiesa Famiglia.
Arriviamo al Cranwell Resort Spa and Golf Club, siamo a Lenox una tranquilla cittadina che fino al 1800 viveva di agricoltura. Verso il 1850 venne “scoperta” da alcuni facoltosi bostoniani e newyorkesi che ne apprezzarono la bellezza dei dintorni e la mitezza del clima. A dare inizio al successo turistico di Lenox fu Samuel Gray Ward importante banchiere e uomo d’affari di Boston. Ward decise di costruirsi una casa per le vacanze tra le colline, e di invitarvi gli amici a trascorrere l’estate.
Nei successivi 50 anni furono in tanti i ricchi cittadini che si costruirono magnifiche ville in Lenox. Le chiamavano eufemisticamente cottages. Erano gigantesche dimore che arrivavano ad avere decine di stanze. La più grande chiamata “Shadowbrook” fu fatta edificare dal Barone Anson Phelps Stokes, si trovava al centro di una tenuta di 900 acri ed aveva ben 100 stanze, era una delle più grandi case del nord America. Successivamente la tenuta e la villa vennero acquistate da Andrew Carnagie l’industriale dell’acciaio considerato in quegli anni l’uomo più ricco del mondo. Generoso filantropo, Carnagie donò nella sua vita 350 milioni di dollari in beneficenza, per questo viene ancora oggi ricordato ed esistono diverse fondazioni che portano il suo nome. Nato in Scozia nel 1835 morì ottantaquattrenne nel 1919 a Lenox mentre soggiornava a Shadowbrook.
La grande crisi del 1929 rese le ville obsolete e dispendiose. Molte vennero vendute e trasformate in scuole ed alberghi. Questo non danneggiò Lenox che vide in quegli anni la nascita di uno straordinario festival della musica classica. Ogni estate, ben 300.000 appassionati ascoltatori seguono i concerti che la Boston Symphony Orchestra tiene in questa località, eletta dal 1937 sua sede estiva. Il Cranwell Resort Spa e Golf Club, è un elegantissimo albergo ricavato in alcune di queste sontuose dimore. La storia di queste magioni risale al lontano 1853, quando il facoltoso reverendo Henry Ward Beecher, decide di acquistare Blossom Hill la collina sulla quale sorge oggi l’albergo per realizzarvi una villa dove abitare con la sorella, la scrittrice Harriet Beecher Stowe resa famosa dal libro “La Capanna dello Zio Tom”.
Nel 1894 è la volta dell’industriale John Sloane che realizza nelle vicinanze un’ennesima enorme villa. In queste prestigiose abitazioni completamente ristrutturate sono oggi distribuite le 113 lussuose enormi stanze e suites dell’albergo. Al Cranwell che aderisce a pieno titolo all’associazione “Historic Hotels of America” si può soggiornare tra legni intarsiati, stucchi, grandi camini. Gli arredi delle stanze sono sontuosi ed eleganti, sfarzosi ma mai volgari. Per gli ospiti poi una delle Spa più importanti del Berkshire, su un’area di ben 3250 metri quadrati, con 17 cabine per gli oltre 50 tipi di trattamenti, sauna, bagno a vapore, una grande vasca idromassaggio un’attrezzata palestra ed una vasta piscina.
Quattro sono i ristoranti dal più informale per un piatto o uno spuntino dopo golf al più elegante dove è richiesta la giacca ai signori. Tra tanta bellezza il campo da golf non poteva certo deludere ed ecco che Golf Digest lo segnala tra le “Best places to to play” e Zagat’s tra i “Top 100 Courses” il campo infatti se giocato in autunno è un esplosione di colori. Il fenomeno del foliage che dal Vermont scende fino a questa parte del Massachusetts, trasforma le chiome degli alberi agitate dal vento facendole sembrare alte fiamme di un gigantesco incendio. Dal punto di vista golfistico, questo 18 buche par 72 di circa 5700 metri, risponde a tutti i requisiti che si chiedono ad un percorso top level. Tee di partenza larghi e lunghissimi, fairway curati, bunker perfetti, ostacoli d’acqua limpidi e sempre al posto giusto, green veloci ed insidiosi. Insomma quanto di meglio ci si può aspettare quando si pensa ad un bel campo da golf e quanto di peggio si può trovare quando si vorrebbe fare un buono score.
Come tutti i campi della zona, il Cranwell va giocato muovendosi in golf car. L’enorme disponibilità di spazio, lascia gli architetti liberi di prevedere trasferimenti anche lunghi, pur di ottenere il meglio dal territorio e disegnare una buca che si faccia ricordare. E questo Cranwell lo ricorderemo con piacere, perché già la sera durante la cena i commenti sul campo sono più vivaci del solito. Cena, che consumiamo con estremo piacere, sempre a Lenox, all’interno di una stupenda casa baronale di stile scozzese oggi trasforamata in un Relais & Chateau di straordinario fascino.
Acquistata in stato di abbandono nel 1980 dai coniugi Fitzpatrick, Bonny Blantyre, questo il nome della casa, è stata completamente ristrutturata e riportata all’antico splendore. Segnalata da Architectural Digest come una delle più belle ville di campagna del Massachusetts è un luogo che meriterebbe una visita solo per apprezzare la raffinatezza degli arredi e la straordinaria accuratezza dei servizi. Tre suite e cinque stanze in villa, tre cottages immersi nella natura del parco e la carriage house con sette stanze al primo piano e cinque al secondo rendono Bonny Blantyre un posto veramente esclusivo. Il ristorante serve una cucina di livello altissimo ed il sommelier propone finalmente anche vini italiani.
L’indomani da Lenox ci muoviamo verso Stockbridge, una visita al museo dedicato a Norman Rockwell è d’obbligo. Rockwell è stato uno dei più grandi illustratori degli Stati Uniti dai suoi pennelli sono uscite vere e proprie fotografie della società civile americana. Dal 1916 al 1963 ha disegnato ininterrottamente le copertine del Saturday Evening Post un settimanale di straordinaria tiratura distribuito in tutti gli USA. Ben 323 sono le copertine disegnate, a commento dei più importanti fatti del mondo, o illustrando semplici momenti della vita americana di tutti i giorni.Terminata l’interessante visita ci dirigiamo verso Southwick, l’ultimo golf course previsto nel nostro viaggio, “The Ranch” cercherà di opporsi alla nostra voglia di tirare pochi colpi e soprattutto di non perdere palline.
Il nome The Ranch ci appare assolutamente azzeccato, la club house, il ristorante ed il pro shop sono alloggiati all’interno di due grandi stabili gialli che in passato erano una tipica farm della zona. L’atmosfera è piacevole, dopo il lusso e la sobrietà dei club precedenti veniamo in contatto con un ambiente informale. Due soci del posto si offrono di accompagnarci nel nostro giro e dopo poche buche l’intesa è perfetta. Del resto nel golf si parla una lingua internazionale, “questa buca è meglio giocarla sulla destra”, “attento a sinistra c’è acqua” “come trovate il nostro campo” etc. etc. Ed il campo, a dispetto della club house che sembra il set di un film western, è stupendo, immerso in una natura incontaminata tra laghi, ruscelli e boschi fittissimi.
Incontriamo più volte famiglie di cervi che si muovono nel loro habitat, le buche poi, salgono verso l’alto e dopo una curva, ritrovarsi a fermare il car per ammirare un panorama mozzafiato spuntato tra gli alberi viene spontaneo. Poi si scende e costeggiando un torrente si seguono i fairway ondulati fino ai grandi green che la pendenza rende incomprensibili al nostro putter. Le buche hanno ognuna un nome: Old Hickory, Deer Run, Mouse Hill, Woodyard, Red Oak … ognuna regala un emozione.
Un percorso di straordinaria bellezza e difficoltà, per chi ha imparato la formuletta cito par, slope e rating, il campo è un par 72 coefficiente di difficoltà 74,1/140. Un giocatore Hcp 18 qui gioca 24 ed un 12 giocherebbe handicap 17. Detto questo sorvolo sui nostri score della giornata.
A consolarci l’ottima cucina del Gateways Inn un Bed & Breackfast con 12 stanze di gran classe nella Walker street di Lenox. Ricavato all’interno di una villa del 1912 che appartenne a Harley Procter, proprietario della famosa Procter & Gamble, è gestito dagli attuali proprietari i signori Fabrizio e Rosemary Chiariello. Italianissimo lui, nativo di Napoli, americanissima lei, deliziano i loro ospiti con i piatti che la signora Rosemary Chef diplomata in Italia sa inventare con creatività ed originalità.
Anche qui naturalmente, ottimi vini italiani ed a disposizione dei clienti, una collezione di whisky single malt di eccezionale completezza, tanto da essere citata come una delle migliori dello stato.
Dopo una notte tranquilla si riordinano le cose e si torna verso Boston, per una visita all’acquario. Per le molteplici varietà di pesci che ospita, quello di Boston è considerato uno degli acquari più interessanti del mondo.
Poi al Logan Airport ci imbarchiamo verso l’Europa, Boston ed il Massachusetts hanno soddisfatto la nostra voglia di golf e buona cucina, offrendoci anche cultura e bellezze naturali memorabili.