Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così, che abbiamo noi prima di andare a Genova… Ed è proprio qui che ci porta Paolo Kessisoglu, nella sua città dove il comico non vive più da 5 anni, da quando si è sposato con Sabrina. “Oggi abito a Milano, ma Genova ha il suo fascino non soltanto perché è una vecchia città di mare”.
Tutto cambia e noi non abbiamo i tuoi ricordi di infanzia.
“Se volete vedere Genova come la ricordo io c’è un posto al quale sono molto affezionato perché me la restituisce come la amo, come la ricordo, tra vicolacci e odori forti. E’ una vecchia drogheria dove andavo a comprare il the. Si chiama Torielli ed è in Vico San Bernardo 32. Tra gli appassionati di questa bevanda è famosa. All’interno trovi un miracolo, 10 mtq di barattoli e ampolle piene di intrugli che arrivano da India, Persia, Cina, Giappone. Un posto che non è mai stato rinnovato ed è un pezzo di Genova di inizio secolo, tavolacce e scaffalature di legnaccio, bilance alte come bambini di 8 anni, tutto ammassato al punto da non lasciare spazio per muoversi. Quando si entra vieni avvolto da profumi audaci. Oggi sono subentrate le figlie Antonella e Rosanna, ma io rammento gli anziani un poco mugugnosi, schivi, quasi scontrosi, nodosi come tutti i genovesi, ma mi hanno venduto di tutto. Ora le ragazze si sono specializzate in ricette uso gastronomico sull’uso e sulle proprietà di Tè, caffè, cioccolata e spezie”.
E un posto simile, ma per mangiare?
“È in una zona amara di Genova, a Sori. Bisogna evitare di andarci durante il fine settimana perché ha pochissimi tavoli ed è quasi impossibile trovare posto. Io lo trovavo, ma soltanto perché ho avuto la fortuna di abitarci vicino per tre anni e mezzo e ci arrivavo in costume e ciabatte. Alle 12.30 puntuale. E’ la trattoria dei Bagni Sillo. La conduzione è strana perché la coppia che la gestisce un tempo erano marito e moglie.
Oggi, pur essendosi separati continuano negli affari. Lei si chiama Giovanna e fa il migliore polpo e patate che io abbia mai mangiato in vita mia, mentre lui, Alberto, si dedica ai cocktail. Il suo cavallo di battaglia è il Sillone, ricorda una variazione del mojito, ma ha un ingrediente segreto. Non è troppo alcolico e si può bere tranquillamente”.I Bagni Sillo sono attrezzati anche per la spiaggia?
“Sì, ma non c’è sabbia. I pochi sdrai ballano perché si trovano direttamente sulla roccia”.
E se invece capitiamo a Genova di domenica, dove ci mandi a mangiare?
“Facile. All’Antica Osteria Vico Palla dove fanno le migliori acciughe che si possano assaggiare. Chi non le ha mai assaggiate deve sapere che ci sono due filosofie per impanarle e cuocerle. Una è quella di mangiarle non lavorate, messe a friggere e basta, l’altra è quella di mangiarle fritte, ma dopo che sono state aperte e spinate. Qua le fanno così e si sciolgono in bocca e io ne vado matto. Rimane vicino al molo”.
Ma il tuo socio d’arte Luca Bizzarri, non è un ristoratore?
“Sì, ma mi sembrava scontato parlare di lui. Anche se i suoi locali, il ristorante Le Mamme e quello serale, Il Clan, funzionano benissimo”.
Qualche scorcio mozzafiato?
“Il luogo da non perdere è Santa Chiara, sopra Bocca D’Asse. E’ un promontorio profumato dal quale vedere una Genova d’insieme. Vedi la città di mare, il golfo, intuisci i vicoli, ma butti l’occhio anche nella parte signorile di corso Italia molto ben tenuta, abitata dai ricchi con i palazzi belli, un poco meno vera, forse, perché patinata e tanto alla moda. Ma per cogliere tutta Genova bisogna prendere la funicolare dal centro e salire alla Spianata Castelletto verso il Righi, una collina. Lì si fanno le migliori foto e si mangia un buon gelato. Ordinate un Trocadero semifreddo”.
Però non hai accennato alla mitica ‘figassa genovese’, la focaccia.
“Se c’è ancora, andate dal panificio di via Macelli di Somiglia. Quel fornaio è l’unico che la fa sottile quanto basta, salata quanto basta, morbida quanto basta, ma croccante. La migliore del mondo”.
FOTO: Grazie ad Antonio Amato per le bellissime foto della città di Genova.