Top of Europe e ghiacciaio Aletsch, veduta aerea ARCHIVIO JUNGFRAU BAHN

È detta la regione dei record: patrimonio naturale mondiale dell’umanità secondo l’Unesco; autentico e consolidato paradiso per gli amanti della neve, con oltre duecentodieci chilometri di piste da sci, più di un centinaio di itinerari per escursioni invernali e cinquanta percorsi segnati per slittini, tra cui la pista di slittino più lunga d’Europa; poi, la stazione ferroviaria più alta d’Europa, una discesa mozzafiato a poco meno di tremila metri di quota, eventi, promozioni ed attrattive degne della sua fama.

Per non parlare di tre vette che – insieme a diversi quattromila – hanno reso grande l’Oberland Bernese, come la Jungfrau (4.158 metri sul livello del mare), l’Eiger (3.970 metri) e lo Schilthorn (2.970 metri), e relative vallate. Ma anche di luoghi topici imperdibili per chiunque arrivi fin qui, ogni giorno dell’anno e con qualsiasi condizione climatica. Due su tutti.

Il treno è il mezzo migliore per visitare la Jungfrau

Ovvero il cosiddetto Top of Europe sullo Jungfraujoch, la sella tra il monte omonimo e il Mönch (4.107 metri) che costituisce un importante passo alpino, separa i cantoni svizzeri di Berna e Vallese e collega le vallate del Rodano e di Interlaken: è sede di un osservatorio denominato Sfinge su un picco roccioso e della citata stazione capolinea più alta d’Europa a 3.454 metri sul livello del mare, terrazza privilegiata sul ghiacciaio dell’Aletsch che con i suoi ventiquattro chilometri detiene anch’esso il primato del più lungo del continente, infine meta di un frequentato complesso turistico comprendente anche uno scenografico Palazzo di Ghiaccio scavato nella montagna e un ristorante.

Il secondo luogo topico è oggi un altro ristorante, mentre un tempo fu semplice rifugio, ancor più panoramico perché girevole a trecentosessanta gradi grazie alla forza dell’energia solare: si tratta del Piz Gloria, si trova sulla vetta dello Schilthorn, e dalle sue ampie vetrate si gode una visuale unica e solenne su un carosello di cime e crinali innevati, laghi e vallate all’orizzonte, mentre lo sguardo si perde all’infinito.

Funivie spettacolari sullo Schilthorn ARCHIVIO JUNGFRAU REGION

L’edificio, e il contesto ambientale nel suo complesso, è celebre in chiave planetaria per aver ospitato diverse scene di un episodio di James Bond, “Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà”, qui girato negli ultimi mesi del 1968.

E, comunque, di quelle che sono soltanto alcune delle eccellenze di quest’area, ancora non abbiamo citato la caratteristica che a noi qui più interessa. Un viaggio naturalistico nella regione svizzera della Jungfrau, nell’Oberland Bernese, durante la stagione invernale può riservare sorprese.

Si sa, questo periodo dell’anno è particolare per la fauna, trattandosi di una fase delicata per il freddo e l’approvvigionamento di cibo. Specie a queste altitudini, e con termometri che arrivano ampiamente sotto i -15°C. E poi – si dirà – una regione che è paradiso degli sciatori e forte meta turistica non sarà certo l’habitat ideale per gli animali selvatici, disturbati da tanto clamore urbano.

Mürren, borgo walser chiuso alle auto

Invece, la Jungfrau conserva caratteristiche che – pure in contemporanea al circo bianco – ci hanno consentito in pochi giorni di visita di osservare branchi di stambecchi, cervi ed altri ungulati, oltre ad esemplari di aquila reale e numerosi rapaci diurni. Senza contare le chiare e frequenti tracce che sulla neve sempre fresca un buon naturalista può leggere in tutta comodità.

Il motivo dei facili avvistamenti risiede nel fatto che la Jungfrau è un territorio molto vario: i principali villaggi sono distribuiti su una superficie di trecentocinquanta chilometri quadrati, su quote variabili tra i 795 metri sul livello del mare di Lauterbrunnen ed i 1.650 metri del borgo vallese di Mürren, ma l’insieme della popolazione residente non arriva alle settemiladuecento unità. Nella vasta zona, pertanto, convivono differenti habitat: dalle pareti rocciose a strapiombo alle pinete, dai pascoli alle cime.

Per di più, una delle caratteristiche che rendono del tutto peculiare ed interessante la regione – sia dal punto di vista ambientale, sia da quello turistico – è la conformazione delle infrastrutture, che sono allo stesso tempo numerose e capillari quanto compatibili e sostenibili con il contesto naturale in cui sono inserite.

Il Palazzo di Ghiaccio, scavato ad oltre 3.500 metri di quota

Basti pensare a quel gioiello di ingegneria e tecnica logistica che è la rete ferroviaria svizzera, di rara e proverbiale efficienza anche in territori talvolta così ostili come quelli alpini. Questo è un Paese ricchissimo di risorse idriche, e l’acqua che spesso domina il paesaggio e nutre la terra – il centro di Lauterbrunnen è situato nella cosiddetta valle delle settantadue cascate – viene anche opportunamente convogliata per produrre energia pulita, con la quale si alimenta un reticolo straordinario di ogni genere di veicolo elettrico: il treno a scartamento ridotto, la cremagliera, la funivia, l’ovovia e diversi tipi di mezzi di trasporto aerei qui detti gondole, che collegano, in una rete punteggiata di minuscole stazioni, esili binari e cavi sospesi, luoghi situati a tutte le distanze ed alle diverse altitudini offerte dall’ambiente.

Per questo, una visita naturalistica nella Jungfrau comincia in treno. E poi continua a piedi, in slittino, in gondola. Ogni passo di questo territorio si raggiunge facilmente senza il minimo inquinamento, e il silenzio regna sovrano ad ogni ora del giorno e della notte. Luogo dell’anima per questo tipo di turista sarà Wengen, o Mürren: villaggi car-free che non sono raggiungibili dalle autovetture non per una scelta politica, ma perché nessuno ha mai pensato di costruire le strade, siccome qui ferrovia e funivia da sempre sono così efficienti.