La locandina di Mezzanotte a Parigi

Chi ha visitato Parigi sa che non servono parole, canzoni o film per raccontarne la magia, eppure ogni anno oltre 900 film vengono girati nella capitale francese e oltre 5000 locations parigine scelte come sfondo del grande schermo.

Per questo, il Comune di Parigi ha creato i “Film Trails”, mini-guide che invitano i visitatori a scoprire i quartieri di Parigi, famosi o meno, attraverso i film che vi sono stati girati. Tutti i Film Trails si possono scaricare gratuitamente (sì, tutti gratis!) in inglese e francese sul sito Paris.fr a questo indirizzo.

Sulla scia di questa idea, vi offro il mio personale “Film Trail”—suddiviso in categorie—di uno degli ultimi capolavori parigini, Mezzanotte a Parigi, in cui Woody Allen porta la magia della capitale a un livello ancora inesplorato. Una guida non solo per vedere la città più romantica d’Europa attraverso gli occhi del famoso regista newyorchese, ma anche per riconoscere le strade e gli edifici del film e saperli ritrovare sulla cartina durante la vostra prossima visita.

I MUST di MEZZANOTTE A PARIGI

Gli scalini della Chiesa Saint-Étienne-du-Monte

I giardini di Monet • Il film è stato interamente girato a Parigi, eccetto questa location a Giverny, a 100 km da Parigi, dove si trova l’antica dimora di Claude Monet. Vedrete questi giardini nella prima scena del film, in cui un Gil (Owen Wilson) sognatore rivela il proprio amore per la Parigi d’altri tempi.

Chiesa Saint-Étienne-du-Mont • Molti scommetterebbero che Gil aspetti la misteriosa Peugeut Laundalet a Montmartre, forse tratti in inganno dalla curva della ripida strada. Invece, quegli scalini appartengono alla facciata nord della chiesa Saint-Étienne-du-Mont, in Rue de la Montagne Sainte-Geneviève, giusto davanti alla Place de l’Abbé-Basset (metro: Cardinal Lemoine). Non una gemma architettonica, ma sicuramente un monumento degno di nota: entrambi Racine e Pascal sono seppelliti qui.

Bouquinistes • Questa è forse la libreria a cielo aperto più grande del mondo. Ed è in uno di questi 900 stand verdi colmi di libri sulla sponda della Senna che Gil compra il diario di Adriana (Marion Cotillard), tradottogli poi in piazza Jean XXXIII, dietro Notre Dame. Aperto ogni giorno dalle 11:00 al calare del sole.

Bouquinistes, la libreria a cielo aperto più grande del mondo

Mercatino delle Pulci di Saint-Ouen • Alla ricerca di un album di Cole Porter, Gil incontra Gabrielle (Léa Seydoux) proprio nel famoso Marché aux Puces de Saint-Ouen. Per visitarlo, recatevi a Rue des Rosiers 96-110 (metro: Porte de Clignancourt). Ma fate attenzione: è aperto solo sabato, domenica e lunedì!

Reggia di Versailles e Ponte Alexandre III • Questi due simboli di Parigi, che non hanno bisogno di alcuna presentazione, non potevano mancare tra le 40 location visitate in 34 giorni dal team di Allen. Tra l’altro, per chi non l’avesse riconosciuto, è di nuovo uno degli interni di Versailles dove si “perde” il povero detective assunto per spiare Gil. E proprio sul Ponte Alexandre III Gil passeggia sotto la pioggia nell’ultima scena del film.

I MUSEI di MEZZANOTTE A PARIGI

Musée Rodin • È qui che il saputello Paul contraddice ripetutamente la bella guida (Carla Bruni) a proposito della moglie e dell’amante del famoso scultore. Si trova nell’Hotel Biron, in Rue de Varenne 79 (metro: Varenne). Il museo ha un costo a parte, ma per solo 1 € si possono visitare i giardini.

La visita al Museo dell’Orangerie

Musée de l’Orangerie • È qui che Gil lascia una volte per tutte l’arrogante Paul senza parole, commentando un quadro di Picasso con le informazioni ricevute la notte prima a casa di Gertrude Stein. Il museo si trova in Place de la Concorde (metro: Concorde) ed è aperto tutti i giorni, eccetto martedì. Gratis la prima domenica di ogni mese.

Musée des Arts Forains • Se, come me, vi siete ripromessi di fare un giro sul carosello della festa dove Gil vede Adriana per la seconda volta, è qui che dovete venire: Pavillons de Bercy, in Avenue des Terroirs de France 53 (metro: Cour Saint-Émilion). Le sale della collezione privata di antiche giostre da feria creata da Jean Paul Favand sono normalmente destinate all’affitto, ma è possibile prenotare una visita privata con anticipo.

I RISTORANTI di MEZZANOTTE A PARIGI

Le Grande Véfour • Qui, in Rue du Beaujolais 17 (metro: Bourse o Pyramides), hanno mangiato, tra gli altri, Napoleone, Victor Hugo, Jean Paul Sartre e Jean Cocteau, ognuno con il proprio tavolo preferito identificato oggi da una placchetta. Nel film, Gil pranza con la fidanzata (Rachel McAdams) e i futuri suoceri.

Il ristorante Polidor dove Gil incontra Hemingway

Restaurant Polidor • In questo ristorante in Rue Monsieur le Prince 41 (metro Ódeon), Gil incontra uno dei suoi idoli, Ernest Hemingway e coglie al volo l’occasione per mostrargli il suo romanzo. Hemingway era davvero un cliente abituale del ristorante, insieme a Paul Verlaine, James Joyce, Antonin Artaud e il poeta beat Jack Kerouac. E non vi allarmate, il ristorante non è stato trasformato in una lavanderia!

Restaurant Paul • È davanti a questo ristorante, nel tranquillo triangolo di Place Dauphine al lato opposto di Ile de la Cité, che una carrozza offre ad Adriana la sua personale gita nel passato. Gil e Adriana vengono trasportati indietro alla Belle Epoque direttamente al ristorante Maxim’s, in Rue Royale 3 (metro: Concorde o Madeleine).

GLI HOTEL di MEZZANOTTE A PARIGI

Gil passeggia sulle sponde della Senna

Hotel Bristol • Se vi è piaciuta la suite di Gil e fidanzata, sarà vostra a 2000 euro a notte all’Hotel Bristol, in Rue du Faubourg St. Honoré 112. Forse cara, ma dormire nello stesso letto dove ha dormito Charlie Chaplin non ha prezzo!

Hotel Le Meurice • Se invece preferite la suite con la bella e ampia terrazza dove si svolge la degustazione di vino, chiedete della suite Belle Étoile all’Hotel Meurice, in Rue de Rivoli 228 (metro: Tuileries). Dali passava almeno un mese ogni anno in questo hotel e, per non smentire la sua immagine di maestro del surreale, a volte il suo servizio in camera consisteva in un cavallo o un gregge di pecore. Il prezzo? Be’, non viene chiamato l’Hotel dei Re per caso!