“È stato lo sci a rallentare il mio golf – spiega il pluri Campione del Mondo Rally Miki Biasion, davanti ad una birra ghiacciata al Golf Club Ca’ Amata di Castelfranco Veneto.
Nel 2000 avevo appena iniziato a giocare quando, sciando, mi sono disintegrato una gamba, crociato menisco ed altro. In pratica 5,4,3,2,1 (il vecchio classico countdown prima dello start di una prova speciale) e avevo già abbandonato il golf. Dopo un paio d’anni e con il ginocchio a posto, decido di riprovare.
Ho avuto solo il tempo di fare due lezioni quando, sempre sciando, sono caduto e mi sono fratturato l’omero del braccio destro. Sembrava un incantesimo, ogni volta che volevo riprovare, lo sci mi metteva i bastoncini di traverso….Passano altri due anni e i proprietari gestori del Golf di Castelfranco Veneto la cui figlia è compagna di banco della mia, mi invitano ad andare al Circolo.
Sembrava un incantesimo, ogni volta che volevo riprovare, lo sci mi metteva i bastoncini di traverso
Così nel 2007 ho fatto la mia prima clinic di una settimana ad Agadir. Bella esperienza, peccato che appena tornato ho avuto un altro intervento chirurgico, sebbene non causa lo sci questa volta.
A fine 2008 decido che il golf non può restare soltanto una chiacchiera alle cene di famiglia e nell’estate 2009 faccio l’esame delle regole e le mie prime due gare. Sono riuscito a prendere l’handicap. Il resto è storia di oggi.
Quando sono in giro per lavoro mi porto sempre la sacca e colleziono palline di ogni nuovo campo giocato. Però cerco di godermi il golf senza l’angoscia del risultato, non voglio che ogni buca diventi una prova speciale.
Se gioco con gli amici però ho uno stile accettabile, mentre in gara viene fuori il mio spirito competitivo e divento ingessato, colpisco ancora la palla e non la attraverso. Ma essendo maestro di sci so bene che si fa lo spazzaneve fino a che non accade un clic. Ecco, con il golf non ho ancora avuto quel clic, ma sento che arriverà.
Riguardo al cibo mi succede la stessa cosa di quando correvo in auto, durante una gara non mangio niente e bevo solo acqua naturale. Anche se ultimamente tra le prime e le seconde nove mi concedo un cioccolatino o una barretta, un succo di frutta o una banana, che prima del golf non mangiavo nemmeno.
Per la concentrazione non ho bisogno di nulla e se sono in gara lo sono di più. Durante l’ultima premiazione dei Laureus World Sports Awards ad Abu Dhabi ho fatto una gara di 18 buche con tanti sportivi, da Nadal a Gary Player, e grazie al piacere di essere lì con tanti campioni, ho giocato benissimo sia nel gioco corto che nel putt, portando punti alla mia squadra.
Cerco di godermi il golf senza l’angoscia del risultato, non voglio che ogni buca diventi una prova speciale
Sul green me la cavo bene perché abitando in campagna mi alleno a puttare sul prato con i miei figli, ma non patisco né il bunker né l’acqua, come mi ha insegnato il mio maestro, faccio finta che non ci siano. In pratica, visualizzo l’erba sull’acqua o sulla sabbia, e così tiro tranquillo.
Se penso ad un giro di golf con un big, mi viene in mente la mia mancata Laurea in Architettura, posticipata per cogliere l’opportunità Lancia di diventare pilota ufficiale, e così mai terminata pur con 18 esami già fatti. Per questa ragione invito a Castelfranco Veneto Philippe Starck, un architetto designer francese geniale, ha addirittura disegnato un modello di Aprilia e mi sono comperato due sue stranissime poltrone.
Ho già avuto anche la mia peggiore giornata di golf, a giugno dello scorso anno per la Coppa del Presidente. Ci tenevo molto ed ero fiducioso perché stavo andando bene. Invece ho giocato da cani, peggio del mio handicap e ci sono rimasto malissimo. Così la sera a cena, anziché parlare del mio golf, ho preferito dedicarmi al Prosecco. L’unica via di fuga per guardarmi ancora in faccia”.