Imprevedibile. Voluttuoso. Rassicurante. Caldo. Dolce. Morbido. Come un gianduiotto. Forma familiare, gusto che seduce. È il Piemonte. E l’inverno, ben più del classico autunno, dell’estate operosa e della ridente primavera, è la stagione che qui riesce a sorprendere. Anche un amante della natura. Che è un errore confinare ad un letargo silenzioso. Che la si intuisca fra i bagliori degli incantevoli laghi prealpini, la si osservi in forma di orme sulla neve fresca di montagna, la si oda da un casolare che emerge da un mare di nebbie, la si contempli attraverso la galaverna che ripara e promette germogli che verranno, o la si viva in un incontro fortunato con uno dei numerosi animali selvatici che ancora popolano la regione.
È varietà la parola d’ordine di un itinerario piemontese di natura d’inverno. Un turismo responsabile che riveste anche l’importante merito di educare alla conoscenza e al rispetto dell’ambiente è quello proposto ai ragazzi adolescenti dal Wwf, in un campo avventura che pare il modo migliore di iniziare un anno nuovo. Nel Parco Nazionale del Gran Paradiso alla ricerca dei camosci, sulle ciaspole, per osservare gli stambecchi e avvicinare confidenti volpi e furtivi scoiattoli. Esempi della fauna alpina che non sa cosa sia il letargo, e d’inverno scende dai boschi per cercare chiazze d’erba tra la neve dei prati di fondovalle.
Sulle montagne piemontesi, la natura d’inverno regala il silenzio gelato che acuisce le percezioni e aiuta a godere appieno della bellezza del paesaggio. I passi sulle croste di ghiaccio, i tonfi improvvisi per la caduta della neve dagli alberi, l’aria fredda dei giorni e delle notti, l’incanto dei panorami sono le declinazioni possibili di una camminata nell’ambiente.
Queste sono montagne – a dispetto della loro vocazione più recente che le ha celebrate come olimpiche – dove ancora si sperimenta l’intimità alpina lontana dalla frenesia delle piste da sci. Le Alpi – dati Wwf – sono una delle ultime regioni naturali rimaste nell’Europa centrale, ospitano trentamila specie animali e tredicimila vegetali: delle prime, ventimila di invertebrati, duecento di uccelli nidificanti, ottanta di mammiferi, altrettante di pesci, ventuno di anfibi e quindici di rettili; delle seconde, oltre cinquemila funghi, quattromilacinquecento piante vascolari – il 39% della flora europea – e duemilacinquecento licheni, ottocento muschi, trecento epatiche.
Ma è tempo di scendere ai piedi del monte – come dice il nome della regione – per conoscere numerosi altri vari ambienti che da esso dipendono: i laghi prealpini, innanzitutto, quindi il sistema collinare. Habitat ovunque da scoprire, a giudicare dalla fitta rete di aree protette che il Piemonte può vantare: sessantanove tra parchi, riserve e altre forme di salvaguardia, oltre ai due parchi nazionali – Gran Paradiso e Val Grande; in totale coprono un territorio di quasi duecentoventimila ettari, pari a 8,6% della superficie regionale. Il patrimonio verde passa anche attraverso centoventitré Siti di Importanza Comunitaria e cinquantuno Zone di Protezione Speciale per l’avifauna – il 15,62% del territorio – e altre cinquantuno aree di pregio naturalistico classificate come Siti di Importanza Regionale.
È rilevante la varietà degli ambienti e del paesaggio. Alpi Marittime di granito, Alte Valli Pesio e Tanaro caratterizzate da un esteso sistema calcareo. Il Parco Orsiera Rocciavré è un’oasi selvaggia a due passi da Torino, i Sacri Monti uno specialissimo contesto naturale intriso di arte, architettura e devozione. Colline e risaie sono habitat unici dove è facile osservare l’avifauna, fra le montagne e la pianura, scenario di un patrimonio naturale tra i più importanti della regione. E poi l’acqua: il Piemonte è attraversato pressoché ovunque da fiumi, torrenti e ruscelli, a partire dal più lungo d’Italia – il Po – che proprio qui ha la sua sorgente, fino ad arrivare ai celebri ambienti lacustri che segnarono il successo del prototurismo della Belle Epoque – primo fra tutti il Verbano, ma anche il romantico Lago d’Orta, Viverone e molti altri minori ma non meno suggestivi. Paesaggi di pura bellezza sono le colline piemontesi: settecentosettantamila ettari di graniti, porfidi, marne e arenarie, terre di grandi vini e ambienti impareggiabili, come la serra morenica più lunga d’Europa nel Biellese, le forre e i calanchi delle Rocche del Roero, il dolce saliscendi di Langhe e Monferrato.